Per la seconda volta in questo 2019, la Ferrari manca l’appuntamento con la vittoria per un soffio. Se in Bahrain non era arrivato il primo trionfo di Charles Leclerc in F1 soltanto per un problema di affidabilità, questa volta è stata la giustizia sportiva a negare il primo successo stagionale per la Rossa, vittima di una scelta contestatissima che ha tolto il sorriso dalle labbra di Sebastian Vettel.
Il Gran Premio del Canada 2019 verrà quindi ricordato come uno dei più negativi di sempre per l’applicazione delle regole da parte della direzione gara, fin troppo severa nei confronti di un Vettel che ha comunque avuto l’onore di chiudere la corsa in testa al gruppo, salvo poi retrocedere in seconda posizione per effetto della penalità inflitta a suo danno.
La Ferrari esce da Montreal delusa ed arrabbiata, ma orgogliosa nell’aver finalmente lanciato un concreto guanto di sfida alla Mercedes, superandola sia in qualifica che in gara.
Ma dietro al discusso successo di Hamilton, bombardato di fischi sul podio, c’è stato un weekend comunque spettacolare ed emozionante, rovinato solo da una decisione fin troppo severa e di cui tutti, davvero tutti, avrebbero fatto volentieri a meno.
Ecco la Top 5 del Gp del Canada
1 – I muretti colpiscono ancora
Il Gran Premio del Canada giunge quest’anno alla sua 50° edizione, presentandosi anche in questo 2019 nelle vesti di uno degli appuntamenti più graditi ed attesi dell’intera stagione. La maggior parte dei 50 gran premi disputati nella terra della foglia d’acero si sono tenuti sul circuito di Montreal, intitolato all’idolo locale Gilles Villeneuve e famosissimo per alcuni aspetti: su tutti quello della presenza del temuto “Muro dei Campioni”, contro il quale anche i più grandi di questo sport hanno lasciato l’impronta dei propri pneumatici.
E anche quest’anno, il “Muro dei campioni” è stato protagonista di un incidente avvenuto in Q2. A farne le spese, questa volta, è stato il danese della Haas Kevin Magnussen, protagonista di un botto spettacolare che ha costretto i commissari all’esposizione della bandiera rossa.
In precedenza, e più distante dall’incubo collettivo del muretto posto in uscita dell’ultima chicane del tracciato, altri piloti hanno rovinato le rispettive prove libere per colpa di un contatto con le barriere. Oltre al nostro Antonio Giovinazzi, i muretti non hanno risparmiato neppur un campionissimo come Lewis Hamilton, anch’egli protagonista di un incidente durante le FP2.
2 – Tra sorprese e delusioni. Che qualifiche a Montreal!
Chi aveva previsto l’ennesimo dominio delle Mercedes in qualifica, ha dovuto ricredersi non poco. Infatti, due dei top driver della griglia di partenza sono stati protagonisti di una sessione piuttosto incolore: Max Verstappen, ad esempio, ha addirittura mancato l’accesso alla Q3, vittima del traffico e di una Red Bull complessivamente non a suo agio sul circuito ricavato all’interno della suggestiva isola di Notre-Dame.
Un segno con la matita blu anche per Valtteri Bottas, per la prima volta fuori forma in qualifica in questo 2019. Il finlandese, artefice di diversi errori, non ha fatto meglio del 6° posto in griglia. Ma tra le varie prestazioni negative, un applauso doveroso va invece a Daniel Ricciardo. L’australiano infatti ha chiuso la Q3 con il 4° posto finale, dimostrando gli evidenti passi in avanti messi a segno dalla Renault in occasione del Gp canadese.
3 – Vettel interrompe il digiuno di pole
Si temeva l’ennesimo copione: Ferrari veloce nelle prove libere ma inferiore alla Mercedes in qualifica.
E invece, contrariamente alle preoccupazioni generali dei tifosi ferraristi, il team di Maranello si mette in luce con una sessione di qualifiche davvero convincente. Sfruttando le ottime velocità di punta in rettilineo, ed un bilanciamento complessivo della monoposto più che positivo, ne consegue una pole position meritatissima che porta la firma di Sebastian Vettel.
Per il tedesco si tratta non solo della prima pole stagionale, ma anche la prima ottenuta dal Gran Premio di Germania 2018, lì dove i sogni iridati della Rossa iniziarono a tramutarsi in un incubo.
Buona anche la prestazione di Charles Leclerc, terzo in griglia e fuori dall’ipotetica prima fila solo per una leggera sbavatura avvenuta nel corso del suo ultimo tentativo cronometrato.
4 – Vettel conduce dall’inizio alla fine, ma la penalità rovina tutto
In gara la Ferrari gestisce bene la strategia. Vettel scatta bene al via e conserva la leadership anche dopo la prima ed unica sosta ai box, tenendo a distanza di sicurezza Lewis Hamilton. Proprio dopo la sosta però, il gap che separa Vettel dall’inglese della Mercedes si riduce sempre più. La pressione di Hamilton gioca un brutto scherzo al tedesco della Ferrari, che perde il controllo della sua vettura in ingresso di chicane finendo sul prato.
Al rientro in pista, Vettel riesce a tenere la vettura in carreggiata, salvando anche la leadership dall’imminenti arrivo di Hamilton, che è costretto ad alzare il piede. La manovra del ferrarista appare come una normale azione di difesa, senza creare una reale situazione di pericolo. Non sono di questo avviso i giudici di gara, che dopo alcuni giri dal fatto emettono il proprio verdetto: 5 secondi di penalità a Vettel da sommare a fine gara.
Con pochi giri ancora a disposizione prima della bandiera a scacchi, il tedesco riesce a non farsi superare da Hamilton, ma non riesce nell’impresa di creare un divario sufficiente per potersi guadagnare la vittoria finale.
Tra l’incredulità generale, il ferrarista taglia per primo il traguardo, ma per effetto della decisione della direzione gara è costretto a cedere la vittoria a Lewis Hamilton, che così trionfa per la settima volta in Canada.
5 – Lo show di Vettel nel dopo-gara
Come prevedibile, la decisione dei commissari manda comprensibilmente su tutte le furie Vettel. Il tedesco è talmente arrabbiato che non parcheggia nemmeno la sua Ferrari nella postazione riservata ai primi tre piloti classificati, ed in un primo momento sembra non voler salire sul podio.
Convinto dal suo team, il numero 5 ferrarista viene accolto dagli applausi del pubblico canadese, che nel frattempo accoglie la vittoria a tavolino di Hamilton con sonori fischi. Prima di salire sul podio però, Vettel transita a piedi davanti alla vettura di Hamilton, piazzando il cartellone del secondo classificato davanti alla Mercedes e spostando quello del vincitore davanti alla postazione riservata al ferrarista.
In quella che passerà alla storia come una delle pagine più controverse e buie della storia della Formula 1, la Ferrari presenta ricorso alla Federazione, nel tentativo di convincere la Direzione Gara a tornare sui suoi passi ed annullare la penalità inflitta al proprio pilota.Un gesto che riconsegnerebbe alla Federazione quel poco di credibilità rimasta, ma che non cambia lo sfregio commesso ai danni di uno spettacolo che in Canada sembrava esser finalmente tornato in pista.