Ross Brawn sulla penalità a Vettel: Nessun complotto della FIA
Il caso del mese, quello della penalità inferta al Gran Premio del Canada ai danni di Sebastian Vettel che stava per andare a vincere la corsa: si continua a discutere e molti giornalisti, piloti e addetti ai lavori si sono espressi a riguardo, la maggior parte condannando la scelta dei giudici di gara a Montreal, rei di aver letteralmente rovinato un bellissimo spettacolo sportivo tra due grandi campioni.
Non poteva mancare anche l’opinione di una figura carismatica della Formula 1 del passato e del presente come Ross Brawn, l’attuale direttore generale e responsabile sportivo del Circus che ha voluto difendere la FIA con queste parole:
“Capisco benissimo quanto sia difficile per i tifosi condividere un verdetto che non arriva dalla pista ma non esiste alcun tipo di complotto o copione predefinito che aiuti uno dei concorrenti, o uno dei team; i giudici di corsa devono essere difesi perché sono loro i primi a non volere un esito del genere ma, comunque, hanno il compito di far rispettare le regole”.
Una presa di posizione piuttosto prevedibile quella dell’ex direttore tecnico della Ferrari durante l’era Schumacher e anche team principal Mercedes fino al 2013. Nonostante la sua difesa nei riguardi degli organi competenti, sente il bisogno di fare maggiore chiarezza per aiutare i fans:
“I tifosi devono essere aiutati a capire le dinamiche di gara e, quindi, serve più trasparenza nelle decisioni: la FIA deve lavorare su soluzioni per spiegare con precisione quali sono gli elementi oggettivi che hanno portato a quella determinata penalità in una situazione di corsa”.
Parole che invitano sicuramente a riflettere e che, sicuramente, non spengono l’infiammata polemica tra il mondo Ferrari, ma anche tra gli appassionati in generale, e gli organi di giudizio della Federazione Internazionale: uno scontro che si protrarrà verbalmente per altro tempo e che, però, dovrà portare quei cambiamenti voluti anche dallo stesso Ross Brawn. I tifosi, ora, devono essere messi al primo posto nelle gerarchie.