Il Gran Premio di Germania si preannunciava come un appuntamento spettacolare, reso ancor più imprevedibile dalle condizioni di maltempo, e così è stato. In una gara pazza e senza esclusione di colpi, ad Hockenheim si è assistito ad uno show sensazionale, terminato con risultati altrettanto sorprendenti che riscrivono la storia di alcuni team, piloti e motori, dalle posizioni di vertice fino a quelle di metà schieramento.
Perché dietro ad una Mercedes che celebra nel peggiore dei modi il 200° GP della sua storia, e che coincide proprio con il 125° anniversario di fondazione della casa tedesca, la classifica finale di Hockenheim ci consegna verdetti capaci di collegare la stretta attualità con il passato, portandoci indietro, in alcuni casi, a ricordi lontani.
DUE PILOTI MOTORIZZATI HONDA SUL PODIO
Il vincitore del GP di Germania è dunque Max Verstappen, che grazie a questo successo riduce il suo svantaggio dal leader del mondiale Hamilton e conquista la seconda vittoria in questo campionato. La prima, ottenuta in Austria, aveva spezzato un digiuno di vittorie dei motori Honda in Formula 1 che durava dal 2006.
Con Gasly sempre più in discussione dopo l’ennesima prova negativa, era difficile immaginare che sul podio di Hockenheim potesse salire un’altra vettura motorizzata Honda diversa dalla Red Bull.
E invece, a sorpresa, complice anche il gran caos dovuto ai numerosi cambi gomme, il terzo posto del Gran Premio di Germania è finito nelle mani di Daniil Kvyat, a bordo della Toro Rosso motorizzata Honda. Con la casa motorista giapponese rientrata da poco nel giro della F1, ed artefice di un rientro non certo facilissimo, da tempo non si vedevano due piloti spinti dal motore nipponico sul podio.
Per riassaporare una scena simile bisogna fare un salto di ben 27 anni, il 27 settembre 1992. Ad Estoril si corre il Gran Premio del Portogallo, con Nigel Mansell che trionfa al volante della sua indistruttibile Williams-Renault. Alle sue spalle completano il podio Gerhard Berger ed Ayrton Senna, rispettivamente 2° e 3° con le McLaren-Honda campioni in carica. Da allora, fino alla gara di ieri, non si è più verificato un podio con due piloti motorizzati Honda insieme. Un fatto dovuto principalmente ad un progressivo abbandono della casa nipponica dalla Formula 1, prima di rientrare con enormi difficoltà nel 2015, fornendo le power unit proprio alla McLaren.
UN PODIO CHE PROFUMA DI RIVALSA: KVYAT TORNA TRA I PRIMI TRE
Tornando sulla sorpresa di giornata, costituita dal 3° posto di Daniil Kvyat, anche il pilota russo si toglie una grandissima soddisfazione personale dopo le ultime stagioni vissute tra più bassi che alti. Con il podio di Hockenheim, Kvyat torna tra i primi tre per la terza volta in carriera, e per la prima volta dal Gran Premio di Cina 2016, quando all’epoca correva per la Red Bull.
In precedenza Kvyat, prima di subire la retrocessione dalla Red Bull alla Toro Rosso (curiosamente proprio a favore di Verstappen), il russo era riuscito ad ottenere un 2° posto in Ungheria nel 2015, in quello che ancora oggi resta il suo miglior piazzamento in F1.
LA TORO ROSSO FESTEGGIA DOPO 11 ANNI
Insieme a Kvyat ed alla Honda, anche per la Toro Rosso è arrivata una festa grande in quel di Hockenheim. La scuderia italiana, con sede a Faenza, conquista così il suo secondo podio della storia. Per un curioso gioco del destino, l’unico podio ottenuto in precedenza era arrivato proprio in Italia, proprio per mano di quel Sebastian Vettel (anch’egli sul podio in Germania) che regalò la prima ed ancora oggi unica vittoria della Toro Rosso in F1 nel 2008, ben 11 anni fa, sotto la pioggia battente di Monza.
KUBICA VA A PUNTI E STABILISCE UN RECORD
Il quarto ed ultimo elemento che scrive una pagina bellissima di Formula 1 arriva giù dal podio, favorito anche da un fatto extra-gara. Al termine della corsa infatti, la direzione gara penalizza le Alfa Romeo di Giovinazzi e Raikkonen con l’aggiunta di 30 secondi dal tempo di gara a causa di un’irregolarità scovata alla frizione delle due monoposto. In questo modo, i piloti classificati dietro il duo del “Biscione” risalgono in classifica, e per due di loro arriva l’inattesa inclusione nella zona punti: Lewis Hamilton e Robert Kubica.
Mentre per Hamilton serve a rendere meno amaro un weekend partito con altri obiettivi, per Kubica si tratta di un risultato storico.
Il polacco infatti, oltre a portare a casa i primi punti iridati del 2019 per la Williams, torna per la prima volta in zona punti dal rientro in F1, avvenuto proprio in questo campionato. Per Kubica, di nuovo nel circus dopo il gravissimo incidente occorso al Rally d’Andona nel 2013, si tratta non solo di una grande emozione, ma anche di un record assoluto: con questo risultato infatti, Kubica ha stabilito il primato di maggior numero di GP trascorsi tra due piazzamenti a punti.
Essendo giunto per l’ultima volta a punti nel Gran Premio d’Abu Dhabi 2010, sono infatti passati 168 da allora, poco più di otto anni prima di rientrare nei piazzamenti a punti. Una storia bellissima di sport, meritata per un pilota ed un uomo che ha dovuto combattere contro un problema fisico per poter esser di nuovo in corsa tra i grandi della F1.