Il summer break per le scuderie di F1 non significa soltanto motori spenti e sedi chiuse ma è anche il tempo per i primi bilanci. Mai come quest’anno per i team di centro gruppo questa si rivela un’operazione “delicata”: le prime 12 gare ci hanno raccontato infatti di un midfield equilibrato, dove non è quasi mai stato possibile individuare una chiara gerarchia. Non per questo però non è possibile tirare le somme prima di andare in Belgio per l’inizio della seconda parte di stagione. E non mancano le note positive e quelle negative.
McLaren – Renault
Stabilità. Questo è il termine che più si addice alla nuova scuderia di Woking. Nuova, infatti il vento del cambiamento arrivato alle prime luci di questa stagione ha portato un clima positivo all’interno del team inglese che nella prima parte di questo campionato ha dimostrato una costanza mai mostrata in passato. Ogni tassello sembra essere stato finalmente posizionato al proprio posto: vettura, piloti, organico. Il binomio Sainz-Norris si è rivelato vincente, l’esperienza di quasi quattro anni nel circus dello spagnolo mixata con il talento del giovane inglese ha portato in alto una vettura decisamente differente rispetto a quella degli scorsi anni, veloce ed affidabile. In pochi mesi poi, Andreas Seidl, assieme al suo equipe è riuscito a mettere ordine quello che era un cantiere senza piani ben chiari. Ora invece i piani per il futuro sembrano esserci esserci eccome. Tutto ciò ha condotto quindi la squadra di bandiera inglese in una situazione di tranquillità anche in termini di classifica. Nonostante la lotta serrata a centro gruppo, il quarto posto è al momento affare della sola scuderia di Zak Brown, che ha fatto il vuoto alle proprie spalle. Soprattutto nelle gare estive le monoposto arancio papaya sono state fermamente all’interno della top 10, spesso subito alle spalle dei top team, lasciando intendere che il target per il futuro è proprio lì davanti.
Toro Rosso – Honda
Il meteo in casa Toro Rosso è sereno poco nuvoloso. Nonostante non ci sia stata una completa linearità nei risultati, quando sono stati ottenuti sono arrivati punti pesanti, ne è un esempio il podio di Hockenheim che tuttora riveste un ruolo importante in termini di classifica. La STR 14 è una vettura che spesso si è mostrata veloce, soprattutto sui tracciati a basso carico, notizia positiva in vista di Spa e Monza. C’è però un’incognita legata all’immediato futuro, riguarda la nuova line-up dei piloti, con il ritorno di Gasly sul sedile di Faenza. Sebbene il francese lo scorso anno abbia dato soddisfazioni ai ragazzi dello junior team di Helmut Marko, ora bisogna prendere in considerazione la componente psicologica in seguito alla retrocessione, a ciò dobbiamo aggiungere la pressione dovuta all’ottenere risultati utili nelle prossime otto gare per evitare il definitivo appiedamento.
Renault
Quello del team transalpino è un sesto posto che suona come una momentanea sconfitta. L’obiettivo minimo della squadra francese all’alba di questo campionato era quello di confermarsi quarta forza per piazzare le basi per un futuro da top team. Abiteboul vede invece il suo team navigare in acque totalmente differenti da quelle previste. Facendo un confronto con la situazione di dodici mesi fa, oggi la Renault conta meno della metà dei punti ottenuti nella prima parte del 2018, un bottino che oggi appartiene all’unico team cliente dei francesi, la McLaren. In questa prima parte di stagione è sicuramente mancata la costanza nei risultati, abbiamo infatti assistito a weekend da quarta forza alternati a fine settimana in cui persino la qualificazione per il Q2 al sabato era un affare non poco complicato. Rimangono quindi nove gare per scoprire quale sia la vera identità di una Renault difficile da comprendere.
Alfa Romeo Racing – Ferrari
La prima parte di campionato per la scuderia che porta il nome del Biscione è da considerarsi positiva, sin dall’Australia ha quasi sempre ben figurato grazie a buone prestazioni sia in qualifica che in gara. Non sono mancate le difficoltà che portano la firma del terzetto Spagna-Monaco-Canada e poi la Germania (squalifica ancora unger investigation). Al di fuori di queste tappe i ragazzi di Frederic Vasseur si sono sempre portati a casa una pagnotta che gli ha permesso di farsi strada in campionato. Bisogna sottolineare come il bottino in termini punti sia quasi completamente opera di Kimi Raikkonen, ma il nostro Antonio Giovinazzi sta crescendo, lo ha dimostrato nelle gare estive. Senza dimenticare che arrivava da due stagioni in cui in F1 aveva disputato due GP e qualche prova libera in seguito, e poi, confrontarsi con un campione della stoffa di Kimi, sarebbe impresa ardua per chiunque.
Racing Point – Mercedes
Forse ci si aspettava di più dal team delle pantere rosa. In passato lo scoglio più grande era quello economico, eppure la squadra otteneva spesso dei risultati più che dignitosi, mostrando i muscoli agli avversari più ostici del midfield. Nella prima stagione dopo l’acquisizione da parte di Mr. Stroll che ha tolto dai guai economici in cui si stava cacciando la ex Force India, i risultati non hanno finora rispecchiato le aspettative. Spesso le prestazioni in qualifica hanno inciso negativamente su diversi fine settimana, fatta eccezione della sola Germania infatti, almeno una delle due monoposto infatti è sempre rimasta esclusa nel Q1. Proprio dall’appuntamento di Hockenheim ha però debuttato una versione B della monoposto che, secondo quanto affermato dalla squadra, sembra aver portato i frutti desiderati. È questo il punto chiave da cui ripartirà una seconda frazione di campionato in cui l’obiettivo non può che essere quello di dare un risvolto differente all’annata.
Haas – Ferrari

La penultima posizione dopo 12 Gran Premi non era certamente fra i piani di inizio stagione di Gunther Steiner e dei suoi ragazzi. Un anno fa la scuderia Italo-Americana era in lotta per la quarta piazza fra i costruttori, posizione che sarebbe poi sfumata solo agli sgoccioli del campionato. Le cause di questa prima parte deludente non sono da relegare ad un unico punto fermo, bensì ad un pacchetto che non ha funzionato secondo le previsioni. La monoposto si è rivelata difficile da comprendere sin dai primi weekend, soprattutto in ottica comprensione delle gomme 2019, punto sulla quale Mr. Gunther non si è mai nascosto. Gli aggiornamenti portati di gara in gara non hanno portato benefici, forse complicando ulteriormente la situazione, tanto che prima della pausa estiva si è dovuti tornare al telaio che aveva debuttato a Melbourne. Anche i piloti non hanno dato il loro massimo contributo, talvolta mostrando in pista un atteggiamento da mani nei capelli al muretto e dando vista di un clima poco sereno all’interno del box.
Williams – Mercedes
Ci risulta complesso trovare del positivo in un campionato in cui l’obiettivo non può che essere rivolto verso il futuro piuttosto che sull’immediato, le prestazioni sono decisamente inferiori a quelle dei diretti competitors. Eppure delle note incoraggianti, seppur piccole, le possiamo scovare. Sebbene a vista d’occhio sembra non essere cambiato nulla da inizio campionato ad oggi, c’è stato un miglioramento in termini di performance sul giro. C’è poi un altro dato incoraggiante non poco, entrambe le macchine infatti sono sempre arrivate al traguardo, mai un ritiro dall’Australia all’Ungheria. Se fossimo in un qualsiasi altro orizzonte si potrebbe affermare il celebre detto, “chi va piano va sano e va lontano”, ma qui siamo in F1…
confronto punteggi team 2018 vs 2019
Rising stars ✨
Room for improvement 💪How the #F1 teams compare to themselves 12 months on 🗓 pic.twitter.com/D9RZYg6VKF
— Formula 1 (@F1) August 23, 2019