Immerso nelle colline delle Ardenne, il circuito situato vicino alla cittadina di Francorchamps, è considerato come una sorta di “università della Formula 1” per la sua varietà di curve veloci, cambi di pendenza e lunghi rettilinei. La sua completezza fa sì che sia il circuito preferito di molti piloti.
Quella di domenica 1° settembre sarà l’edizione numero 42 del GP, ma dalla prima edizione ad oggi, il tracciato è cambiato molto, in primis sulla lunghezza: da 14.9 km si è passati a poco più di 7 km, che lo rendono comunque il tracciato più lungo del mondiale.
Il circuito di Spa-Francorchamps è composto da ben 19 curve, ma solamente 3 sono caratterizzate da frenate con alte energie in gioco. Inoltre, gli impianti godono sia dei curvoni veloci (come Eau Rouge e Blanchimont) che dei lunghi rettilinei presenti per raffreddare a dovere i materiali. Temperature che possono addirittura creare il problema opposto: soprattutto in caso di condizioni metereologiche avverse, potrebbe verificarsi un eccessivo raffreddamento dei freni.
Il circuito belga è dunque stato indicato dai tecnici Brembo come fra i più impegnativi per i freni. Facendo segnare un indice di difficoltà di 4, in una scala da 1 a 5.
L’impegno dei freni durante il GP
Nonostante il circuito sia il più lungo dell’intero calendario (7.004 metri), a Spa-Francorchamps i freni sono usati soltanto 7 volte al giro: come in Austria, circuito però fra i più corti del mondiale. In termini di tempo, i piloti usano i freni per soli 13 secondi al giro, il 13 per cento della durata del Gran Premio.
I tecnici Brembo hanno determinato che ogni pilota dovrà esercitare un carico di 35 tonnellate e mezzo sul pedale del freno: circa metà rispetto ai valori di una pista come Monaco.
Le frenate più impegnative
Delle 7 frenate di cui è composto il Circuit de Spa-Francorchamps, solo 3 sono classificate come impegnative per i freni, 2 sono di media difficoltà e 2 sono leggere.
La frenata più impegnativa è sicuramente quella della curva 18, una volta chiamata “chicane Bus Stop”. Qui le monoposto vi arrivano ad una velocità di 321 km/h e scendono a 91 km/h in soli 128 metri e 2.71 secondi. La decelerazione arriva fino a 5,8 g.
Anche la prima curva risulta piuttosto impegnativa per gli impianti. Pur non essendo lunghissimo, il rettilineo di partenza consente alle monoposto di arrivare fino a 303 km/h. I piloti devono esercitare 171 kg sul pedale del freno per scendere a 85 km/h, subendo ben 5,3 g di decelerazione. La terza frenata più difficile è quella di “Les Combes”, che arriva al termine del rettilineo del Kemmel. Qui le vetture raggiungono la velocità massima: 339 km/h per arrivare fino a 164 km/h in 127 metri. 4,9 sono i g di decelerazione.