Quando ha tagliato il traguardo ancora una volta da vincitore in Ungheria, si sono sprecati gli elogi per Lewis Hamilton dimenticando, forse, l’enorme valore della gara condotta da Max Verstappen. Questa può essere una voce fuori dal coro ma ritengo che il vero vincitore del Gp di domenica sia stato proprio l’olandese. La gara, semmai, l’ha persa la Red Bull. Persa fino a un certo punto, ovvero di strategia perché, pur avendo mostrato grandi progressi nelle ultime 4-5 gare, la RB15 non vale ancora la Mercedes W10. Hamilton ha vinto. Ok.
Una grande gara quella del pilota inglese, a coronamento di una bella rimonta e in cui ha dimostrato un’altra volta ancora di essere un campione. Ma non ha fatto vedere nulla di nuovo rispetto a quanto già non sapessimo su di lui. Ha confermato soprattutto la sua migliore capacità: quella di non commettere errori quando è sotto pressione e quando lo scenario di una gara impone di andare al massimo. Non sbaglia nelle fasi calde e ciò lo qualifica rispetto ai piloti bravi ma non campioni o ad altri campioni (tipo Vettel). Domenica, però, Max Verstappen è stato monumentale. Ha fatto vedere qualcosa in più. Con una monoposto, lo sottolineo, non ancora al livello della miglior Mercedes, ha compiuto un’immensa prodezza in qualifica staccando un tempo eccezionale che gli è valso la pole position, infliggendo al team mate Gasly circa 1”.
Poi in gara, oltre a manifestare la sua innata velocità, è stato semplicemente perfetto nel capitalizzare abilmente ogni situazione a proprio vantaggio. Aspetto, quest’ultimo, emerso in tutta la sua grandezza nella sfida diretta con Lewis Hamilton. Che non è proprio l’ultimo arrivato in F1, bensì il pilota ritenuto il migliore attualmente in circolazione. Quando l’inglese si è avvicinato minacciosamente in quanto il suo pacchetto vettura-gomme ne aveva di più, ha respinto i suoi attacchi sfruttando, con un pizzico di fortuna, il drs in scia ai doppiati. Non si è lasciato sorprendere dall’azione di Hamilton alle sue spalle, senza mai scomporsi e rintuzzando ogni tentativo della freccia d’argento alle sue spalle.
Poi ha compiuto il capolavoro in fase di pieno corpo a corpo con Lewis al 39° giro. Con una Mercedes nettamente più veloce della sua Red Bull ha ingannato il cinque volte campione del mondo costringendolo all’errore in fase di sorpasso in curva 4, mostrando nervi saldi, personalità, furbizia e razionalità molto precoci per un driver di soli 21 anni. Ma già molto esperto e ormai al top assoluto. Quando ha visto Hamilton incollato ai suoi scarichi gli ha offerto l’esterno della curva a gomito sapendo che superare in quella posizione è impossibile. In prossimità della curva ha anche rallentato ulteriormente per lasciarlo fare e Lewis è caduto nella trappola finendo fuori pista pur di tentare la manovra, rischiando di compromettere la gara.
Da quel momento, forse accusando il colpo avendo saggiato la forza di Verstappen, ha ben pensato di stare a debita distanza da Max e la vittoria gliel’ha poi confezionata la Mercedes con il cambio di strategia. Una mossa disperata per agguantare la vittoria, visto che Hamilton non riusciva a sopravanzarlo. Ce l’ha fatta a tre giri dalla fine ma con gomme nettamente più veloci e fresche della Red Bull. In quelle condizioni superare chi ti sta davanti non è un’impresa da scrivere negli annali, fermo restando che la rimonta è stata comunque notevole. La vera audacia, invece, è stata sfoggiata proprio da Max Verstappen che, nella sfida diretta a duello ha prevalso su Lewis Hamilton, con un mezzo inferiore. Mentre, a parità di macchina, ha doppiato il compagno Gasly. Come se i due guidassero cose diverse ma in realtà avevano la stessa RB15 tra le mani. In queste sfumature si è avuta la dimostrazione più bella e limpida dell’eccezionale potenziale di un campione del futuro.