Ferrari in attesa di conferme, anzi, di alte conferme ai vertici assoluti della F1 nell’imminente weekend del Gp di Russia. Dopo la micidiale tripletta di vittorie inflitta a Mercedes e a Red Bull tra Spa e Singapore condita dal primo e secondo posto nel Sud-est asiatico, adesso a Maranello si sogna l’esaltante poker. Se non addirittura di far man bassa di queste ultime sei gare del Mondiale. Ma in casa Ferrari sono anche i primi a stare con i piedi per terra perché gli avversari rimangono tosti e forti, anche se in questo momento in chiara difficoltà nel tenere il passo della Rossa. Che, forse, potrebbe invece avere maggiori scossoni al suo interno piuttosto che nel confronto diretto con la concorrenza.
La perentoria e meritata affermazione di Sebastian Vettel a Marina Bay è stata un toccasana in primis per il campione tedesco ma anche per il team, che ha ritrovato quella che alla vigilia del 2019 doveva essere la propria punta di diamante. La gioia con cui i meccanici e l’intera équipe del Cavallino presente a Singapore hanno accolto il trionfale rientro di Vettel ai box dopo aver tagliato vittorioso il traguardo è emblematica. Eppure, potrebbe non essere tutto oro quello che luccica. Perché la freschezza, l’enorme talento e le inebrianti imprese di Spa e Monza firmate da Charles Leclerc, assieme al periodo buio vissuto fino a domenica scorsa da Vettel, hanno offuscato di molto l’immagine di quest’ultimo.
Non solo. Come non di rado accade in questi casi, le prodezze e l’istintiva velocità di Leclerc potrebbero anche aver fatto innamorare più di un membro della squadra Ferrari al punto da preferire Charles a Sebastian. Uno scenario che, ad euforia conclusa per la sbornia della fantastica doppietta ferrarista, viene considerato assolutamente reale dall’ex responsabile dell’ufficio stampa della Rossa Alberto Antonini che, su Formula Passion, ha scritto: “È abbastanza vero che ormai lo spogliatoio, pardon il box, è spaccato in due. Ma in questo momento sono problemi piacevoli da avere”. Piacevoli a patto che siano divisioni da intendere come sana competizione nel team con l’obiettivo di rendere la Ferrari sempre più forte”.
Perché se invece questo aspetto dovesse sfociare in tensioni, gelosie o dispettucci tra fazioni stile guelfi-ghibellini allora sarebbero tutt’altro che positive. E qui entra in gioco Mattia Binotto, il cui ruolo impone di vigilare che ciò non accada incanalando un’eventuale rivalità interna tra due forze contrapposte all’interno della stessa squadra verso il meglio per il brand Ferrari in F1. Compito sicuramente non facile ma l’ottimo tecnico di Losanna, promosso da quest’anno team principal, sta dimostrando piano piano di saperci fare, con la mitezza e l’incisività che lo contraddistingue. Di sicuro, non starebbe certo con le mani in mano se eccessive rivalità interne dovessero rovinare la crescita e gli equilibri di una scuderia, che proprio adesso sta iniziando a funzionare davvero bene.