Difficile, nel mondo del Circus odierno, avere una chiara idea della persona e non solo del pilota, o almeno non farsi influenzare dalla sua reputazione in pista: freddezza, distacco e assenza di empatia non aiutano certo a capire il lato più umano dei nostri idoli, di quelli che le domeniche guidano e basta. No, non guidano e basta: ognuno ha i propri tarli, i propri punti di forza, le proprie debolezze psicologiche, ma difficilmente ne siamo a conoscenza. E’ il lato più romantico di questo sport, e Sebastian Vettel ne ha dato un assaggio nella intervista rilasciata a Motorsport.com durante il week end del Gran Premio del Messico.
Le sue dichiarazioni hanno il tono di quelle di un gran saggio della Formula Uno, un senatore che ha saputo bene cosa vuol dire essere giovane e pimpante e sa anche meglio come ci si senta ad avere un’esperienza ormai enorme in questo sport. Tanti i punti toccati tra cui quello riguardante il bilancio complessivo della stagione 2019:
“Tutto sembrava essere iniziato nel verso giusto: nel primo giorno di test a Barcellona la macchina ha risposto benissimo, era subito veloce, inizialmente più della concorrenza, anche se poi Mercedes e Red Bull hanno fortemente recuperato col passare dei giorni. Abbiamo capito che non eravamo abbastanza competitivi dopo le prestazioni altalenanti (ma con un trend negativo) di inizio stagione e ci siamo subito rimboccati le maniche per cercare di recuperare il distacco”.
Questo nella prima parte dell’annata, poi la svolta:
“Poi è arrivata Singapore che ci ha dato una nuova forza grazie agli aggiornamenti aerodinamici: da lì è aumentata anche la mia fiducia nei confronti della macchina e, infatti, sono riuscito a vincere la gara. Questo ci da fiducia anche per l’anno prossimo, considerando che l’auto 2020 sarà un’evoluzione di quella odierna”.
Parole al miele riguardo il suo amico-nemico in pista Lewis Hamilton che è in procinto di vincere il suo sesto titolo mondiale:
“Possiamo sicuramente annoverarlo tra i più grandi della storia di questo sport: i numeri parlano chiaro. Dopo Schumacher si deve mettere Lewis. Ovviamente è sbagliato fare delle comparazioni tra epoche ma comunque posso dire che è il migliore di questo periodo storico”.
Come un padre nei confronti dei figli, Vettel parla anche dei colleghi più giovani, i quasi millennials della Formula Uno:
“Adesso sono più1impegnati a guardare il cellulare e frequentare i social ma questo è figlio dei tempi; ci sono piloti come Verstappen, Leclerc e Russell che sono davvero velocissimi e rappresentano il futuro di questo sport. Sono davvero contento che ci sia un invasione di piloti giovani e veloci perché vuol dire che la meritocrazia funziona e che i sacrifici, anche economici, vengono premiati”.
In chiusura, Seb spende un pensiero romantico e un messaggio d’amore al suo team:
“Non mi sono mai pentito di aver scelto la Ferrari: è il team più prestigioso della Formula 1, il più grande di questo sport, ma poi spetta a noi far diventare la macchina più prestigiosa anche quella più veloce. Il sogno di portare un titolo a Maranello è ancora vivo più che mai e non mi arrenderò”.