Il circus della Formula 1 si sposta per la 17ma tappa stagionale nell’estremo oriente, precisamente in Giappone, a Suzuka. Situato nella prefettura di Mie, il Suzuka International Racing Course ha esordito in F1 32 anni fa.
La pista, di proprietà della Honda, è famosa per l’unicità della sua forma a 8. Per ben quattro volte ha cambiato configurazione, ma rimanendo un tracciato molto guidato, con molti curvoni veloci e un utilizzo minimo dei freni.
Per queste ragioni, i tecnici Brembo hanno classificato il circuito giapponese come scarsamente impegnativo per i freni, con un indice di difficoltà di 2 su una scala da 1 a 5.
L’impegno dei freni durante il GP
Nonostante la presenza di 18 curve, i freni vengono utilizzati solo in 8 occasioni, in termini di tempo, poco più di 13 secondi al giro. Le poche frenate, fanno sì che per quanto riguarda la decelerazione massima, la media sul giro è di circa 2,8 g, record negativo fra le piste in calendario.
Ad ogni giro, i piloti devono esercitare sul pedale del freno 29 tonnellate di pressione, anche questo valore piuttosto modesto.
Le frenate più impegnative
Come detto, il Suzuka International Racing Course si compone di 8 frenate, di cui solo 2 considerate dai tecnici Brembo impegnative per i freni, le restanti 6 sono considerate leggere.
La frenata più impegnativa in assoluto per gli impianti frenanti è sicuramente quella di curva 16. Qui le monoposto vi arrivano a 315 km/h, rallentando repentinamente fino a 103 km/h in soli 120 metri. La frenata dura 2,41 secondi e i piloti devono affrontare una decelerazione di 5,3 g.
Minore ma comunque di rilievo è la frenata di curva 11 (il cosiddetto Hairpin). Qui si scende da 284 a 80 km/h in circa 2,82 secondi. Più abbordabile la decelerazione: 3,5 g.