Gp Messico F1 2019: Ferrari e il rimedio contro la paura!
In Messico è andato in scena il diciottesimo Gran Premio della stagione di Formula 1 e la Ferrari ha sciupato ancora una volta una qualifica eccezionale, culminata in un primo e in un secondo piazzamento, ottenendo un solo pilota sul podio.
Più volte, e non solo durante il corso di questa stagione, la Ferrari si è trovata con tutte le carte in tavola per poter sbaragliare la concorrenza, eppure, soltanto pochissime volte le potenzialità della Rossa si sono davvero concretizzate sotto la bandiera a scacchi.
Cosa non ha funzionato questa volta all’autodromo intitolato ai fratelli Rodríguez? I piloti? La vettura? I meccanici ai box? La strategia?
Personalmente, io credo che nessuno di questi fattori abbia compromesso la gara del Cavallino (ok, forse l’errore durante il secondo pit di Leclerc non ha aiutato) ma che il problema stia molto più alla radice e che sia molto più difficile da correggere rispetto a un algoritmo che può aiutare gli strateghi a dire chi, quando e come deve rientrare ai box.
I piloti si sono comportati entrambi egregiamente, soprattutto Sebastian Vettel il quale durante il primo stint di gara ha dimostrato un passo gara e una gestione delle gomme da vero fuoriclasse. Il talento di Vettel è venuto fuori già in partenza ma anche nel momento in cui il tedesco ha deciso di rimanere in pista dopo il pit stop anticipato di Lewis Hamilton. Invece Charles Leclerc non è stato tanto impeccabile quanto il compagno, sia nella gestione delle gomme durante il secondo stint, sia nella visione di gara globale; ma questo non si può di certo criticare a un appena ventiduenne alla sua seconda stagione in Formula 1.
Per quanto concerne la vettura, la SF90 ha passato il test dell’altitudine di Città del Messico risultando la vettura più efficace in qualifica e con un buon passo gara la domenica. Forse nel complesso si è dimostrata leggermente inferiore alla Mercedes, ma non al punto tale da escluderla completamente dai giochi.
Per quanto riguarda la strategia… a posteriori quella scelta dalla Ferrari non si è dimostrata la più efficace, ma chi poteva prevederlo? Sulla carta la strategia di Leclerc era la più veloce, e anche la scelta di Vettel di rimanere fuori dopo il cambio gomme anticipato di Hamilton è sembrata la più saggia. La Mercedes dalla sua non aveva nulla da perdere e ha così potuto rischiare giocandosi la carta della sosta unica e del pit anticipato con Lewis. Ma sempre di rischio stiamo parlando e la Ferrari non avrebbe mai avuto alcun motivo per dover rischiare quanto hanno fatto quelli della Stella.
Da quanto visto durante le prove libere di sabato e venerdì, e stando ai dati elaborati dalla Pirelli, la scelta di una gara su due soste sarebbe stata la più azzeccata (c’era anche chi in Pirelli non escludeva la possibilità di farne addirittura tre) ma domenica le condizioni meteo hanno scombussolato tutto. Era prevista pioggia ma è arrivato il sole e il caldo; così le gomme hanno iniziato a funzionare alla grande e Max Verstappen ha potuto montare la gomma Hard al giro 5 e arrivare tranquillamente alla bandiera a scacchi senza risparmiarsi dopo la bellezza di 66 giri passati in rimonta, tra sorpassi a ruote bloccate e auto danneggiata. E, sempre così, Lewis Hamilton è riuscito a gestire la stessa gomma bianca per quasi cinquanta giri senza riscontrare il minimo degrado e calo di performance, sorprendendo in primis sé stesso ma anche gli scommettitori del box Mercedes.
Il vero problema patito dalla Ferrari in Messico è stato ancora una volta il timore. La paura incondizionata nei confronti degli avversari e la poca fiducia nei propri mezzi che ti porta a marcare Albon con Leclerc. Una mossa di certo non stupida ma sicuramente timorosa; segno dell’inadattabilità dell’universo Ferrari agli imprevisti. Soltanto l’esperienza e le capacità di Sebastian Vettel nel leggere la gara hanno in parte arginato il problema. Ma Leclerc, condannato dall’inesperienza e la giovane età, è stato completamente avvolto da questa decisione timorosa arrivando a perdere addirittura il podio dopo essere partito dalla pole.
Qual è, dunque, il rimedio contro la paura del Cavallino? La risposta può sembrare in parte banale, in parte scontata: vincere. E per vincere la Ferrari ha principalmente bisogno di una mentalità vincente, la quale passa in primis dalla fiducia nei propri mezzi. Quella che Sebastian Vettel sembra aver recuperato dopo la vittoria di Singapore.
GP MESSICO F1 2019 ORDINE D'ARRIVO - Domenica 27 Ottobre 2019 Pos Nr Pilota Team Tempo/Gap 1 44 L. Hamilton Mercedes 2 5 S. Vettel Ferrari + 1"766 3 77 V. Bottas Mercedes + 3"553 4 16 C. Leclerc Ferrari + 6"368 5 23 A. Albon Red Bull + 21"399 6 33 M. Verstappen Red Bull + 68"807 7 11 S. Perez Racing Point + 73"819 8 3 D. Ricciardo Renault + 74"924 9 10 P. Gasly Toro Rosso + 1 giro 10 27 N. Hulkenberg Renault + 1 giro 11 26 D. Kvyat Toro Rosso + 1 giro 12 18 L. Stroll Racing Point + 1 giro 13 55 C. Sainz McLaren + 1 giro 14 99 A. Giovinazzi Alfa Romeo + 1 giro 15 20 K. Magnussen Haas + 2 giri 16 63 G. Russell Williams + 2 giri 17 8 R. Grosjean Haas + 2 giri 18 88 R. Kubica Williams + 2 giri 19 7 K. Raikkonen Alfa Romeo - 20 4 L. Norris McLaren - CLASSIFICA PILOTI F1 2019 1 L. Hamilton Mercedes 363 2 V. Bottas Mercedes 289 3 C. Leclerc Ferrari 236 4 S. Vettel Ferrari 230 5 M. Verstappen Red Bull 220 6 P. Gasly Toro Rosso 77 7 C. Sainz McLaren 76 8 A. Albon Red Bull 74 9 S. Perez Racing Point 43 10 D. Ricciardo Renault 38 11 L. Norris McLaren 35 12 N. Hulkenberg Renault 35 13 D. Kvyat Toro Rosso 34 14 K. Raikkonen Alfa Romeo 31 15 L. Stroll Racing Point 21 16 K. Magnussen Haas 20 17 R. Grosjean Haas 8 18 A. Giovinazzi Alfa Romeo 4 19 R. Kubica Williams 1 20 G. Russell Williams 0 CLASSIFICA COSTRUTTORI F1 2019 1 Mercedes 652 2 Ferrari 466 3 Red Bull 341 4 McLaren 111 5 Renault 73 7 Toro Rosso 64 6 Racing Point 64 9 Alfa Romeo 35 8 Haas 28 10 Williams 1
GP MESSICO F1 2019 – VIDEO