Questo weekend la Formula 1 sarà di scena in Messico, nella prima tappa della trasferta americana che comprende anche Usa e Brasile. Il circuito, collocato nella periferia di Città del Messico, è dedicato alla memoria dei fratelli Ricardo e Pedro Rodríguez, entrambi scomparsi in incidenti in pista. L’autodromo ha ospitato tutte le 15 edizioni del Gran Premio del Messico in 3 distinte fasi: dal 1963 al 1970, dal 1986 al 1992, e il rientro in calendario dalla stagione 2015.
L’altezza di 2.229 metri, a cui il circuito è situato, comporta la difficoltà di raffreddare a dovere gli impianti frenanti a causa della rarefazione dell’aria. Impianti che sono messi a dura prova anche dalle velocità raggiunte, le più alte dell’intero calendario (l’anno scorso Kimi Raikkonen su Ferrari ha raggiunto i 362 km/h), ma ad incidere sono anche le temperature dell’asfalto, che possono superare i 40 gradi.
Le particolari condizioni della pista costringono le squadre a portare per l’occasione prese d’aria per i freni con la più ampia apertura possibile, così da mantenere le temperature d’utilizzo nei limiti consentiti. L’Autódromo Hermanos Rodríguez è per questo dichiarato dai tecnici Brembo come altamente impegnativo per gli impianti frenanti. In una scala da 1 a 5, ha fatto segnare un indice di difficoltà di 5.
L’impegno dei freni durante il GP
Dal semaforo verde alla bandiera a scacchi, i piloti utilizzano i freni per il 20 percento del tempo, circa 15 secondi al giro. L’energia dissipata (258kWh) e il carico sul pedale del freno (53 tonnellate) sono valori piuttosto alti che comportano stress ai materiali d’attrito ma anche ai piloti.
I valori di decelerazione media sono invece fra i più bassi del mondiale: solo 3,3 g. Infatti, se il primo settore è caratterizzato da due lunghissimi rettilinei, le sezioni centrale e finale della pista sono lente e tortuose.
Le frenate più impegnative
L’Autódromo Hermanos Rodríguez presenta 10 frenate, di cui 3 sono considerate impegnative per i freni e 7 sono leggere. La frenata più difficile per gli impianti è sicuramente quella di curva 1, che arriva dopo il rettilineo di partenza. Le monoposto vi arrivano a 362 km /h e scendono a 110 km/h in soli 145 metri. La decelerazione massima arriva a ben 5,4 g.
Anche la frenata di curva 4 è piuttosto provante per i freni, arrivando anch’essa dopo un rettilineo in cui si usa il DRS. Qui si passa da 338 a 105 km/h in soli 129 metri e la decelerazione arriva a 5,3 g.
L’altra frenata considerata impegnativa è quella di curva 12, che pur essendo in salita viene affrontata a 324 km/h, qui le monoposto scendono a 137 km/h in soli 1,93 secondi e 114 metri, la decelerazione è comunque di ben 4,6 g.