Il Gp del Messico ha visto vincitore l’ormai quasi riconfermato campione del mondo Lewis Hamilton, autore di una gestione di gara magistrale.
Al termine della corsa, ad auto ferme, si è potuto scorgere il fondo della Mercedes W10 numero 44, con un evidente danno nella zona laterale sinistra. Questo dovuto al contatto al via con la Red Bull di Max Verstappen, dove ancora una volta le doti del pilota inglese gli hanno permesso di saper gestire una situazione di “pericolo”, evitando un incidente, e iniziare la sua rimonta.
Il danno al fondo, non ha inciso sulla vittoria finale, ma in termini di tempo medio al giro si stima che sia costato 1-2 decimi al giro. Essendo avvenuto alla prima curva del primo giro, percorrendo un totale di 71 giri, potenzialmente Hamilton avrebbe perso a fine gara fra i 7 e i 10 secondi. Questa naturalmente è un semplice stima abbozzata, ma che ci da l’idea su quello che era il potenziale della Mercedes in gara in Messico.
Probabilmente Vettel, giunto secondo, avrebbe avuto un distacco finale intorno ai 10 secondi, confermando quanto si era visto a livello di potenziale Mercedes in gara a Suzuka.
Analizzando il danno al fondo, lo squarcio è avvenuto nella zona dove vi sono i condotti “a binario”, che vanno a pulire tutte le turbolenze, portando aria al diffusore. Si sono anche staccate le derive verticali della zona centrale che vanno a ridurre il tyre squirt sulle gomme posteriori. Il danno si è protratto fino alla zona degli “slot” per l’aria posti prima dello pneumatico.
Nell’illustrazione sopra abbiamo messo in evidenza il tratto di fondo venutosi a staccare durante il contatto al via la Mercedes e la Red Bull. Il tutto ha generato uno scompenso di carico fra il lato sinistro (danneggiato) e quello destro della W10.
In questa video analisi, l’esperto di tecnica Fabiano Vandone, ci mostra nel dettaglio quello che in Messico forse non è stato un successo tanto casuale da parte di Mercedes: