Bilancio F1 2019: La McLaren è la vera sorpresa della stagione
Quest’anno spesso abbiamo parlato di un centro griglia davvero equilibrato, ricco di battaglie fra i competitors di questa fascia, sia in gara che in qualifica, dove i distacchi sono stati numerose volte minimali. È proprio in tale contesto che si risalta ancor di più una stagione come quella disputata dalla scuderia di Woking. La McLaren ha imboccato la buona strada per tornare ai piani che la sua lunga storia le ha spesso riservato.
Il team sembra essere rinato dopo aver intrapreso un trend positivo culminato con il trofeo rimediato in Brasile dopo aver conquistato un podio che mancava dall’ormai lontano 2014, agli albori dell’era turbo-hybrid. Un’era che fino a dodici mesi fa era stata caratterizzata da incertezze e difficoltà, periodi di crisi e talvolta, bassi fondi delle classifiche. Il quarto posto nella classifica costruttori, ottenuto con un nutrito vantaggio sul team che fornisce loro i motori, è il perfetto riassunto del salto di qualità compiuto nel 2019.
L’andamento della stagione
Il campionato non era cominciato così in gran spolvero come il risultato conclusivo potrebbe far pensare, in occasione dei primi tre Gran Premi infatti la squadra contava un solo piazzamento a punti ottenuto in Bahrain. I sospetti di un’altra possibile stagione altalenante sono stati stroncati ancor prima del nascere, quando dal quarto appuntamento è arrivato un cambio di passo decisivo. Infatti dall’Azerbaijan fino alla pausa estiva, con la sola eccezione del round in Canada, la scuderia ha sempre lasciato le piste con un bottino in tasca.
Al rientro dalle vacanze il ritmo è andato calmandosi, anche se il quarto posto era già stato blindato in estate, quando era stato sfiorato il doppio delle lunghezze accumulate dalla quinta forza. Il finale di stagione è stato quindi davvero sorprendente, a dimostrazione che la concentrazione in squadra non si è mai abbassata, con tre doppi piazzamenti conquistati nelle altrettante gare conclusive che racchiudono anche il terzo posto di Interlagos.
Un po’ di numeri
Per tutti gli amanti dei numeri analizziamo ora la stagione della scuderia di Zak Brown attraverso qualche statistica interessante. La prima riguarda la frequenza più che positiva con cui sono stati ottenuti i punti. Le 145 lunghezze complessive sono state conquistate grazie a 16 piazzamenti utili su 21 gare. La metà di questi, è arrivata quindi con entrambe le monoposto fra le prime 10 al traguardo.
In F1 nulla è dato al caso, spesso nel risultato del fine settimana possono incidere anche i verdetti delle qualifiche. Nel caso della McLaren, per ben 17 volte quest’anno una almeno una vettura color papaya è scattata da una delle prime dieci caselle in griglia; in undici appuntamenti, anche la seconda macchina è riuscita a qualificarsi per il Q3 al sabato.
Spesso la scuderia di bandiera inglese non si è fatta trovare impreparata di fronte alle debacle dei top drivers, coniugando delle ottime gare con la possibilità di concludere in top 6; è avvenuto in 10 occasioni, otto delle quali per mano di Carlos Sainz che fra i primi sei si è infilato anche nella classifica iridata.
Le chiavi del successo
Come in una qualsiasi macchina che funziona alla perfezione, anche in una squadra che ottiene ottimi riscontri, i meriti vanno ad un sistema in cui tutte le componenti funzionano in maniera ottimale. I numerosi risultati utili sono arrivati grazie alla costanza mostrata nel corso dell’intero campionato, un fattore cruciale che si può coltivare soltanto grazie ad un duro lavoro da parte dei diversi reparti.
Uno di questi non può che essere quello legato alla ricerca e sviluppo, che settimana dopo settimana, senza mai farsi trovare con l’acqua alla gola, ha portato in pista nuovi aggiornamenti che anno contribuito all’ottenimento delle performance sia sul giro secco, sia in regime di gara.
Spesso in passato in passato avevamo parlato di una McLaren vittima di diversi problemi legati all’affidabilità, un fattore che bisogna sempre cercare di ridurre al minimo, così è stato fatto e quello che era stato a lungo un punto debole, si è trasformato in qualche casualità isolata.
E poi ci sono loro, Carlos Sainz e Lando Norris, due piloti che hanno dato un grande contributo perché tutto quello di cui abbiamo parlato finora potesse avvenire. La neo-coppia della brigata inglese ha dato alla squadra i feedback necessari per far crescere la monoposto nel corso della stagione. In pista i due si sono sempre tenuti lontani dagli errori, massimizzando i risultati ogni qual volta si sono presentate all’orizzonte buone occasioni.
Infine il contributo non può che essere arrivato da un capo brigata che ha saputo coordinare al meglio ogni operazione, si tratta di Andreas Seidl, il team principal che è subentrato qualche settimana dopo l’inizio di campionato, proveniente dall’ambiente Porsche nel Wec dove spesso aveva assaporato la vittoria.
I piani per il futuro
L’ottimo finale di stagione è testimoniato non solo dalla bacheca che contiene il trofeo ottenuto a due settimane dalla chiusura del campionato, bensì dalla linea positiva con cui i ragazzi inglesi hanno concluso il campionato, mostrando come non si sia mai voluta mollare la presa, neppure a risultato già consolidato.
Ora che è calato il sipario sul 2019 motoristico, la concentrazione si focalizza quindi su un 2020 in cui l’obiettivo non può che essere quello di confermare la leadership fra le forze di centro classifica, cercando di rosicchiare il divario con i top team. Oggi infatti la McLaren conta un terzo dei punti della terza forza del mondiale, la Red Bull.
Un altro obiettivo non può che essere quindi quello di accorciare un gap che si cercherà di colmare in un 2021 in cui tutti partiranno da un foglio bianco e in cui la squadra di Woking potrà contare sulla partnership con Mercedes, grazie alla fornitura dei motori da parte del costruttore sei volte campione del mondo.