Con il Gran Premio di Abu Dhabi archiviato, e con il campionato mondiale 2019 ormai entrato già a far parte della storia, c’è un dettaglio che non può in alcun modo passare inosservato.
Se si guarda la classifica costruttori, al 6° posto si nota la presenza della Toro Rosso motorizzata Honda, con 85 punti conquistati.
La domanda sorge spontanea: quanto è stato positivo il mondiale della scuderia faentina? Rispondere “tanto”, almeno per questa volta, può sembrare addirittura riduttivo. Due podi conquistati in un anno con due piloti diversi (fatto mai accaduto nella storia della sorella minore della Red Bull), cinque gare con entrambe le vetture a punti e con la maggior parte degli appuntamenti conclusi con almeno un pilota in zona punti.
Ma, oltre a questi dati incontestabili e brillanti, c’è una consapevolezza ancor più solida: nel 2019 la Toro Rosso ha fatto scendere in pista ben tre piloti, ottenendo risultati di assoluto rilievo da tutti e tre: Kvyat, Albon e Gasly, quest’ultimo subentrato proprio al posto del thailandese in un controverso scambio tra Red Bull e Toro Rosso.
Un’operazione di mercato che avrebbe fatto scoppiare malumori e crolli psicologici, e che invece il team ha convertito in motivazioni, aggressività e voglia di imporsi come una delle realtà più in crescita del circus.
Visti gli esiti, si può dire che a Faenza si può tranquillamente festeggiare, con meriti, il raggiungimento di questi obiettivi. Proprio sulla gestione dei piloti, con i loro confronti entusiasmanti e di alto livello, la Toro Rosso si è imposta come modello da seguire per tutte quelle squadra che intraprendono la difficile scelta di cambiare le carte in tavola a giochi in corso.
Una stagione tutta da rivivere, al limite della perfetta armonia tra uomini, piloti e vetture affidabili.
KVYAT VS ALBON
L’emozione dell’esordio assoluto in Formula 1 porta bene ad Albon, che stupisce la concorrenza ed il compagno di squadra qualificandosi davanti al pilota russo in griglia di partenza. In gara però emerge la maggior esperienza di Kvyat, che taglia in traguardo in zona punti davanti al thailandese.
Nei primi dodici appuntamenti della stagione, quelli in cui la coppia Kvyat-Albon ha corso sotto il tetto della Toro Rosso, entrambi i piloti sono stati protagonisti di un ottimo avvio di stagione.
Se si esclude la parentesi negativa in Azerbaigian ed il doppio “fallimento” ravvicinato negli appuntamenti in Austria e Francia, almeno una delle Toro Rosso ha sempre concluso un GP in zona punti. Oltre a ciò, in particolare a Monaco ed in Germania, i due alfieri della scuderia faentina hanno addirittura terminata la gara entrambi in zona punti. Ad Hockenheim, inoltre, Kvyat ha compiuto l’impresa di salire sul podio, conquistando un 3° posto ed un piazzamento tra i primi tre che mancava alla Toro Rosso dal Gran Premio dìItalia 2008 (in quella che, oltre al primo podio della storia, rimane ancora oggi la prima ed unica vittoria conseguita dalla Toro Rosso).
Nello scontro diretto tra i due piloti in termini di migliori piazzamenti, la sfida se l’aggiudica Daniil Kvyat, più volte davanti al suo compagno di squadra sia in qualifica che in gara. Nel ruolino di marcia delle qualifiche, il russo vanta un punteggio di 7 migliori qualifiche contro le 5 di Albon, mentre l’esito delle gare vede trionfare Kvyat sul thailandese per 8-4.
Un resoconto che, a metà campionato, conta relativamente. Di fronte alle ottime prestazioni del russo, l’esordiente Albon ha saputo tenere il passo di un pilota più esperto nella categoria, piazzandosi spesso in zona punti e contribuendo al 5° posto della Toro Rosso nella classifica costruttori al termine del Gran Premio d’Ungheria. E infatti, proprio nel pieno della pausa estiva, le performance di Albon non passano inosservate nemmeno alla Red bull, intenzionata ad appiedare il neo-acquisto Pierre Gasly dopo un avvio di stagione deludente da parte del francese.
E così, alla vigilia del Gran Premio del Belgio, viene ufficializzato lo scambio di piloti tra le due squadre sorelle: Albon promosso in Red Bull e Gasly retrocesso in Toro Rosso, lì dove era cominciata la sua esperienza in F1. Il francese si ritrova così di nuovo in squadra a fianco di Daniil Kvyat, un pilota che, curiosamente, aveva subito lo stesso trattamento nel 2016, quando il suo posto in Red Bull venne occupato da un giovanissimo e promettente Max Verstappen.
KVYAT VS GASLY
Chi si aspetta un Gasly demotivato o vittima di un crollo psicologico per aver sprecato l’occasione di compiere il definitivo salto di qualità, deve ricredersi sin dalla prima prova in Belgio. In un weekend funestato dalla tragica scomparsa di Anthoine Hubert in F2 e dalla prima vittoria in carriera di Charles Leclerc, passa quasi inosservata l’ottima gara del francese, che termina in zona punti insieme al compagno di squadra.
Un doppio risultato a punti che, oltre al Belgio, si ripeterà anche in altri due successivi appuntamenti: a Singapore e soprattutto in Brasile, lì dove Gasly coglie un clamoroso 2° posto in un finale pazzesco ad altissima tensione con Lewis Hamilton. Così facendo, Gasly conquista il primo podio della sua carriera in F1, riscattando un periodo nero in Red Bull e regalando il secondo podio stagionale per la Toro Rosso: doppio-podio in un singolo campionato. Nella storia della scuderia faentina, un fatto simile non era mai avvenuto.
Il piazzamento nella top 3 ad Interlagos è solo la ciliegina sulla torta della seconda parte di campionato di Pierre Gasly, che dal GP del Belgio all’ultimo appuntamento ad Abu Dhabi riesce a stare davanti al suo compagno di squadra in molte occasioni. Se Kvyat poteva godere di un vantaggio personale su Albon nella prima parte di mondiale, la situazione si ribalta completamente nella fase finale, con il russo che finisce molto spesso alle spalle di Gasly, soprattutto in qualifica.
Mentre in gara, nel confronto diretto, Gasly vince con 5 piazzamenti migliori su 4, al sabato il confronto è quasi impietoso: 7 volte Gasly davanti a Kvyat contro le sole 2 occasioni in cui si sono invertiti i ruoli. Un dato che non solo dimostra il riscatto d’orgoglio del francese dopo il benservito della Red Bull, ma che dovrà servire a Kvyat per tenere il passo del proprio compagno anche per il 2020, visto che entrambi i piloti saranno regolarmente presenti in griglia di partenza a bordo delle loro Toro Rosso.
Le ottime prestazioni di entrambi, comunque, sono valse il 6° posto finale in classifica costruttori per il team faentino, con 85 punti conquistati. E’ il miglior piazzamento di sempre insieme a quello raggiunto nel 2008.
Un punto di partenza chiaro ed evidente per ripartire con ancor più aggressività la prossima stagione, nella speranza che un team italiano possa avvicinarsi gradualmente alle posizioni nobili della F1.