Il circus saluta Nico Hulkenberg e Robert Kubica, due piloti estremamente diversi sul piano tecnico ma accomunati dallo stesso destino. Entrambi infatti, seppur con motivazioni differenti, hanno ottenuto molto meno di quanto ci si aspettasse dai promettenti inizi.
ROBERT KUBICA
Robert Kubica è un pilota di sostanza, abile e aggressivo, stroncato all’apice della carriera da un gravissimo incidente che gli ha procurato menomazioni permanenti. Spettacolare agli esordi in Formula 3 tanto da insidiare il futuro pluricampione del mondo Lewis Hamilton, nel 2005 passa alla F3.5 dominando il campionato e guadagnandosi la partecipazione ai test di Formula 1 con Renault. Siglerà un accordo con BMW Sauber per debuttare nella massima categoria al posto dell’infortunato Jacques Villeneuve, convincendo a tal punto da essere preferito al campione canadese. Alla terza gara a Monza coglie infatti il primo podio. La prima pole arriva nel 2008 in Bahrain, regalando un nuovo primato alla Polonia e alla BMW Sauber. Ad oggi si tratta dell’unica pole position ottenuta dalla casa svizzera. Benché retrocesso in griglia per discrepanze sul valore del carburante dichiarato, riuscirà a giungere terzo a soli cinque secondi dal vincitore, il ferrarista Massa. Nel corso della stessa stagione arriva anche la prima e unica vittoria in Canada. Kubica terminerà la stagione in quarta posizione, il miglior piazzamento in carriera. La strategia di sviluppo della BMW Sauber non funziona ed il 2009 è veramente negativo. L’unico raggio di luce arriva in Brasile, penultima tappa di campionato, ed in quell’occasione il pilota polacco è protagonista di un weekend sorprendente. Si qualifica ottavo sul bagnato e con un setup totalmente sbagliato mentre in gara insegue e ottiene la seconda posizione col motore in costante stato di surriscaldamento.
L’anno dopo, dopo il ritiro di BMW dal circus, passerà alla Renault. Kubica riesce a distinguersi soprattutto a Spa, Melbourne, Monaco e Suzuka, dimostrando di fare la differenza laddove conta veramente la bravura del pilota. Nel 2010 veniva difatti considerato al pari di Hamilton, Vettel e Alonso, ad un passo dall’affiancare lo spagnolo in Ferrari nel 2012. È un gravissimo incidente durante il Rally di Andora a compromettere irrimediabilmente la sua carriera. Kubica deve sottoporsi ad una serie di interventi chirurgici ma la mano destra rimarrà danneggiata per sempre. Nel periodo di riabilitazione, voci di corridoio asserivano che Kubica non sarebbe mai tornato a gareggiare. Il polacco, di tutto punto, si fa vedere in rete a intraversare la sua Skodia Fabia per poi ritornare alle competizioni rallistiche a fine 2012. È ancora indemoniato al volante e ha ancora fame di vittoria. Vincerà persino il WRC-2 alla prima partecipazione fino a suscitare l’interesse della Williams. A dispetto di tutto e tutti, ritorna in Formula 1 dopo otto anni di assenza, dapprima come terzo pilota e poi come titolare. Ma la Williams è una scuderia allo sbando, i risultati sono pressoché nulli e ogni gara rasenta il ridicolo. Il campionato 2019, portato avanti tra insulti e figuracce, termina con il divorzio tra scuderia e pilota ma Kubica va via soddisfatto di essere ritornato dopo che il mondo lo aveva dato per spacciato.
NICO HULKENBERG
Diversa è la sorte di Nico Hulkenberg. Promettente vincitori di vari campionati juniores, nel corso di dieci stagioni n Formula 1 non è mai finito nel mirino dei top team conquistando uno dei primati più tristi di sempre: il maggior numero di gare valide per il mondiale senza essere mai giunto a podio. Il giovane Nico approda nel mondo agonistico vincendo il titolo juniores di karting, la Formula BMW, l’A1 Grand Prix, il campionato di Formula 3 e quello GP2, eguagliando Lewis Hamilton con la vittoria di quest’ultimo titolo al primo anno di partecipazione. Nel 2008 diviene collaudatore per la Williams e due anni dopo titolare al fianco di Rubens Barrichello. Nonostante la scarsa competitività della vettura, Nico ottiene buoni ottenuti ma viene appiedato nel 2011 preferendogli Maldonado su spinta della PDVSA, la compagnia petrolifera statale del Venezuela. Passato alla Force India, durante la prima stagione sfiora il podio a Spa e la vittoria in Brasile per un errore sul bagnato.
Nico ha ancora molto da imparare ma il passaggio in Sauber ed il successivo ritorno in Force India non gli permettono di poter contare su vetture performanti. Benché il giovane tedesco sia motivato a fare del bene, i risultati sono al di sotto della soglia per entrare nel mirino dei top team. Le soddisfazioni arrivano invece dal mondiale endurance dove coglie un importante successo nel 2015: la vittoria all’esordio della 24 Ore di Le Mans a bordo della Porsche 919 Hybrid insieme a Nick Tandy e Earl Bamber. In Formula 1 avviene il passaggio alla Renault nel 2017 ma l’anno di debutto è negativo per svariati problemi tecnici che lo costringono più volte al ritiro. Nel 2018, confermato in Renault al fianco di Carlos Sainz, ottiene invece il miglior piazzamento in carriera, giungendo settimo in campionato. Nico riesce a cogliere una buona serie di risultati utili, seppur sempre lontano dal podio, e viene riconfermato per la stagione successiva. Il 2019 è l’anno dell’addio. Il buon Nico, non più un giovanotto, non convince neppure la sua scuderia, pronta a sostituirlo con Ocon il prossimo anno. Hulkenberg lascia la Formula 1 non avendo mai fatto il salto di qualità né brillato per tecnica e tenacia. Resta comunque lo scrupolo di non averlo mai visto all’opera su una vettura da titolo, probabilmente più a lui che a noi.