E’ sempre più breve l’attesa che ci separa dall’inizio della stagione 2020, che scatterà ufficialmente il 15 marzo in Australia, all’Albert Park di Melbourne. Il prossimo campionato presenterà diverse novità sotto diversi aspetti, uno dei quali coinvolge proprio il calendario delle gare in programma: per la prima volta nella storia della Formula 1 infatti, si disputeranno ben 22 gran premi, la cifra più alta mai raggiunta dal 1950 ad oggi.
A contribuire a questo incremento vertiginoso di appuntamenti vi è l’aggiunta di due nuove gare, in un vero e proprio mix di grandi ritorni e nuovi posti da esplorare. La prossima stagione vedrà infatti l’attesissimo rientro del Gran Premio d’Olanda, su quella stessa pista di Zandvoort che non ospitava la Formula 1 dal 1985, e che oggi è pronta ad accogliere l’idolo di casa Max Verstappen. La new entry, invece, sarà il Gran Premio del Vietnam, terzo appuntamento del mondiale 2020 che avrà sede sul circuito cittadino della capitale Hanoi.
Di fatto, il 2020 rappresenterà al massimo gli sforzi compiuti dal movimento della Formula 1 per ampliare il più possibile i confini di questo sport, che in passato mai e poi mai avrebbe anche solo lontanamente immaginato di sfrecciare sui tracciati di paesi oggettivamente “poveri” di cultura e fascino automobilistico-sportivo.
Ma per arrivare a 22 gare da disputare in un anno, c’è anche un altro aspetto da non trascurare: perché mentre si accolgono nuove nazioni o se ne riabbracciano altre che sembravano dimenticate dai libri di storia, ve ne sono alcune che, sui libri di storia, ci sono entrate per davvero. Appuntamenti più o meno memorabili ed affascinanti, “abbandonati” dalla Formula 1 da tempi lontanissimi o addirittura proprio dalla prossima stagione, in nome di logiche dettate dal business, da mancati criteri di sicurezza dei circuiti, o da grandi aspettative ampiamente deluse. Gran premi che hanno fatto comparse velocissime per poi scomparire subito, misti ad altri che invece hanno rappresentato dei grandi classici, e che ora, almeno per il momento, restano fuori dai giochi.
Sono ben 20 i GP disputati in passato oggi non sono più presenti nel mondiale di Formula 1, anche prima di questo 2020 ormai alle porte. Ripercorriamo brevemente le loro “avventure”, seguendo un ordine puramente alfabetico, ma con un unico fine: non dimenticare la storia.
GRAN PREMIO D’ARGENTINA
Entrato per la prima volta in calendario nel 1953, il GP d’Argentina si è disputato in 20 edizioni, in un periodo temporale che spazia dagli anni ’50 agli anni ’90, con diverse interruzioni. Tenutosi sempre sul circuito di Buenos Aires intitolato ad Oscar Galvez (pista che presenta la particolare possibilità di poter esser configurata in diverse modalità), è stato presente dal 1953 al 1960, salvo poi rientrare in calendario nel 1972, e da qui fino al 1981. Nel biennio 1997-1998, la tappa sudamericana tornò per l’ultima volta ad ospitare un GP di Formula 1, per non farvi più ritorno da allora. L’ultimo pilota ad aver vinto in Argentina è stato Michael Schumacher, che trionfò proprio nel 1998. Il record di vittorie per un pilota spetta invece all’idolo di casa Juan Manuel Fangio, con 4 trionfi. La stessa cifra che può vantare anche la Williams, che detiene invece il record di maggior numero di vittorie in Argentina per un team.
GRAN PREMIO DELLA COREA DEL SUD
Certamente meno memorabile, e disputato anche in tempi più recenti, è invece il caso della Corea del Sud, che nel 2010 conquistò la Formula 1 portandola sul circuito di Yeongam. Con sole 4 edizioni all’attivo, dal 2010 al 2013, quest’ultimo anno passò alla storia per un fatto tanto curioso quanto pericoloso: in seguito al ritiro di Mark Webber dalla corsa, con la Red Bull dell’australiano che prese fuoco, i commissari intervennero sulla vettura entrando in pista con la macchina di servizio per spegnere l’incendio. L’ingresso sul tracciato avvenne però senza alcuna segnalazione ai piloti, che si trovarono improvvisamente davanti a loro la vettura di servizio in pieno rettilineo, riuscendo fortunatamente ad evitarla. Questo episodio segnò di fatto la fine della Corea del Sud nel mondo della F1. Il maggior numero di vittorie spetta a Sebastian Vettel, con 3 sigilli ottenuti tutti con la Red Bull.
GRAN PREMIO D’EUROPA
Tutt’altra sostanza, invece, è quella che lega il GP d’Europa alla storia della F1. Entrato per la prima volta in calendario nel 1983, questo appuntamento ebbe la particolarità di essersi svolto su più tracciati europei, per un totale di 23 edizioni, segnate da alcune interruzion. Si è infatti corso in Inghilterra (Brands Hatch e Donington), Spagna (Jerez de la Frontera e Valencia), Germania (Nurburgring, che con 12 appuntamenti detiene il record di maggior gare disputate) ed Azerbaigian, su quella pista di Baku in cui si tenne l’ultima edizione del GP d’Europa nel 2016.
Qui si sono scritte pagine indelebili della storia della F1, come nel 1993, quando Ayrton Senna passò da 5° a 1° nel corso del primo giro a Donington, in condizioni di pista bagnata. Oppure quando Schumacher si rese protagonista di un sorpasso incredibile su Alesi nel 1995 a Nurburgring, salvo poi coprirsi di vergogna nel 1997 ad Jerez, quando colpì deliberatamente Jacques Villeneuve nel tentativo estremo di difendere la 1° posizione ed il titolo mondiale. E poi ancora nel 1999, anno in cui la Stewart vinse il suo primo ed unico GP con Herbert in una gara condizionata da innumerevoli e clamorosi ritiri, per poi arrivare al 2012, quando a Valencia Schumacher ottenne il suo 155° ed ultimo podio in carriera, l’unico nella sua seconda avvenura in F1.
GRAN PREMIO DI GERMANIA
Sembra incredibile, ma nel 2020, così come accaduto in pochissimi altri casi, non si disputerà una gara storica come il GP di Germania. Non avendo trovato una sponsorizzazione nei tempi previsti, a seguito dell’abbandono di un partner eccellente come la Mercedes, l’appuntamento di Hockenheim non sarà così presente la prossima stagione. Un colpo al cuore per i “classicisti” della F1, che almeno per quest’anno dovranno rinunciare al rendez-vous in Germania, lì dove si sono disputate ben 64 edizioni dal 1951 al 2019, suddivise tra Hockenheim (nella vecchia e rimpianta configurazione che tagliava in due la Foresta Nera ed in quella attuale), Nurburgring ed AVUS.
Ricco di gare e fatti memorabili, il record di vittorie in Germania spetta ex aequo al beniamino di casa Michael Schumacher e Lewis Hamilton, con 4 successi a testa. Discorso diverso per i team, che vedono invece la Ferrari in cima alla classifica con lo spaventoso primato di 21 vittorie. Per quest’anno saremo costretti a dire “Auf wiedersehen”, in attesa di un ritorno nel circus che non dovrebbe dilungarsi eccessivamente.
GRAN PREMIO D’INDIA
Insieme alla Corea del Sud, lo scorso decennio vide anche la breve comparsa in F1 del GP d’India. Disputato in sole 3 edizioni sul tracciato “Buddh International Circuit” di Greater Noida, la storia di questo appuntamento è legata più a polemiche che a fatti puramente sportivi. Dalle proteste degli agricoltori della zona, che lamentavano metodi d’acquisto dei terreni sleali da parte degli organizzatori, ai problemi riscontrati dai team alla dogana e da alcuni piloti per ottenere il visto valido per l’accesso in India, il GP si tenne dal 2011 al 2013, per poi sparire a seguito di diverse problematiche finanziarie.
Tutte e tre le edizioni vennero vinte dalla Red Bull di Sebastian Vettel, che proprio in occasione dell’ultimo GP d’India vinse matematicamente il suo 4° titolo mondiale, per lui e per il suo team.
500 MIGLIA DI INDIANAPOLIS
Prima di tornare ad Indianapolis nel 2000, in gare valide per il GP degli Stati Uniti, in passato la 500 Miglia di Indianapolis era un evento valido per il mondiale di Formula 1. Ciò accadde ininterrottamente dal 1950 al 1960, prima di lasciare la celebre gara alla rispettiva categoria statunitense. In queste edizioni trionfarono sempre piloti e team americani, senza che gli europei riuscissero a conquistare l’ovale più famoso del mondo. Ma appunto perché in quegli anni era inclusa nel mondiale di F1, nelle statistiche ufficiali della F1 compaiono i nomi e le vetture di quei vincitori.
GRAN PREMIO DI LAS VEGAS
Nella prima metà degli anni ’80 la Formula 1 sbarcò negli Stati Uniti per partecipare a quello che, a tutti gli effetti, passò alla storia come il primo GP-Show della storia: quello di Las Vegas.
Su un circuito ricavato nel parcheggio del celebre hotel casinò Caesars Palace, la pista era oggettivamente brutta, e non concedeva ai piloti reali opportunità di sorpasso. Per questo motivo si tennero solo 2 edizioni di questa corsa, nel 1981 e nel 1982.
Nella prima occasione vinse, per la 12° ed ultima volta in carriera, Alan Jones, nel giorno in cui Nelson Piquet si laureò campione del mondo.
Ancor più dolci, invece, sono i ricordi legati al 1982, quando Michele Alboreto vinse il suo primo GP in F1 al volante della Tyrrell, nel giorno in cui Keke Rosberg (su Williams) e la Ferrari si laurearono campioni del mondo rispettivamente nel campionato piloti e costruttori.
GRAN PREMIO DEL LUSSEMBURGO
Nel calendario 1997 risultarono due gare in Spagna (Barcellona ed Jerez) e due in Germania (Hockenheim e Nurburgring). Ma mentre Barcellona ed Hockenheim vennero nominati rispettivamente GP di Spagna e di Germania, la scelta per la denominazione del GP d’Europa cadde su Jerez. Trovandosi costretti a trovare una nuova denominazione per l’evento del Nurburgring, gli organizzatori decisero di affidare al tracciato tedesco il titolo di GP del Lussemburgo, vista la vicinanza del tracciato al Granducato.
Questa singolare edizione si tenne solo in due occasioni, nel 1997 e nel 1998. La prima vide il successo di Jacques Villeneuve su Williams, mentre la seconda ed ultima portò la firma di Mika Hakkinen su McLaren.
GRAN PREMIO DELLA MALESIA
Con 19 edizioni disputate ininterrottamente dal 1999 al 2017, il GP della Malesia s’impose come uno dei grandi classici degli appuntamenti del III° millennio. La pista di Sepang, situata a pochi km dalla capitale Kuala Lumpur, divenne sin da subito uno degli appuntamenti più difficili per i piloti, specialmente per le temperature elevate o per il rischio d’incorrere in violenti acquazzoni (motivo per cui l’orario della gara venne posticipato dopo il nubifragio del 2009). Nonostante il contratto con gli organizzatori includesse la tappa malese anche per il 2018, nel 2017 si arrivò ad un termine consensuale, terminando così l’esperienza della Malesia in F1. Con 4 vittorie ottenute, il record di maggior numero di successi è di Sebastian Vettel, mentre la Ferrari guida la classifica dei trionfi a Sepang con 7 vittorie.
GRAN PREMIO DEL MAROCCO
Tenutosi solo nel 1958 sul tracciato di Ain-Diab (nelle vicinanze di Casablanca), il GP del Marocco divenne tristemente famoso per la morte in pista di Stuart Lewis-Evans, vittima di un terribile incidente. La gara terminò con la vittoria della Vanwall di Stirling Moss, ma a seguito di quell’episodio, che evidenziò l’assenza di alcune misure di sicurezza, il GP del Marocco non tornò più in calendario.
GRAN PREMIO DEL PACIFICO
Nel biennio 1994-1995 il Giappone, oltre al proprio GP a Suzuka, ospitò nel proprio paese una seconda gara valida per il mondiale di F1, sul nuovo circuito di Ti Aida (oggi conosciuto con il nome di Okayama). Venne così deciso di intitolare questo appuntamento come GP del Pacifico che, in entrambe le edizioni, vide la vittoria di Michael Schumacher su Benetton. In seguito alle vibranti proteste degli ambientalisti nipponici ed alle difficoltà logistiche dei team di raggiungere il tracciato, vista la particolare posizione del circuito in una zona boschiva, il GP del Pacifico ebbe dunque vita breve.
GRAN PREMIO DI PESCARA
A seguito dell’improvvisa cancellazione dei GP di Belgio e Paesi Bassi, nel 1957 subentrò quindi la necessità di includere un nuovo appuntamento per il mondiale di quell’anno. La scelta cadde così sul circuito cittadino di Pescara, sede dell’omonimo GP che si tenne solo in quel 1957. Il tracciato, molto veloce e spettacolare, attraversava diversi comuni limitrofi alla città abruzzese (Spoltore, Cappelle sul Tavo, Montesilvano e Villa Raspa). Con i suoi 25,579 km di lunghezza, detiene ancora oggi il record di circuito più lungo sul quale si sia tenuta una gara ufficiale di F1, più del suo famoso collega del Nordschleife. Il GP vide la vittoria di Stirling Moss su Vanwall.
GRAN PREMIO DEL PORTOGALLO
Disputatosi in 16 edizioni totali, il GP del Portogallo si tenne per maggior parte di queste sul circuito dell’Estoril, che ospitò le gare di F1 dal 1984 al 1996. In precedenza, l’appuntamento lusitano anche dal 1958 al 1960, con due appuntamenti a Boavista (vicino a Porto) ed uno a Monsanto. Nel 1996, dopo l’ultima vittoria colta da Jacques Villeneuve, il circuito subì alcune modifiche che non furono completate in tempo per la stagione 1997, anche a causa di alcuni problemi economici. Nonostante si sia più volte vociferato un rientro del Portogallo in F1, da allora la F1 non ha fatto più ritorno. Con 3 vittorie a testa, il record di maggior numero di GP vinti è di Alain Prost, condiviso con Nigel Mansell. Con 6 successi, la Williams detiene invece il record di team più vincente in Portogallo.
GRAN PREMIO DI SAN MARINO
Per noi italiani è ancora una ferita aperta l’assenza del GP di San Marino dal mondiale di F1, che manca ormai dal 2006. Inaugurato nel 1980 sul circuito “Enzo e Dino Ferrari” di Imola (tale denominazione sarà effettiva dal 1988) in risposta all’enorme passione del pubblico emiliano-romagnolo per le corse automobilistiche, in quell’anno ospitò addirittura il GP d’Italia, prendendo il posto di Monza. L’ottimo successo di spettatori spinse Enzo Ferrari, ideatore di questo progetto, a conservare Monza per il GP d’Italia, inserendo Imola come GP di San Marino a partire dal 1981.
Pista spettacolare ma spesso criticata per la sua pericolosità, in particolare per la presenza dell’ex curva del Tamburello, teatro di incidenti gravi come quello mortale di Ayrton Senna, nel corso degli anni fu infatti modificata per aumentare gli standard di sicurezza per i piloti. Nel 2006 la FIA impose agli organizzatori ulteriori modifiche al tracciato per aumentare la sicurezza, ma i lavori di riqualificazione della pista, nonostante la buona volontà ed i tempi ristretti, non furono completati in tempo per l’edizione del 2007. Da allora, Imola ed il GP di San Marino non sono più ritornati in F1, nonostante svariati tentativi dettati anche dal grande amore che lega questa pista agli appassionati.
In 26 edizioni disputate, spicca il record assoluto di 7 vittorie appartenente a Michael Schumacher, mentre, con 8 vittorie a testa, il record dei team è spartito tra Ferrari e Williams.
GRAN PREMIO DEGLI STATI UNITI EST ED OVEST
A cavallo tra gli anni ’70 ed ’80, gli Stati Uniti furono in grado di ospitare tre edizioni differenti nel proprio territorio: infatti, oltre al consueto GP degli USA, vennero infatti istituiti i GP degli USA Est ed USA Ovest, entrambi a partire dal 1976. Con 8 edizioni a testa, quello della costa Est non venne disputato solo nel 1981, terminando la propria esperienza in F1 nel 1984, un anno dopo quello della costa Ovest.
Ad Est si tennero 5 gran premi a Watkins Glen e 3 a Detroit, mentre ad Ovest ci fu un’unica sede a Long Beach. Entrambe le edizioni terminarono a causa di mancati rinnovi contrattuali, con gli Stati Uniti che tornarono ad avere un unico GP a partire dal 1985, con la sola pista di Detroit che tornerà successivamente in calendario.
GRAN PREMIO DEL SUDAFRICA
Disputatosi per la prima volta nel 1962, le prime tre edizioni del GP del Sudafrica si tennero sul circuito di East London, salvo poi cedere il testimone alla più famosa pista di Kyalami a partire dal 1967. La tappa sudafrica si tenne in totale 23 volte, con diverse interruzioni. La più lunga avvenne dal 1986 al 1991, quando la maggior parte dei team decise di boicottare il GP in segno di protesta contro l’apartheid e la segregazione razziale vigente in quegli anni in Sudafrica.
Soltanto nel 1992 si riprese a correre a Kyalami, ma già nel 1993 si tenne l’ultimo GP in terra africana, vinto dalla Williams di Alain Prost. Jim Clark e Niki Lauda si contendono il record di maggior numero di vittorie in Sudafrica, con 3 a testa, così come Lotus e Ferrari tra i team, che primeggiano con 4 successi ciascuno.
GRAN PREMIO DI SVEZIA
Nonostante la grande passione del pubblico scandinavo per le corse automobilistiche, soltanto la Svezia è riuscita ad ospitare un GP di F1, e solo in 6 occasioni. Tra il 1973 ed il 1978 si disputò infatti il GP di Svezia sul circuito di Anderstorp, che vide trionfare più volte Jody Scheckter e Niki Lauda, con 2 vittorie a testa.
Nonostante il grande successo di pubblico, il GP di Svezia vide la sua ultima apparizione nel 1978. In seguito alle morti del beniamino Ronnie Peterson e di Gunnar Nilsson, gli organizzatori notarono un crollo d’interesse degli appassionati svedesi, non rinnovando più con la FIA per le successive stagioni.
GRAN PREMIO DI SVIZZERA
Inserito in calendario nel primo campionato assoluto di F1 nel 1950, il GP di Svizzera si tenne ininterrottamente fino al 1954 sul circuito di Bremgarten, situato a pochi km dalla capitale Berna. Nulla sembrava poter interrompere l’approdo della F1 in Svizzera, almeno fino a quando non si disputò la 24 Ore di Le Mans del 1955, sede del più grave incidente mai verificatosi nella storia dell’automobilismo. Con un bilancio di 84 morti e 120 feriti, le autorità elvetiche emisero una legge che vietava la disputa di gare automobilistiche in territorio svizzero, costringendo la F1 ad allontanarsi definitivamente da Berna. Le legge, che fu cancellata nel 2018 solo per le gare di vetture elettriche, venne comunque “aggirata” nel 1982, quando si decise di denominare “GP di Svizzera” la gara di Digione, tenutasi ovviamente su territorio francese. Fatta eccezione per questa trovata, che vide la vittoria di Keke Rosberg (l’unica in quella stagione che lo vide comunque campione del mondo a fine anno), non vennero più disputati altri GP collegati in qualche modo con la Svizzera.
GRAN PREMIO DI TURCHIA
La lunga carrellata di GP non più esistenti o non tornati in F1 termina con il GP di Turchia, altro paese che accolse la Formula 1 negli anni 2000. Nel 2005 infatti, il governo turco raggiunse un accordo con Bernie Ecclestone per ospitare un GP di F1, da disputarsi sul nuovo tracciato di Istanbul Park. La gara rimase in calendario ininterrottamente fino al 2011, quando il graduale calo d’interesse degli appassionati turchi, insieme ad un difficile accordo economico tra Turchia e FIA, pose fine al GP dal 2012, dopo sole 7 edizioni. Oggi il tracciato è stato riqualificato in una concessionaria di auto usate, facendo così tramontare ogni ipotesi di un ritorno della Turchia in F1. Con 3 vittorie ottenute qui, Felipe Massa e la Ferrari detengono il record di maggior numero di vittorie ad Istanbul. Nel 2006, inoltre, proprio qui Massa colse la sua prima vittoria in F1.