Gli echi minacciosi del coronavirus si fanno sentire anche nel mondo della F1 nell’imminenza dell’attesissimo start.
La situazione internazionale in continua evoluzione e la diffusione dell’epidemia alimentano tanti dubbi sulle prime quattro gare, dopo la decisione di rinviare il Gp di Cina (territorio da cui si è originata la malattia) e la conferma della corsa vietnamita programmata per il 5 aprile. In particolare, il consistente arrivo del Covid-19 anche in Italia unito alle misure restrittive degli altri Stati fanno pensare, e molto, sul clima in cui potranno svolgersi le prime corse della nuova stagione, a partire proprio dal Gp inaugurale in Australia il 15 marzo.
Qui sono stati posti in essere diversi provvedimenti che limitano gli accessi per proteggersi dal contagio e tutti gli italiani che operano in F1 con in primis i tre teams Ferrari, Alfa Romeo e Alpha Tauri potrebbero incontrare difficoltà e disagi. Altro Gp, in Bahrain, nuovi interrogativi. Come nel continente australiano, anche in questo Stato si stanno adottanto limitazioni indirizzate alle aree della Terra in cui si è sviluppato il coronavirus. Senza contare l’invasione delle locuste dall’Africa che ha bloccato intere città. La stessa disputa del Gp del Vietnam, nonostante la conferma, potrebbe non essere così sicura considerando la vicinanza dalla Cina, centro del focolaio virale. La situazione, quindi, resta fluida e in continuo sviluppo in quanto lo è, prima di tutto, lo scenario mondiale dell’epidemia. In base a quello che accadrà da qui in avanti il quadro può mutare improvvisamente, assieme alle decisioni prese, sia dalla Fia che dalle scuderie.
E intanto il Covid-19 ha già prodotto effetti nei comportamenti di alcune squadre illustri, Ferrari in primis. È notizia di oggi, infatti, che il Cavallino ha deciso di chiudere in via precauzionale i musei di Maranello e Modena, vietando l’accesso anche ai dipendenti delle stesse strutture, che sono residenti o che hanno visitato le aree interessate dal contagio nel Nord Italia. Sospese anche le visite esterne e i tour aziendali non necessari. Durante la prima tre giorni di test a Barcellona, inoltre, la Mclaren aveva vietato l’accesso a un giornalista cinese nella sua hospitality e in tutte le strutture a supporto del team, oltre a formalizzare il divieto d’accesso nei propri uffici per 14 giorni (il periodo di quarantena) alle persone provenienti dalla Cina.