L’anno scorso, di questi tempi, si dava la Ferrari come favorita per il Mondiale a seguito dei suoi velocissimi tempi nei test. Dodici mesi dopo, la nuova nata di Maranello, la SF1000, è stata l’unica vettura 2020 a non aver battuto i tempi della sua antenata 2019, né i tempi dei test, né quelli del weekend del GP di Spagna.
Appena finito l’ultimo giorno del test-2, è arrivato un comunicato Fia che annunciava la fine delle indagini sulla PU del team di Maranello, che andavano avanti praticamente dalla stagione 2018 e che si erano intensificate dopo le vittorie a Spa e a Monza della scorsa stagione; qualcuno, nel paddock, ha fatto 2+2 e ha collegato le difficoltà in rettilineo palesate finora dalla SF1000 con possibili restrizioni tecniche imposte dalla Federazione a seguito delle indagini.
Il team principal Mattia Binotto, però, ha voluto spegnere sul nascere queste voci, spiegando che il deficit di velocità massima rispetto agli altri team è dovuto principalmente al maggior carico rispetto alla SF90, che genera di conseguenza eccessivo drag. Senza girarci troppo intorno, l’ingegnere reggiano ha ammesso che “C’è bisogno di miglioramenti in tutte le aree – power unit, aerodinamica, assetto” e ha poi aggiunto: “Ci aspettavamo questo tipo di performance in rettilineo, perché eravamo consapevoli delle prestazioni della PU e del drag generato dalla vettura. Gli altri sono più veloci, questa è la situazione”.
Andando a spulciare i dati, si può notare come l’AlphaTauri sia l’unico altro team a non aver battuto i suoi tempi relativi ai test 2019, riuscendo però a migliorare quelli segnati nel weekend di gara. Discorso inverso, invece, per Haas e Mercedes. Williams e Racing Point sono i due team che hanno effettuato il miglior salto prestazionale, oltre ad essere riusciti nell’impresa di completare più giri in sei giorni quest’anno che in otto l’anno scorso.