La F1 corre veloce, lo sappiamo, ma sono passati ormai quattro mesi e oltre dall’ultima volta che una monoposto è passata sotto la bandiera a scacchi in regime di Gran Premio. Poi la pausa invernale e di nuovo la corsa frenetica che ha da sempre caratterizzato il Circus iridato; le due settimane di test, il volo verso l’Australia e poi… un nuovo break. Ma questo non era previsto, un lockdown generale che non ha risparmiato il mondo dei motori, che dovranno quindi attendere prima di poter finalmente spigionare i loro cavalli.
Per nostra fortuna il tempo scorre, così come il cronometro, l’emblema del motorsport. E allora anche se non possiamo sapere quando potremo premere il tasto “stop” della situazione che stiamo vivendo, possiamo contare sul fatto che lo faremo. In fondo non si può prevedere il tempo con cui verrà stampata una pole o un giro veloce, ma si può avere la certezza che qualcuno il miglior tempo lo farà.
In Francia, Austria, Inghilterra, o chissà dove, anche la F1 ripartirà e giungerà il momento della prima FP1 di quella che sarà una stagione certamente ridotta, ma forse proprio per questo, ancor più intensa. Un campionato più breve in termini di tempo significa anche minor tempo a disposizione dei team da dedicare agli sviluppi. Un fattore che, seppur a livelli non estremi, potrebbe livellare le performance della griglia, regalandoci uno spettacolo unico. L’idea di una stagione in cui l’incertezza che solitamente caratterizza i primi mesi dei campionati possa essere il leitmotiv della F1 2020, ingolosisce non poco…
Torneranno anche tutte le voci di paddock che ci fanno compagnia nelle settimane dei GP. Questi sarebbero stati i giorni che anticipavano la quarta gara di una stagione lunghissima, ma sicuramente il tema dei contratti avrebbe già tenuto banco. Alla fine, un po’ tutti siamo incuriositi dal valzer dei piloti che potrebbe scatenare un eventuale cambio di casacca. Ma presto torneremo a parlarne, così come torneremo a discutere e a dividerci sul tema degli ordini di scuderia e delle prime guide. In fondo quando la nostalgia del motorsport si fa sentire, ci manca anche questo, quella quotidianità fatta di ipotesi e dubbi che ci ha sempre accompagnato da metà marzo a fine novembre.
Torneremo, magari non da subito, a riempire gli autodromi e ad incontrarci nei posti che più ci stanno a cuore, perché non vediamo l’ora di replicare immagini come quelle del fiume rosso di Monza o della marea orange di Spielberg. Nel frattempo, nulla ci vieta di riguardarci ogni cosa che possa ricondurci alla nostra passione più grande, come gare del passato o imprese che hanno segnato questo sport. Ricordando che i mondiali non si vincono soltanto in pista, ma anche grazie al grande lavoro che viene svolto proprio dove noi oggi dobbiamo restare, a casa.
Un ringraziamento speciale
Nel frattempo non possiamo non ringraziare tutti i piloti che nonostante lo stop motoristico, si stanno mettendo in gioco, seppur in virtuale, regalandoci ormai quasi quotidianamente qualche ora di divertimento e risate, ma anche lotte serrate al volante dei loro simulatori casalinghi. Settimana dopo settimana sempre più piloti stanno accedendo al mondo del racing virtuale. Anche Sebastian Vettel ha svelato che probabilmente, dopo qualche sessione di allenamento, anche lui si metterà in gioco insieme ai suoi colleghi più giovani; in attesa di tornare finalmente al volante di una vera monoposto. Quella rivelatasi in questa situazione di emergenza è una Formula 1, che nonostante sia ancora lontana da una effettiva ripartenza, non è mai stata così vicina ai propri tifosi.