F1, Il nuovo budget cap: la Formula 1 fa di necessità virtù
La sostenibilità finanziaria della Formula 1 è stato sin dall’inizio un caposaldo del programma di riforme di Liberty Media nel perseguire un maggiore equilibrio competitivo. Un processo, già studiato nel corso dell’ultima stagione in vista del 2021, che in questo periodo è diventato impellente alla luce dell’attuale emergenza sanitaria ed economica. Dopo mesi di trattative a destreggiarsi tra vedute contrastanti, questa settimana il Consiglio Mondiale del Motorsport ha ratificato il nuovo budget cap.
Il tetto di spesa per il 2021 è stato abbassato a 145 milioni di dollari, trenta in meno rispetto ai 175 milioni inizialmente pattuiti a ottobre. Il limite verrà ulteriormente ristretto negli anni successivi: 140 milioni di dollari per il 2022 e 135 milioni per il triennio 2023-2025, sulla base di un campionato di 21 gran premi. Questa progressiva riduzione è pensata per garantire una certa gradualità ai top team come Mercedes, Ferrari e Red Bull, che saranno chiamati a rivedere i propri investimenti e scegliere se ridurre o ridistribuire parte del capitale umano.
Il regolamento finanziario prevede anche la possibilità di rivedere al rialzo il budget cap per tenere conto di un livello d’inflazione eventualmente superiore al 3%. Così come prevedeva il progetto nella sua prima versione, il tetto di spesa comprende solamente i costi relativi alla performance delle vetture. Rimangono escluse le risorse che i team destineranno al marketing, gli stipendi dei piloti così come gli emolumenti delle tre figure più pagate all’interno della squadra. Alle suddette categorie andranno ad aggiungersi gli stipendi del personale in maternità, paternità o in malattia, così come i benefit in termini di copertura sanitaria accordati ai dipendenti delle squadre. Questa decisione è stata presa per non intaccare gli standard di welfare aziendale.
Nell’obiettivo di attutire l’impatto della pandemia sulle finanze dei team, va ricordato che vi sarà il congelamento di alcune parti fondamentali della vettura tra il 2020 e il 2021, come ad esempio il telaio e il cambio. In quest’ottica va inquadrata anche la reintroduzione di un sistema a token (gettoni) per limitare gli aggiornamenti, così come l’ampliamento delle esenzioni previste dal budget cap per sostenere esuberi e altri piani di ristrutturazione.
L’ultima modifica riguarda la cifra che i team potranno allocare agli investimenti in impianti e macchinari presso le proprie fabbriche, portata a 45 milioni di dollari per il triennio 2021-2024, rispetto ai 36 milioni inizialmente stabiliti. Questa concessione vuole assicurare una continuità negli investimenti programmati dalle squadre, i cui piani avranno verosimilmente risentito dell’attuale congiuntura.
Il percorso per rilanciare la Formula 1 e garantire un futuro sostenibile alla massima espressione del motorsport è stato tracciato nel segno della ricerca di una competizione più livellata. La rivisitazione del budget cap, punto cardine di questo programma, è stata accolta con favore da team come McLaren e Renault, che vi intravedono una svolta storica per le sfide a breve e lungo termine.