La Ferrari ha sicuramente attirato le attenzioni delle cronache in questo inizio di 2020 per le sue prestazioni deludenti, ma non è di certo l’unico team a passarsela maluccio. Infatti, anche i suoi clienti Alfa Romeo e Haas hanno vissuto un inizio di stagione ben al di sotto delle aspettative, guadagnando solo una manciata di punti a testa (2 e 1 rispettivamente), peraltro ottenuti grazie a fattori esterni più che alla performance delle vetture.
A livello prestazionale, fra le due quella più in difficoltà sembrerebbe essere l’Alfa. Il team di Hinwil non è ancora riuscito a portare una vettura in Q2, e in Ungheria Giovinazzi e Raikkonen hanno occupato le ultime due caselle della griglia di partenza. Tuttavia, una gara pulita del #99 nel primo GP dell’anno ha portato due punti molto importanti.
Per quanto riguarda Haas, i punti sono arrivati al terzo appuntamento, in Ungheria, grazie ad una grande chiamata strategica, quella di montare le slick alla fine del giro di formazione, e ad una gara tenace di Kevin Magnussen. Quella stessa chiamata, fatta anche sulla vettura gemella, è poi costata una penalità di 10 secondi ad entrambi i piloti poiché figlia di “istruzioni” vietate durante il giro di formazione. Una regola cervellotica, che ha fatto scendere il danese dalla P9 alla P10.
Ma per due team che l’anno scorso si sono affacciati varie volte addirittura in Q3, i punti dovrebbero essere una norma più che una casualità. Proprio il confronto con le prestazioni 2019, relative alle qualifiche del GP d’Austria, mostrano un quadro spaventoso: Haas, sul giro di Spielberg, ha perso 6 decimi (su una pista dove, l’anno scorso, Magnussen si qualificò quinto), mentre Alfa ha addirittura peggiorato di oltre un secondo. Nel paddock si sta ancora cercando di capire quanto effettivamente la PU Ferrari abbia perso in prestazione, ma anche se alcune voci indicano che sia il peggior motore per distacco, numeri del genere dimostrano che la VF20 e la C39 non sono comunque delle vetture eccellenti.
La Haas è instabile, in particolare nelle mani di Romain Grosjean, e in Austria aveva palesato dei problemi con le temperature dei freni, poi risolti. Gunther Steiner ha ammesso che, per mancanze finanziarie, non sarà possibile per il team stabilire un piano di sviluppo finché non sarà ufficializzato il calendario completo. L’Alfa, dall’altra parte, risulta una vettura facile da guidare (come confermato anche dal test driver Kubica) ma che semplicemente non ha performance. Inoltre, i meccanici del tram si sono resi protagonisti di pit-stop non eccelsi, in particolare in Austria, nel caso della ruota di Raikkonen non fissata. Entrambe le situazioni sono complicate e di non facile soluzione.
A Kannapolis ed Hinwil dovranno innanzitutto sperare in… Maranello, per ritrovare qualcuno dei (tanti) cavalli persi per strada, ma potrebbe non essere abbastanza. La Williams dietro non è più una chicane mobile, e l’AlphaTauri davanti è più vicina al gruppo Renault/McLaren/Ferrari che ai due motorizzati del Cavallino. Servono duro lavoro e sviluppi azzeccati per arrivare dignitosamente al 2022, anno in cui il tetto di spesa dovrebbe livellare le prestazioni della griglia.