E’ il presidente della Ferrari, il marchio automobilistico più prestigioso al mondo. Ma le dichiarazioni di John Elkann hanno lo stesso effetto di quelle del boss di un marchio concorrente. Affermazione troppo cattiva? Forse. Di certo, la sua banalità sta diventando davvero fastidiosa per chi di Formula 1 ne capisce, o almeno ci prova. I tifosi chiedono qualcosa di concreto, una mossa o quantomeno delle parole di rottura nei confronti di un presente e di un recente passato fallimentare. Ma non vengono accontentati.
“Il momento è difficile. La Ferrari non è competitiva per problemi di impostazione della macchina: ci sono alcune debolezze strutturali per quanto riguarda l’aerodinamica e abbiamo perso anche in potenza del motore”.
Grazie presidente. E quindi? Questa è la domanda naturale che ci si pone dopo le dichiarazioni di Elkann. Quindi cambierà qualcosa? Rimarrà tutto uguale? Considerando le sue parole sul team principal Mattia Binotto, quest’ultima sembra l’opzione numero uno.
“Mattia ha la mia totale fiducia. Con lui partiamo da una base chiara, imparando dai nostri errori. Vogliamo tornare a vincere con piloti giovani e ambiziosi, andando oltre le nostre debolezze”.
Siamo a cavallo. Quantomeno inevitabile una capatina sullo spinoso argomento dell’addio di Sebastian Vettel, che Elkann affronta così:
“E’ più difficile chiedere di vincere a qualcuno che ha già vinto rispetto a chi ha tutto il futuro davanti. Con Leclerc vogliamo gettare le basi per il nostro futuro. Charles e Sainz prenderanno casa a Maranello per stare più a stretto contatto con gli ingegneri”.
L’ultima è un’idea neanche malvagia. Ma è poco, maledettamente poco se si guarda alla situazione che la Rossa sta affrontando. Nessuna presa di posizione chiara e netta; dichiarazioni scontate e prevedibili, simil giocatori di calcio a fine partita. Un disinteresse palpabile, suo e degli altri organi dirigenti che sembrano non avere a fuoco neanche le problematiche che affliggono la squadra. Figurarsi le eventuali soluzioni. Sì, John Elkann è il presidente perfetto per la Ferrari di oggi. E chi vuol capire, capisca.