Pirelli F1, Scelte e performance: l’analisi delle due gare di Silverstone
I due Gran Premi appena conclusi sul tracciato di Silverstone, hanno messo gli pneumatici prodotti dalla Pirelli al centro di una disputa, ovvero se quella di aver cambiato le mescole dal primo al secondo week-end sia stata una buona idea.
Partiremo proprio da questo interrogativo, perché sebbene abbiamo assistito a due gare spettacolari anche se la performance degli pneumatici è stata un po’ al disotto delle aspettative, quindi non perdiamoci in chiacchiere e iniziamo subito la nostra analisi.
Partiamo proprio dalla prima gara di Silverstone, quando Lewis Hamilton il sabato faceva segnare l’incredibile tempo di 1:24.303 con mescola C3 che, per quel primo week-end, era la mescola più morbida. In gara però sono iniziati i problemi, perché la Safety Car entrata al 12° giro ha stravolto le strategie e quasi tutti quelli che erano partiti con la gomma Medium (C2) sono passati alla Hard (C1) con la prospettiva di percorrere 40 giri, anche se ciò andava ben oltre il limite imposto da Pirelli. Ed ecco quindi che a poche tornate dalla fine sono iniziati i problemi con le forature di Carlos Sainz, Valtteri Bottas e Lewis Hamilton, mentre Max Verstappen aveva un accenno di vibrazioni.
Subito dopo il GP, Pirelli ha indagato e ha confermato che per il successivo week-end le mescole sarebbero state uno step più morbide, quindi: C2 (Hard), C3 (Medium) e C4 (Soft).
A questo punto molti si aspettavano un picco di prestazioni, a tal punto che già si parlava di demolizione del record stabilito giusto una settimana prima e Pirelli aveva infatti comunicato i seguenti gap prestazionali.
La mescola C3 era quella con cui Hamilton aveva stabilito il record della pista, quindi la C4 doveva risultare ben 6 decimi più veloce, ma in qualifica le scelte dei pneumatici sono state stravolte e la Pole Position è stata conquistata da Valtteri Bottas con 1:25.154, ben 851 millesimi più lento del record, utilizzando di nuovo la C3.
Se analizziamo i migliori tempi ottenuti nelle due qualifiche da ogni vettura, ci troviamo davanti a questa situazione, ovvero tutti hanno peggiorato il proprio tempo nel secondo week-end inglese.
Alfa Romeo e Ferrari hanno sofferto maggiormente il cambio di mescola dato che sono state le uniche a perdere più di un secondo, mentre Alpha Tauri e Haas sembrano quelle che ne hanno risentito di meno.
Valtteri Bottas ha ottenuto i migliori tempi con la mescola C3 in entrambe le qualifiche e la differenza è stata di 538 millesimi dovuti quindi ad altri fattori. Il secondo sabato sul tracciato inglese è stata una giornata molto ventosa e come ben sappiamo una vettura di Formula 1 soffre moltissimo la presenza del vento. Altro fattore è stato sicuramente l’innalzamento delle pressioni voluto da Pirelli e infine una pista che, a causa delle temperature elevate, è divenuta più lenta.
Il primo pilota ad aver fatto il miglior tempo nel Q3 con la mescola più morbida è stato Nico Hulkenberg, ma non possiamo confrontare il suo tempo con la qualifica della settimana prima per ovvi motivi e per questo prendiamo i tempi di Verstappen.
Nelle qualifiche del Gran Premio di Gran Bretagna, Max aveva realizzato 1:25.325 con mescola C3, mentre nelle qualifiche del Gran Premio del 70th Anniversario, Verstappen ha fatto segnare il tempo di 1:26.176 con mescola C4, ben 851 millesimi in più, quando secondo Pirelli dovevano essere 6 decimi in meno. Questa mescola, che quindi doveva essere la più veloce, si è rivelata molto inadatta sia in qualifica, che in gara dato che nessuno l’ha utilizzata se non Hulkenberg per un brevissimo stint finale.
La seconda gara a Silverstone è stata tutta quanta strategica e dedicata alla gestione delle gomme, che dopo pochissimi giri andavano in crisi mostrando blistering molto molto importante. Soltanto la Red Bull e la Ferrari hanno mostrato un’ottima gestione delle gomme e Leclerc è stato l’unico dei piloti di punta ad aver fatto una sola sosta. Le Mercedes invece hanno mostrato evidenti problemi, con Hamilton che nel dopo gara si è detto molto stupito da come si siano comportate le gomme, soprattutto al posteriore, dove la Mercedes mostrava segni evidenti di blistering dopo pochissimi giri.
A fine gara, Mario Isola, responsabile del settore Motorsport della Pirelli, ha analizzato il week-end nel seguente modo: “La gara di questo fine settimana è stata tutta una questione di pura strategia, attuata alla perfezione da RedBull e Max Verstappen. La sua strategia è iniziata sabato pomeriggio, con la coraggiosa decisione di girare con pneumatici hard in Q2 e iniziare così la gara con questi, questo ha chiaramente dato i suoi frutti. […] Sebbene Silverstone sia una delle piste più impegnative per quanto riguarda i pneumatici e le mescole fossero uno step più morbide rispetto alla scorsa settimana, tutto ciò ha rappresentato una sfida che ha contribuito a rendere più vivace lo show in pista. Come previsto abbiamo visto del blistering, ma solo su poche vetture e nulla che abbia influito sul risultato della gara. La gestione dei pneumatici è stata una parte integrante della tattica di oggi, ma i piloti sono certamente stati all’altezza e il pubblico si è così goduto gara tanto emozionante quanto imprevedibile”.
Ovviamente per lo spettacolo, quello di domenica è stato un Gran Premio molto avvincente, ma questa imprevedibilità della mescola più morbida ha messo un po’ tutti in crisi, non solo i piloti, ma anche i team che in alcuni casi hanno proprio lasciato ai piloti la scelta se fermarsi o meno. Si deve poi aggiungere che, sempre per motivi strategici, alcuni piloti non hanno percorso lo stint in pieno, essendo costretti a fermarmi per difendersi da eventuali undercut o overcut.
Il prossimo Gran Premio sarà in Spagna, che presenterà temperature elevatissime e un asfalto molto aggressivo sulle gomme. Per questo motivo Pirelli ha deciso di portare le mescole più dure, ma molti già da domenica si sono detti preoccupati per le performance offerte da questi pneumatici viste le condizioni ambientali che li aspettano.