Ogni volta si pensa che si sia toccato il fondo. Che peggio di così davvero non possa andare perché si esclude la possibilità dell’esistenza di qualcosa di peggiore. E ogni volta si sbaglia. La Rossa, a Monza, ha scritto la pagina più nera di questo millennio. Un risultato che non può neanche essere chiamato tale, frutto della totale mancanza di competitività della macchina, di un’affidabilità cagionevole ma, soprattutto, dell’essere orfana di una linea di ripresa chiara da seguire. Di una leadership.
Sebastian Vettel ha rischiato moltissimo a causa di una macchina che ora si rivela anche pericolosa. La sua SF1000 si è ritrovata senza freni all’imbocco della prima variante e il tedesco ha dovuto tirare dritto. E per fortuna tutto è successo in un punto con un’ampia via di fuga. Charles Leclerc ha sbagliato, innegabilmente. Ma il suo errore è direttamente figlio di una macchina che è stata inguidabile per tutto il week end, con un sovrasterzo pericoloso a centro curva che, unita alla sua voglia di rimanere tra i primi, lo hanno fatto impattare a 200 all’ora alla parabolica. Anche qui la fortuna ci ha messo del suo e Charles è uscito illeso da un incidente comunque pesante.
Doppio ritiro. A Monza. Dopo un fine settimana difficilissimo. E forse è meglio che l’agonia dei piloti si sia fermata anzitempo. Seb non aveva alcuna chance di far bene; Charles, seppur virtualmente secondo, sarebbe stato risucchiato da tutto il gruppo, esattamente come successo a Kimi Raikkonen con l’Alfa Romeo motorizzata Ferrari. Insomma, è una SF1000 senza speranza alcuna in questa fase di campionato. Se poi si fa il confronto con l’anno scorso a Spa e Monza, si è passati dalle due vittorie di Leclerc agli zero punti costruttori portati a casa in questi due appuntamenti. Nessun punto. Incredibile.
Certo è che la conquista di miseri punticini per la Ferrari sarebbe solo una magrissima consolazione. Per un team come quello di Maranello, che ogni anno punta a vincere, che ha a disposizione più mezzi economici di qualunque altro team di Formula 1. E’ un grande schiaffo morale vedere una piccola squadra italiana come Alpha Tauri vincere il Gran Premio. A testimonianza di come, con una guida chiara, con armonia nel lavoro e spirito di sacrificio si possano raggiungere risultati anche con poche risorse a disposizione.
In Ferrari, invece, si fa a gara a negare l’evidenza. Per Mattia Binotto non si può parlare di crisi. Bene. Fatto sta che si può parlare di incompetenza. Di mancanza di rispetto per i tifosi. Di totale assenza di onestà intellettuale nell’ammettere le proprie oggettive responsabilità. Poi che cada qualche testa quello può accadere o meno. Louis Camilleri vuole dare continuità agli uomini. Il che può essere anche teoricamente giusto. Ma ai piani alti bisogna cominciare a dare qualche spiegazione. Ed evitare di continuare a prendere in giro i tifosi e non solo, pretendendo di essere compresi. Continuando a vendere falsità per salvare una faccia già ampiamente persa.