F1, Giancarlo Bruno sulla crisi della Ferrari: La chiave è l’utilizzo della parte elettrica del motore
Pacato, chiaro e competente. Lo abbiamo conosciuto così Giancarlo Bruno, ingegnere e volto noto in TV, prima in RAI e poi su TV8, quando ci parlava di tecnica, di strategie e non solo.
A molti appassionati di Formula 1, le opinioni dell’Ing. Bruno sono un po’ mancate in questo periodo. Grazie ai suoi studi prima e alla sua esperienza nel Circus della F1 ma anche in altre categorie del Motorsport, le sue analisi sono sempre risultate molto precise e azzeccate.
In una recente intervista concessa a OASport, in collaborazione con Sport2U / FormulaUno2U, l’ingegnere ha promosso il Mugello a pieni voti dopo che lo stesso circuito era stato criticato per la sua pericolosità visti i tanti incedenti in gara.
“La validità tecnica del Mugello – ha commentato Bruno – è paragonabile se non superiore a quelle di piste come Spa e Suzuka. Ha curve tecniche, magari la sede stradale è un po’ stretta, ma esternamente alla traiettoria c’è la ghiaia, un aspetto che nei circuiti moderni non c’è. Gli incidenti, dunque, si sono verificati sul tracciato toscano non per le sue caratteristiche ma per l’abitudine da parte dei piloti di sfruttare una porzione di pista che non c’è. Sul crash in rettilineo, non c’è da stupirsi: dopo la Safety Car, chi è dietro cerca sempre di avvantaggiarsi”.
Parlando della Ferrari, l’Ing. Bruno ha così commentato: “La pista toscana ha evidenziato quelli che sono i limiti della vettura. Su questo circuito si va a piena farfalla solo in rettilineo, poi c’è una successione continua di curve, molto delle quali si fanno anche in pieno. Su queste curve sia il telaio che gli pneumatici sono continuamente sollecitati, quindi l’energia che viene sviluppata è altissima. Quando l’aerodinamica non è al top, la geometria delle sospensioni non è la migliore e il motore non ti spinge a sufficienza, vengono fuori le prestazioni della Ferrari. Noi conosciamo la storia del motore della Ferrari e di fatto la Scuderia di Maranello ha dovuto fare un passo indietro. Io penso che la vettura di quest’anno sia in toto sbagliata e la conferma mi viene osservando quello che ha fatto la concorrenza”.
Un passaggio chiave dell’intervento dell’Ing. Bruno è il seguente: “La chiave è l’utilizzo della parte elettrica, quindi la combinazione dei due moto-generatori con il motore termico. Alla Ferrari probabilmente questo utilizzo non è ottimizzato evidentemente e non è stata fatta una buona vettura dal punto di vista dell’efficienza aerodinamica. Di conseguenza, le gomme non vanno in temperatura e la performance viene meno. Per questo motivo, la filosofia della monoposto non è stata centrata e richiede tempi lunghi”.
Giancarlo Bruno ha espresso un suo commentato anche sul Team Principal della Scuderia di Maranello: “Binotto dichiara quanto è conveniente dichiarare e deve difendere la squadra. Io mi rifiuto di credere che fior di tecnici come sono quelli che lavorano a Maranello non abbiamo ancora capendo i limiti della vettura. Bisogna distinguere tra quello che dice Binotto che è il portavoce della Ferrari ma io mi rifiuto di credere che non abbiamo capito i problemi della macchina”.
Molto interessante infine anche il punto di vista dell’Ing. Bruno sull’attuale regolamento della F1: “Sono molto critico sul modo in cui vengono scritte le regole in F1, perché si insegue da anni una diminuzione dei costi che probabilmente, solo adesso, con il budget cap potranno raggiungere. L’abolizione dei test, il numero limitato di motori nel corso di una stagione, eccetera, sono solo un bluff. In una stagione normale la Ferrari, ad esempio, costruiva circa 120 motori, di cui una minima parte utilizzati: su due vetture sei motori e con le rotture diciamo dieci in tutto. La maggior parte, infatti, gira sui banchi dinamici. Pertanto, questo risparmio è un falso ideologico. Tornando al discorso del regolamento attuale, c’è una chiara limitazione sull’inventiva del progettista e ciò vuol dire anche una spesa importante di risorse umane (non solo) per aggirare queste regole così stringenti”.