F1, Gp Turchia: L’Istanbul Otodrom e il pathos della curva 8 a tutto gas
L’Istanbul Otodrom che domenica vedrà sfrecciare per l’ottava volta nella storia le monoposto di F1 per la vittoria del Gp di Turchia non è il solito “Tilkodromo”, nonostante sia della solita linfa ingneristica tedesca la paternità della pista. Innanzitutto per i suoi interessanti saliscendi visto che sorge su di un altopiano, poi perché fa sfogare le power unit dell’era turbo-ibrida su 4 rettilinei da percorrere in senso antiorario ma soprattutto per il singolarissimo disegno della famosa curva 8, la vera perla del tracciato turco.
Un mix di adrenalina e coraggio, merce rara nei circuiti ultramoderni, che ammanta di un romantico brivido di glorioso passato la F1 del terzo millennio. È uno spettacolo osservare il modo in cui le vetture si avvinghiano a questo gigante curvone di 600 metri, composto in realtà da quattro mini pieghe a sinistra-punti di corda dove è fondamentale avere una macchina bilanciata, collo forte (si toccano 5 G di forza centrifuga), attributi grandi e non perdere la concentrazione altrimenti rischi di finire fuori ad alto speed. Uno show da ammirare sia dagli onboard che dalle telecamere tv esterne, una sfida per i piloti e che domenica potrebbe essere un piatto ancora più prelibato per i puri appassionati di questo sport.
Leggete cosa ha dichiarato il pilota della Red Bull Alexander Albon in merito alla velocità di percorrenza della stessa curva: “Fare curva 8 di Istanbul in pieno sarà facile con queste auto”. Capite? La curva 8 di Istanbul costantemente full gas è tantissima roba per spararsi al massimo sul successivo rettilineo che precede la veloce esse sinistra-destra. Le F1 saranno dei razzi. Ci si aspetta di vedere tanti sorpassi e duelli all’arma bianca anche in altre sezioni della pista ma la vera emozione è soprattutto qui, nel tenere giù il piede senza esitazioni mentre l’uscita sembra non arrivare mai.