F1, perché seguire il Mondiale 2021. Atto 5: arriva Mick Schumacher
La stagione della prima volta di Mick Schumacher in F1 è tanta, tanta roba per quella prorompente ma dolcissima carica di emozione-commozione che trasmette a chi ama questo sport, noi compresi. Nell’attuale tornante storico della massima formula esprime meglio di ogni altro evento quanto il genuino valore del cuore, della passione in un contesto fortemente condizionato da tecnologie finissime e tecnicismi di ogni tipo sia ancora contagioso. Mick, il figlio di Kaiser Michael, debutta in F1 a trent’anni esatti dai primi vagiti del padre nella medesima disciplina e, qui, il palpito cardiaco accelera, sostenuto dalle sensazioni trasmesse dal mirabile dipinto di un pittore che traccia una vicenda-leggenda.
Quella complicatissima del dramma umano di Schumy sr ma che proprio la rapida ascesa del bravo rampollo Mick contribuisce ad addolcire, tanto, e donare una robusta dose di speranza. Papà Michael sarà orgoglioso come non mai del suo figliolo, capace di approdare nell’Olimpo dell’automobilismo sportivo a quattro ruote con pieno merito, senza ricevere né regali né favoritismi. Si è conquistato tutto con la seria determinazione dell’impegno e il sudore del lavoro Mick Schumacher sorretto ovviamente da un talento importante ma affinato corsa dopo corsa, anno dopo anno. Attitudine mentale, questa, donatagli dallo stile di famiglia, che gli ha insegnato a raggiungere obiettivi ambiziosi solo e soltanto attraverso il duro lavoro, e nient’altro. E ora ha conquistato un posto in F1 nell’abitacolo di una scuderia amica della Ferrari, che in tutti questi anni lo ha seguito e supportato con attenzione, senza fretta o ansie da prestazione.
Il Cavallino ha plasmato la sua crescita di pilota e i tempi sono maturi per affrontare il suo primo Mondiale. Adesso viene il bello perché Mick, da subito, dovrà destreggiarsi in pista sapendo che il primo step da superare nel percorso di crescita ormai tracciato è il team mate. Deve andare più forte di Nikita Mazepin alla fine della fiera alzando l’asticella Gp dopo Gp, come è stato sempre abituato a fare. Avrà bisogno di imparare, fin da subito, a gestire la pressione portata dal compagno tra le mura di casa e all’esterno dai media. La sfida interna tra i due esordienti Mick Schumacher e Nikita Mazepin è tutta da gustare anche per le profonde diversità di temperamento esistenti tra i due giovanissimi driver. Il tutto a vantaggio del team Haas che ha bisogno di ricostruirsi il proprio valore in F1 dopo il pessimo 2020. Verosimilmente Mick migliorerà progressivamente e ha tutte le carte in regola per fare non bene, benissimo. E affettivamente sarà inevitabile, per la maggioranza degli appassionati di questo sport, non fare il tifo per lui.