F1, Spa-Francorchamps: nel 1970 si chiude l’era del circuito di 14 km
Il prossimo 29 agosto, il Mondiale di Formula 1 2021 avrà nel GP del Belgio una delle sue più significative tappe. Ad accogliere l’atteso evento, lo storico tracciato di Spa-Francorchamps.
Ad oggi, 53 delle 65 edizioni del GP del Belgio di Formula 1 sono state disputate proprio sul tanto rinomato quanto ostico circuito delle Ardenne.
Dal 1950 al 1970 (il GP del Belgio non si disputa nel 1957, 1959 e 1969), il palcoscenico del GP belga è il tracciato di Spa-Francorchamps, lungo 14,120 km dal 1950 al 1956 e 14,100 km dal 1958 al 1970. Come noto, il velocissimo percorso si sviluppa lungo strade cittadine, toccando alcuni Paesi quali Malmédy e Stavelot.
Si tratta di un tracciato nato tra la fine degli Anni ’30 ed il dopoguerra, pertanto già ampiamente rivisitato rispetto all’originario e più lungo layout partorito negli Anni ’20, il quale comprendeva l’Ancienne Douane e altri tratti successivamente eliminati e bypassati, nel continuo intento di velocizzare il percorso.
Il circuito di Spa-Francorchamps di 14 km, tuttavia, verrà cancellato dalla storia del motorsport, secondo un destino beffardo che ha toccato numerosi altri tracciati similari. Ritenuto ormai anacronistico ed eccessivamente “pericoloso”, il circuito cittadino di 14 km lascerà il posto, a partire dal 1983, all’impianto di 7 km (metro più, metro meno: dal 2007 il circuito misura 7,004 km). Un tracciato che ancora contempla tratti — sebbene modificati nel corso dei decenni — del percorso originale: ci riferiamo al segmento che va da La Source sino a Les Combes e al tratto che va dalla attuale curva di Stavelot sino a La Source.
Con il XXIX Grand Prix de Belgique del 7 giugno 1970, si chiude la gloriosa era del circuito di 14 km. Per l’ultima volta, infatti, le monoposto di F1 calcano questa pista.
La vigilia del GP è funestata dalla morte di Bruce McLaren. Il pilota-costruttore neozelandese, infatti, perde la vita il 2 giugno 1970, nel corso di un test al volante della McLaren M8D Can-Am sul circuito di Goodwood. Il Bruce McLaren Motor Racing avrebbe dovuto schierare tre auto: le due M14A-Cosworth DFV per McLaren stesso e Peter Gethin e la M7D-Alfa Romeo per Andrea De Adamich. Ma nessuna McLaren ufficiale sarà al via del GP in terra belga. Assente anche la privata McLaren M7C-Cosworth DFV del Team Surtees, condotta dal campione inglese.
I piloti impegnati nel GP, frattanto, discutono animatamente circa le condizioni di sicurezza del tracciato di Spa-Francorchamps. Jackie Stewart e pochi altri vorrebbero la cancellazione del GP almeno in caso di pioggia, la maggior parte dei piloti — tra cui Jacky Ickx e Pedro Rodriguez — vogliono correre, costi quel che costi.
Introdotta, allo scopo di rallentare le vetture, una chicane a Malmédy, anche questa percorsa dalle vetture in derapata controllata.
Le qualifiche vedono primeggiare Jackie Stewart. Lo scozzese, al volante della privata March 701-Cosworth DFV del Tyrrell Racing Organisation, segna la pole-position in 3’28”0, alla incredibile media di 244,038 km/h. La prima fila è completata da Jochen Rindt (Lotus 49C-Cosworth DFV, Gold Leaf Team Lotus, 3’30”1, media di 241,599 km/h) e Chris Amon (March 701-Cosworth DFV, March Engineering, 3’30”3, media di 241,369 km/h).
In seconda fila, troviamo Jacky Ickx (Ferrari 312B, Scuderia Ferrari SpA SEFAC, 3’30”7, media di 240,911 km/h) e Jack Brabham (Brabham BT33-Cosworth DFV, Motor Racing Developments Ltd, 3’31”5, media di 240,000 km/h).
Àlex Soler-Roig è il solo non qualificato al Gran Prix. Al volante della ufficiale Lotus 72A-Cosworth DFV del World Wide Racing (di fatto, la monoposto destinata a Rindt) riesce a completare solo una manciata di giri al sabato, causa indisponibilità della vettura sin dal venerdì. Il pilota catalano stampa un insufficiente 3’52”7, alla media di 218,135 km/h: viene escluso dal GP. A partire, pertanto, saranno in 17.
Il meteo clemente e soleggiato consente ai piloti di sostenere un ritmo gara particolarmente brioso e pimpante. Mattatore, sin dalla partenza, è Pedro Rodriguez. Il talento messicano è autore del 6° tempo (3’31”6, media di 239,887 km/h). Allo start, Rodriguez scatta rapido al volante della bellissima e molto veloce BRM P153 dello Yardley Team BRM. Dopo 3 giri si issa in terza posizione, dopo 4 è già secondo, al 5° giro passa in testa. L’arrembaggio del grintoso messicano è inarrestabile! Alle sue spalle, Amon e Stewart cercano di tenere il passo di Rodriguez, ma solo Amon vi riesce.
L’alfiere della BRM si issa saldamente in testa, Amon lo segue. Frattanto, impazza la lotta per il terzo posto, che vede protagonisti Stewart, Brabham e Ickx. I ritiri per noie meccaniche fanno capolino sin dai primi giri di corsa. Al 1° giro, Derek Bell è costretto al ritiro per la rottura del cambio della sua Brabham BT26A-Cosworth DFV del Tom Wheatcroft Racing, al 4° passaggio una perdita di pressione dell’olio causa il ritiro della De Tomaso 505-Cosworth DFV del Frank Williams Racing Cars condotta da Piers Courage.
Dopo 7 giri, Jackie Oliver (BRM P153, Yardley Team BRM) è costretto al ritiro a seguito della rottura dell’acceleratore, 3 giri dopo è la volta di Rindt, la cui Lotus è vittima della rottura del V8 Cosworth. Pochi giri dopo, anche la seconda vettura del Gold Leaf Team Lotus abbandona la gara: la 72B affidata a John Miles lamenta la rottura del cambio.
Tra il 14° ed il 19° giro si susseguono ritiri illustri. Stewart dice addio ad un ottimo piazzamento a seguito della rottura del DFV della sua March, Brabham abbandona causa rottura della frizione, Graham Hill (sempre nelle retrovie sin dalle qualifiche, al volante della Lotus 49C-Cosworth DFV del Brooke Bond Oxo Racing/Rob Walker) si ritrova col V8 inglese in panne.
I ritiri, le noie meccaniche ed il lungo tracciato consentono a molti outsider di ambire alle posizioni di vertice. Grazie a condotte di gara accorte, Jean-Pierre Beltoise (Matra MS120, Equipe Matra Elf) riesce ad issarsi in terza posizione. Frattanto, Ickx deve riparare ai box a causa di una perdita dalla pompa della benzina. Il pilota belga della Ferrari deve persino cambiare tuta, intrisa di carburante; dopo una riparazione di fortuna, Ickx riprende la via della pista, ma terminerà la corsa attardato, in ottava posizione e doppiato di 2 giri.
Il Gran Premio è ormai agli sgoccioli. Rodriguez comanda il gruppo ma, alle sue spalle, si riaffaccia prepotentemente Amon. Il neozelandese tallona sempre più da vicino il messicano. I due piloti si esibiscono in un duello a suon di giri veloci: Rodriguez nel tentativo di distanziare Amon, Amon cercando di sopravanzare Rodriguez.
Al 26° giro, Rodriguez firma un clamoroso 3’27”6, alla media di 244,509 km/h. Al giro successivo, Amon replica sontuosamente, firmando il giro più veloce in gara grazie al crono di 3’27”4, alla stupefacente media di 244,744 km/h.
Rodriguez resiste tenacemente e anche la sua BRM non lamenta problemi.
Pedro Rodriguez vince il GP del Belgio. Il messicano completa i 28 giri in programma (pari a 394,800 km) in 1h 38m 09,9s, alla elevatissima media oraria di 241,308 km/h. Al 2° posto si classifica Amon, distaccato di appena 1 secondo, al 3° troviamo Beltoise, distaccato di 1m 43,7s.
La zona punti è completata da Ignazio Giunti, 4° su Ferrari 312B (+2m 38,5s), Rolf Stommelen (5° su Brabham BT33-Cosworth DFV, Auto Motor Und Sport, +3m 31,8s) e Henri Pescarolo, classificato 6° (+1 giro) su Matra MS120 benché rimasto senza benzina al penultimo passaggio a causa di un guasto e avesse portato la sua vettura ai box.
Per Pedro Rodriguez si tratta della sua seconda ed ultima vittoria in Formula 1; per la Dunlop si tratta della vittoria numero 83, l’ultima colta dal gommista inglese in Formula 1.
In questo video, è possibile riassaporare quello storico GP grazie ad un interessantissimo filmato d’epoca.
Juan Manuel Fangio, Giuseppe Farina, Alberto Ascari, Peter Collins, Tony Brooks, Jack Brabham, Phil Hill, Jim Clark, John Surtees, Dan Gurney, Bruce McLaren, Pedro Rodriguez: sono i nomi dei piloti che hanno trionfato sui 14 km di Spa-Francorchamps.
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