Il tonfo dell’Aston Martin nel mondiale 2021 è stato sicuramente quello più rumoroso dell’intero Circus. La colorazione verde speranza scelta per la livrea della scuderia britannica non è stata di buon auspicio, specie se la si paragona alla sorella maggiore, la pantera rosa RP20 che lo scorso anno era riuscita ad imporsi tra le macchine più veloci in griglia, concludendo il mondiale con uno splendido terzo posto nella classifica costruttori.
007
L’auto di James Bond entrata nel paddock della F1 a partire dal 2021 sembra avere in comune con il noto agente segreto solo il numero identificativo 007.
Zero sono le vittorie ottenute dall’AM21 contro il successo dello scorso anno di Perez a Sakhir.
Zero sono anche le pole position. Nel 2020 Lance Stroll era riuscito a imporsi al comando del gran premio di Turchia dopo una splendida qualifica sull’asfalto ghiacciato di Istanbul.
Sette invece è la posizione di classifica con cui si è concluso il campionato costruttori di Aston Martin, con i soli settantasette punti messi a referto dalla coppia Stroll-Vettel.
TROPPO POCO
Un secondo posto di Vettel a Baku e un altro podio ottenuto sempre dal tedesco all’Hungaroring, poi cancellato da una penalità relativa ai quantitativi irregolari di carburante. Soltanto due acuti, anche piuttosto casuali, che non possono coprire le lacune di una vettura irriconoscibile rispetto al 2020. Un anno agonistico da dimenticare, a cui si aggiunge anche l’incendio divampato nella galleria del vento nella sede di Silverstone lo scorso primo dicembre.
Eppure, vista la continuità tra le vetture del 2020 e quelle del 2021, era lecito aspettarsi una permanenza nelle zone nobili della griglia anche da parte della scuderia diretta da Otmar Szafnauer. Proprio per questo motivo i risultati dell’Aston stupiscono in negativo ancora di più rispetto a quelli delle deludenti ‘utilitarie’ (Williams, Alfa Romeo e Haas) che si trovano sotto all’ex Racing Point in classifica. Skyfall.
VETTEL-STROLL
I piloti, anche se piuttosto incolpevoli, non sono riusciti ad incidere. Deludente Stroll (13° con 34 punti) che, al quinto anno di paddock e dopo 100 GP in carriera a soli 23 anni, non è riuscito a esibire una prestazione degna di nota. Continua a dimostrarsi un pilota limitato, con le uniche grandi qualità di andare veloce sul bagnato e di essere il figlio del proprietario, Lawrence Stroll.
Ancora peggio Vettel (12° con 43 punti). Il quattro volte campione del mondo, abbandonato da Mattia Binotto e liberato dalla pressione del mondo Ferrari, che l’aveva incoronato troppo presto come erede di Schumacher, non è riuscito a rifiorire a bordo dell’Aston Martin. Ad inizio stagione il tedesco aveva affermato di aver scelto il progetto in funzione di una possibile vittoria del mondiale nel 2022. Proclami che sembravano più una frecciatina all’ex scuderia che affermazioni realmente convinte.
Tra l’altro molti media ipotizzavano addirittura un ritiro di Seb a causa di presunte frizioni con Lawrence Stroll, prima del rinnovo di contratto arrivato a Sochi. Dalla Russia con amore.
STEP BY STEP
Bisogna essere cauti nei giudizi, nessuna bocciatura né per i piloti né per il team, tutto rimandato al 2022.
Lawrence Stroll infatti si è dimostrato molto furbo e accurato nei vari step del suo percorso all’interno del Circus.
Nell’agosto 2018 Stroll ha acquistato una Force India in enormi difficoltà economiche, trasformandola nel 2019 in Racing Point. A gennaio 2020 ha concretizzato un investimento di 182 milioni in Aston Martin, divenendone presidente esecutivo e portando lo storico marchio in F1 come sponsor della sua scuderia. Un nome come quello di Aston Martin nobilita mediaticamente la scuderia e la prepara al grande salto di competitività.
Nel 2021 il team britannico non è rimasto alla finestra, bensì si è dedicato a un mercato molto oculato per rafforzarsi. Ha ingaggiato dalla Mercedes Eric Blandin, ex capo aerodinamico, oltre a Dan Fallows e Andrew Alessi da Red Bull e Luca Furbatto da Alfa Romeo.
Secondo alcune voci Lawrence sembrerebbe interessato a rendersi autonomo anche sul versante power unit, iniziando a produrre il motore in casa a partire dal 2026, seguendo così il modello Red Bull.
Mercato e investimenti pongono l’Aston Martin come una delle scuderie da osservare con maggiore attenzione in vista dei prossimi campionati. No Time to Die.