La Formula 1 si appresta a tornare in Asia, con due trasferte in Oriente che mancavano ormai dal lontano 2019.
Il primo scalo è a Singapore, che nel lontano 2008 fu la prima pista ad ospitare un Gran Premio interamente in notturna. Essendo un circuito cittadino, presenta le barriere molto ravvicinate, con poche vie di fuga che non consentono ai piloti il minimo errore.
Ritornare qui rappresenterà una sfida per i piloti, alcuni dei quali non hanno mai girato nelle strade di Marina Bay, ma questo week-end sarà una sfida soprattutto per gli impianti frenanti della Brembo.
I tecnici della casa italiana costruttrice di freni, hanno classificato la pista di Singapore con un punteggio pari a 4, che significa molto impegnativo per l’impianto frenante. Le curve su questa pista si susseguono una dopo l’altra e non consentono ai freni un attimo di riposo. Delle 23 curve presenti, ben 15 richiedono l’uso dei freni i quali restano attivi per un tempo pari a 22 secondi, che si traduce nel 22% del tempo di gara.
Le 15 frenate presenti su questa pista sono state classificate dai tecnici della Brembo in: 4 altamente impegnative, 4 di medio impegno e 7 leggere per l’impianto frenante.
La frenata più dura di tutto il circuito è sicuramente quella che precede la prima curva, dove le vetture arrivano con una velocità di 293 km/h e in 91 metri passano ai 127 km/h necessari ad affrontarla in modo corretto. Il tempo di frenata è di 1,71 secondi, con una decelerazione che arriva a 5,1g e un carico sul pedale del freno di 149 kg.
Si capisce quindi come la difficoltà principale di questa pista non sono le forti frenate, ma il fatto che molte di queste avvengano in successione. La presenza di pochi rettilinei e le elevate temperature tipiche di questo Paese, aumentano il rischio di mandare in crisi l’impianto frenate.