Con una situazione in Gestione Sportiva tutt’altro che definita, la Ferrari in questi giorni dovrà per forza di cose fare i conti con la stagione 2022. Se il secondo posto nei Costruttori è il miglior risultato dal 2018 a questa parte, i più di 200 punti di distacco rimediati da Red Bull sono un segnale negativo da non sottovalutare.
La vettura: competitiva, ma l’affidabilità è un problema
La Ferrari ad inizio stagione era riuscita in un’impresa che non riusciva dai tempi d’oro di Sebastian Vettel: mettere in pista una vettura competitiva sin dalla prime gare. Le vittorie di Leclerc a Sakhir e Melbourne e le parole al miele del monegasco per la F1-75, definita una “Bestia”, hanno certamente contribuito ad alimentare le speranze dei tifosi.
Attenzione, perché il bilancio di quattro vittorie totali a fine 2022 è quantomai bugiardo: la Rossa è sembrata veramente in difficoltà solo a Spa e Città del Messico. In tutti gli altri appuntamenti, anche dove non è arrivato, il podio è sempre sembrato comunque a portata di mano.
Un fattore chiave che è sicuramente mancato è stato l’affidabilità. Le power unit in fumo in Azerbaijan e Spagna hanno rappresentato colpi importanti al morale di Leclerc, stoppato in entrambe le occasioni mentre stava guidando i GP senza problemi. Nella seconda parte di stagione, poi, i nodi sono venuti al pettine, con tante sostituzioni di componenti che hanno pregiudicato le qualifiche di entrambi i piloti. Ritrovata la prestazione, dunque, ora si tratta di effettuare tutti gli accorgimenti necessari per avere costanza di rendimento anche dal punto di vista dell’affidabilità.
Il team: occorre una regolata
Al netto del Binotto in o Binotto out, il 2022 ha messo in mostra i veri limiti di questa Ferrari. E uno, duole dirlo, è stato il muretto box. Questo non vuole per forza essere un attacco al team principal; è logico e per certi versi giusti che sia lui a fare da parafulmine, ma spesso è apparso poco aiutato anche dalle persone intorno a lui.
A partire, ovviamente, dalle che operano al pitwall. Nessuno vuole versare ulteriore sangue su una ferita aperta da mesi (se non anni), ma non è matematicamente possibile sbagliare tutte le scelte strategiche in un campionato. Eppure, è questo quello che è sembrato accadere alla Ferrari in questo 2022! Monaco, Silverstone, Le Castellet, Budapest, fino al “capolavoro” della qualifica a Interlagos: sono gli episodi più macroscopici, ma che, inutile girarci intorno, hanno capovolto l’andamento della stagione.
Perché se, da un lato, la Ferrari era in lotta per il titolo, almeno fino alla pausa, i risultati negativi molto spesso sono stati causati da scelte a dir poco scellerate. Inaki Rueda, lo stratega, spesso ha toppato clamorosamente, senza che nessun provvedimento nei suoi confronti fosse mai preso. E questo apre un altro argomento: la Dirigenza deve farsi sentire sul serio, perché ad oggi la Ferrari sembra essere una squadra senza… “testa”.
I piloti: Leclerc un fenomeno, Sainz bravissimo, ma ora serve chiarezza
I piloti Ferrari sono forse l’argomento su cui è già stato detto e scritto praticamente tutto. Che Leclerc sia un fenomeno ormai è un dato acclarato; che a Sainz manchi qualcosa per pareggiare il talento del monegasco ma sia comunque un ottimo pilota, anche.
Casomai, quello che è mancato spesso è stata la chiarezza di intenti nei loro confronti, e la gara di Silverstone ne è stato l’esempio più fulgido. Tradotto in parole semplici: si può puntare al Mondiale con entrambi i piloti solo se la vettura è nettamente superiore alle altre, vedi Mercedes nel periodo Hamilton-Rosberg. Altrimenti, occorre stabilire delle gerarchie, e deve essere la pista a parlare, e non sponsor o clientele varie. Nel 2023 occorrerà da subito un discorso chiaro e diretto con entrambi, per evitare episodi poco piacevoli che possono pregiudicare l’esito della stagione.
In conclusione, viene da dire che il 2022, al contrario di quanto affermato spesso anche da Binotto, ha il sapore amaro della sconfitta. Che resti il manager reggiano o che venga sostituito, l’importante sarà analizzare cosa non ha funzionato e cercare di risolvere i problemi, altrimenti il rischio è quello di restare a bocca asciutta anche negli anni a venire.