“Se continuiamo ad ampliare il calendario e l’intero weekend è così lungo, ad un certo punto ti chiedi se tutto questo ne valga la pena. Mi piace correre e mi piace vincere. So che, ovviamente, c’è lo stipendio importante, e si ha una bella vita. Ma è davvero una bella vita? Penso che a volte si arrivi a un punto della carriera in cui si vuole fare altro. Ho un contratto fino alla fine del 2028 e poi lo rivedremo, ma ritengo che se a un certo punto si starà esagerando, sarà ora di cambiare”.
Sono state queste le parole di Max Verstappen, alla vigilia del Gran Premio dell’Azerbaijan che ha visto il debutto del nuovo format con, di fatto, due sessioni di qualifiche e due gara, una sprint e una tradizionale.
Il pilota della Red Bull, due volte campione del mondo di Formula 1, ha poi anche aggiunto: “Sembra strano per le persone che vedono tutto da fuori, perché dicono: ‘Sei in Formula 1, stai vincendo!’, e probabilmente direi lo stesso se fossi in loro. Ma una volta che ci sei dentro, non è sempre come sembra: certo, è una vita fantastica e posso fare un sacco di cose, sono molto indipendente. Ma c’è sempre un limite a tutto”.
Come non apprezzare le parole di Max Verstappen che, fino ad ora, è stato l’unico ad aver mosso critiche nei confronti di questo continuo ampliamento del calendario di F1. Chiaramente esiste una vita al di fuori della F1: una famiglia magari con cui si vuole passare più tempo.
Il Circus della Formula 1 non è una vita tutta rose e fiori; dà tanto ma dall’altra parte toglie attimi di vita quotidiana che non si potranno più riavere indietro.
Questo è forse anche il motivo per cui Sebastian Vettel ha optato per il ritiro, non perché sia venuta meno la voglia di correre ma perché era arrivato il tempo di dare priorità alla sua famiglia. Questo fa capire che non è tutto oro ciò che luccica: un calendario così fitto e lungo starà anche facendo acquisire sempre più popolarità e soldi ma a farne le spese sono le persone che ‘portano avanti la baracca’.
La lamentela è arrivata da un pilota che ha comunque un certo grado di libertà di parola. Lo stesso non possono invece fare i meccanici, persone fondamentali per le squadre che, già adesso, si ritrovano a dover fare enormi sacrifici con turni di lavoro massacranti, passando più ore in volo che non sulla terraferma e si ritrovano a dover stare lontano dai propri cari anche per mesi.
Lo stress fisico e mentale a cui sono sottoposte queste persone non è da sottovalutare. In più non si ritrovano sul conto in banca cifre da capogiro. Possiamo capire come Liberty Media voglia sfruttare al massimo questo momento di popolarità della Formula 1, occorre però ricordare come ci debba essere sempre un limite a tutto e non ci si può certo dimenticare dell’impatto che le decisioni possono avere su chi lavora davvero in F1. Non si parla di un videogioco ma di esseri umani e questo non deve essere dimenticato.
Scritto da: @Roberta07love