Domenica 29 ottobre 2023 si corre il Gran Premio del Messico di Formula 1. La gara a Città del Messico sarà la quart’ultima tappa del Campionato Mondiale.
Gran Premio di Città del Messico: numeri e curiosità
2. I miliardi di farfalle che approssimativamente migrano ogni anno dal Canada al Messico e viceversa. Usualmente questi affascinanti insetti multicolori trascorrono sul grande altipiano centro-americano i mesi da novembre a marzo.
4,5. I milioni di metri cubi di volume della piramide di Cholula, la più grande del mondo, ben più di quelle egiziane. In Messico le piramidi sono più diffuse che nella nazione africana: se ne possono trovare una trentina, tra cui quelle imponenti di La Venta e Kukulkan e quelle meglio conservate di Teotihuacan, Monte Alban, Tepozteco e Calakmul, nello Yucatan.
5+1. I Gran Premi che in questa stagione sono intitolati a una città anziché allo stato del quale fanno parte: si tratta di Miami (Stati Uniti), Città del Messico (Messico), San Paolo (Brasile), Las Vegas (Stati Uniti) e Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti), questi ultimi quattro inseriti in sequenza nel calendario del campionato. Bivalente la posizione di Singapore, che è una città stato e la sua gara è dunque riconducibile sia alla città che alla nazione.
8. La posizione di Città del Messico nella classifica delle capitali più alte del mondo. Con i suoi 2.240 metri di altitudine, la metropoli centro-americana è battuta solo dalla boliviana La Paz, la più alta in assoluto con i suoi 3.640 metri, e poi da Quito (Ecuador, 2.850), Bogotá (Colombia, 2.625), Addis Abeba (Etiopia, 2.355), Thimphu (Bhutan, 2.334), Asmara (Eritrea, 2.325) e Sanaʽa (Yemen, 2.250). La città era al settimo posto ma sta lentamente affondando per ragioni naturali e negli ultimi trent’anni ha perso circa 12 metri finendo per essere scavalcata dalla capitale dello Yemen.
59. Il numero di varietà di mais autoctono che si trovano in Messico: i colori dei semi vanno ben oltre il comune giallo: ci sono tipi di mais che sono di un acceso colore rosso, altri tendenti al blu, al verde e alcuni persino bianchi. Tutti provengono dalla stessa specie selvatica, chiamata teosinte. Si può dire che non esista un paese al mondo – socialmente, economicamente e culturalmente – più legato al mais del Messico, della cui cucina da migliaia di anni è uno degli alimenti base.