Jack Brabham, Jackie Stewart, Niki Lauda, Nelson Piquet, Ayrton Senna e… Max Verstappen. Icone della Formula 1 accomunate non solo dal numero di titoli mondiali, ma anche dall’essere entrati nella leggenda di questo sport. Un ristretto club nel quale è entrato a far parte anche Verstappen al termine della sprint di Lusail. Il pilota olandese sale sul tetto del motorsport per la terza volta consecutiva, dopo una stagione in cui si è dimostrato perfetto in ogni condizione.
Era il 3 ottobre del 2014 quando un diciassettenne dal talento cristallino si apprestava ad affrontare per la prima volta una sessione ufficiale al volante di una monoposto di Formula 1. Un pilota che neanche un anno prima correva sui kart. Max Verstappen sin dagli albori della sua carriera ha sempre mostrato di avere un qualcosa di speciale che è difficile da racchiudere in una sola parola. Un talento che, per quanto naturale, non ha reso Max esente dalle sbavature fisiologiche di ogni pilota. A nove anni di distanza da quella mattinata di Suzuka, raccontiamo di un tre volte campione del Mondo che a quel talento cristallino ha aggiunto un’esperienza maturata ottimizzando ogni chilometro percorso in pista.
Neanche due anni fa eravamo nel vortice di una F1 nel pieno di una delle più grandi rivalità della storia, che avrebbe portato Verstappen a conquistare un titolo mondiale unico da ogni punto di vista. La stagione 2021 è stata per Max un crocevia della sua carriera. Il primo titolo mondiale ha offerto all’olandese quella consapevolezza che oggi lo rende un pilota capace di disputare un intero campionato ad un livello quasi robotico.
Max Verstappen non è un pilota che guida alla perfezione la propria macchina, Max Verstappen è parte integrante della macchina stessa. La sensibilità con cui l’olandese interpreta la RB19, gli permette di essere impeccabile in ogni condizione. Per quanto la vettura di Adrian Newey sia la migliore in griglia, la sinergia che si è instaurata fra l’uomo e il mezzo è l’ingrediente principale del terzo titolo mondiale. In questa stagione ciò è emerso in maniera ancor più evidente quando la pista ha presentato condizioni più insidiose.
Nelle occasioni in cui tutti faticano a livello di guida, spesso si resta colpiti nel guardare gli onboard della Red Bull numero 1 e osservare la linearità con cui l’olandese muove il volante. Un feeling che emerge in maniera ancor più lampante nel confronto con il compagno di squadra. La sprint race del Qatar è l’immagine della stagione di Sergio Perez, incolpevole questa volta, che fa rientro al box con la testa china. Il sorpasso subito da Perez a Miami mentre si trovava in testa al GP è stato l’inizio di un crollo psicologico che ha avuto una risonanza devastante sulle performance del messicano.
Un sedile che evidentemente non può che tremare e i restanti cinque weekend di gara sembrano essere un ulteriore avversario per Perez. Dall’altro lato del box c’è invece un Verstappen che può godersi il finale di stagione dall’alto del trono sul quale è salito nella notte del Qatar. Godersi, si fa per dire, perché un altro ingrediente emerso nel 2023 di SuperMax è l’istinto cannibale di non lasciare nulla al caso, un fattore che gli ha permesso e gli continuerà a permettere di conquistare nuovi record.
GP Qatar F1 2023 – VIDEO
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