Gene Haas, titolare dell’omonimo Team di Formula 1 ha spiegato cosa ha portato all’uscita di Guenther Steiner: “Non mi interessa più arrivare decimo”.
“L’importante è vincere. Abbiamo un’ottima squadra, ottimi motori e ottimi piloti. Non c’è motivo per cui siamo decimi. Non riesco a capire come sia possibile con tutte le attrezzature e le persone che abbiamo”. E’ questo il pensiero di Gene Haas, intervistato da Lawrence Barretto per Formula1.com, dopo il licenziamento di Guenther Steiner.
“Abbiamo motori Ferrari che probabilmente hanno più potenza di chiunque altro in questo momento”, ha sottolineato l’imprenditore statunitense che poi ha anche aggiunto: “Abbiamo hardware Ferrari [come da regolamento], abbiamo un buon telaio. Parlo con molti ingegneri e penso che il nostro più grande difetto sia l’aerodinamica; il nostro programma aerodinamico ha bisogno di lavoro. Quando sei in pista e vieni umiliato ogni fine settimana, non lo accetterò più”.
Haas non ha voluto problemi a rispondere alla domanda più ovvia sul perché del divorzio da Steiner: “Si è trattato di prestazioni. Siamo all’ottavo anno, con oltre 160 gare, e non abbiamo mai ottenuto un podio. Negli ultimi due anni siamo arrivati o decimi o noni. Alla fine, si tratta di prestazioni. Non mi interessa più essere decimo”.
Questa è stata la seconda volta in tre anni che la Haas è arrivata decima, anche se la prima volta è stata nel 2021 quando la Haas decise di far correre due esordienti come Mick Schumacher e Nikita Mazepin e destinando tutte le loro risorse allo sviluppo della vettura 2022.
Una mossa che li ha visti migliorare fino all’ottavo posto e che li ha riportati alla forma mostrata nelle prime cinque stagioni, dove il Team americano aveva ottenuto due ottavi, un quinto e due noni posti. Il risultato del 2023, tuttavia, è stato un duro colpo: un aggiornamento a fine stagione ad Austin ha fallito al punto che Nico Hulkenberg ha scelto di tornare alla vecchia specifica per le gare rimanenti.
La Haas, con il divorzio da Steiner, spera di tornare ad occupare un posto nel centro gruppo, con alla guida Ayao Komatsu. Il 47enne conosce a fondo la squadra, essendo entrato come ingegnere capo di gara nel suo anno di debutto ed essendo poi promosso al ruolo di Direttore dell’Ingegneria. Ha più di 20 anni di esperienza in F1 e questo ha giocato un ruolo fondamentale nel convincere Gene Haas che era il giusto sostituto.
“Abbiamo cercato all’interno del gruppo chi avesse più esperienza”, ha detto Haas. “Ayao fa parte della squadra fin dal primo giorno, ne conosce tutti i dettagli. Forse avere un approccio più manageriale e ingegneristico, porterà dei benefici. Penso che Guenther abbia avuto un approccio più umano con le persone e il modo in cui interagiva con loro, era molto bravo in questo. Ayao è molto tecnico, analizza le cose in base ai dati. È un approccio diverso. Abbiamo davvero bisogno di qualcosa di diverso perché non stavamo facendo molto bene. Come ho detto, tutto si riduce a otto anni di permanenza all’ultimo posto. Non posso dire altro”.
Haas partecipa alle gare ma ha sempre preferito rimanere nell’ombra e lasciare che Steiner si occupasse della gestione del weekend di gara. Ma in futuro, oltre al progetto della squadra americana di assumere un direttore operativo con sede in Europa (che insieme a Komatsu risponderà ad Haas e al vicepresidente di Haas Automation Bob Murray) per rafforzare il senior management, Haas intende “essere molto più coinvolto” in prima persona.
“Non sono entrato in F1 per vendere la squadra”, ha concluso Haas che poi ha aggiunto: “L’ho fatto perché volevo correre. Guenther aveva la stessa prospettiva. Non siamo qui per fare cassa, vogliamo correre ed essere competitivi”.