La Ferrari è sinonimo di eccellenza automobilistica, un riconoscimento mondiale nutrito dai successi in pista e dalla bellezza delle proprie automobili, così desiderate ed amate in tutto il mondo. Il mondo magico che contorna la figura del Cavallino Rampante però, non è solo questo. Se la Ferrari è il mito che tutti oggi conosciamo, il merito è anche e soprattutto dei propri tifosi, fedelissimi seguaci della rossa più veloce del globo capace di suscitare tifo sfegatato, emozioni e grande senso di appartenenza.
In tutto questo, la Ferrari gode di centinaia di fan club sparsi in tutto il mondo, dal Canada all’Australia, passando ovviamente per la terra natia italiana. Nel nostro paese, non a caso, esiste la sede con più iscritti a livello globale. Il cuore pulsante del tifo ferrarista pulsa a Caprino Bergamasco, un piccolo paesino di poco più di 3.000 anime situato alle porte di Bergamo.
CircusF1 ha incontrato ed intervistato il fondatore e presidente onorario della sede più numerosa del mondo: Giulio Carissimi.
Insieme alla sua testimonianza, ai suoi ricordi ed alla sua incrollabile fede nei colori di Maranello, si è percorso un viaggio lunghissimo ricco di aneddoti, emozioni e retroscena curiosi, senza dimenticare le informazioni utili per potersi unire al caloroso tifo dei Fan Club ferraristi ed alle loro iniziative esclusive.
Presidente Carissimi, ci può dire in che anno è nata la sede di Caprino Bergamasco?
“Il club è stato fondato ufficialmente il 24 dicembre 1995. E’ stato il miglior regalo di Natale che avessi potuto desiderare, perché proprio quel giorno mi arrivò una lettera scritta personalmente dal Presidente Luca Cordero di Montezemolo, che mi notificava la conferma della nascita del fan club. Inutile dire che quel giorno provai una grande emozione. Per molto tempo sono stato presidente della “Scuderia Ferrari Club Caprino Bergamasco”, mentre oggi ho lasciato questo incarico a Paolo Magni, un ragazzo che conosco molto bene e che ha frequentato questo posto da parecchi anni. Resto comunque attivo all’interno del club, ma in qualità di presidente onorario”.
Quanti tesserati sono iscritti nella vostra sede?
“Il numero degli iscritti è sempre stato in costante crescita. Da diversi anni abbiamo l’onore di occupare la prima posizione in classifica mondiale riservata al maggior numero di tesserati, contando 1.019 soci allo stato attuale. Abbiamo registrato una particolare crescita da quando la Ferrari ha imposto il cambio nella denominazione di tutti i fan club. In passato infatti, la nostra e tutte le altre sede si chiamavano semplicemente “Ferrari Club”, mentre oggi vengono riconosciute con il nome di “Scuderia Ferrari Club”, seguita dal nome della città. Fu un cambio che derivò anche da una nostra protesta nei confronti di un’idea di Jean Todt, il quale voleva togliere la parola “Ferrari” dalla denominazione. Noi, insieme ad altre sedi, ci opponemmo subito a questa proposta, e la nostra battaglia venne presa in considerazione anche dai media. In pratica minacciammo di presentarci a Monza, in occasione del Gran Premio d’Italia, sprovvisti di bandiere e striscioni. Avremmo continuato su questa strada fino a quando non avremmo raggiunto un accordo, cosa che poi è fortunatamente accaduta. Noi, in qualità di Fan Club, siamo tenuti ad osservare rigidamente i regolamenti imposti dall’azienda sull’etica e sulle iniziative da organizzare. Ovviamente noi rispettiamo queste scelte,e siamo lieti di tener fede a questo regolamento. L’aspetto fondamentale è quello di non poter organizzare nulla senza l’autorizzazione dell’azienda.”.
Quali sono le motivazioni che spingono una persona ad iscriversi?
“Le motivazioni sono molto semplici. Basta sentirsi tifosi della Ferrari ed aver voglia di condividere le proprie emozioni in una comunità. Un nuovo socio avrà poi l’occasione di alimentare questa passione, poiché il Fan Club organizza diversi eventi, sportivi e sociali, per i suoi tesserati. Di recente, ad esempio, abbiamo visitato il Museo dell’Automobile di Torino, ed in futuro organizzeremo la visita presso la fabbrica della Ferrari a Maranello. Quest’ultimo è un evento esclusivo, perché è necessario il tesseramento per poter partecipare, e quindi è riservato solo ed esclusivamente ai soci. E poi, ovviamente, ci sono anche le partecipazioni ai Gran Premi di Formula 1, con iniziative annesse”.
Oltre alle iniziative che ci ha appena elencato, ci sono altri eventi ai quali partecipate? Come si vive all’interno di un club, e quali sono i vantaggi per un tesserato?
“Per quanto riguarda le iniziative, una delle più classiche è quella di vivere insieme i gran premi presso la nostra sede, condividendo insieme la nostra passione. E’ davanti alla diretta di un gran premio che alla fine si gioisce per i risultati positivi, mantenendo la fede ferrarista anche quando le cose non vanno per il verso giusto. Nel nostro club, come accade anche in altre sedi, non c’è solo l’aspetto sportivo da tenere in considerazione. Vengono organizzati anche ritrovi di automobili Ferrari, dove si possono osservare le vetture più da vicino ed incontrare i possessori. Sono previste, come dicevo, anche visite in diverse fabbriche ed al Museo Ferrari di Maranello, ma anche iniziative più sociali. Dalle gare con i go kart fino alle cene di gala, dove a volte partecipano anche personaggi importanti legati al mondo ferrarista. In ogni caso, per poter partecipare a tutte queste iniziative, bisogna essere soci registrati.
Quando questo accade, ci sono dei vantaggi destinati ad il tesserato, oltre a quelli già legati alle iniziative: dal diritto al 20% di sconto su tutti i prodotti in vendita nei Ferrari Store fino alla possibilità di assistere al Gran Premio d’Italia con prezzi più bassi. Tra l’altro c’è anche la possibilità esclusiva di poter incontrare i piloti Ferrari nel week-end di Monza, cosa abbastanza rara nella Formula 1 di oggi. Già in passato avevamo incontrato tutti i piloti, compresi quelli della Driver Academy a Lonato del Garda (BS), quindi ci sono anche occasioni per vedere da vicino i propri beniamini anche fuori dal contesto di Monza. Quest’anno inoltre su potrà di assistere al Ferrary Day che si terrà al Mugello, e non più negli Stati Uniti come l’anno scorso”.
Come ci si iscrive da voi o in qualsiasi altro fan club? E come si può riconoscere un club ufficiale?
“Per conoscere quali sono i club ufficiali è sufficiente visitare il sito della Ferrari, dove è consultabile l’elenco delle sedi legalmente riconosciute dall’azienda. Per quanto riguarda le iscrizioni il procedimento, anche qui, è semplice: basta presentare i propri dati anagrafici, esibendo la propria carta d’identità, e versare la quota annuale per l’iscrizione. Il nuovo socio riceverà un kit nel quale è contenuto il cappellino originale, alcune cartoline emesse dalla Ferrari in serie limitata, e la propria tessera, la quale ha scadenza annuale e riporta i timbri delle varie iscrizioni. Inoltre, anche i minorenni possono diventare nostri soci, usufruendo di un prezzo più basso. Ogni club offre tre categorie di soci:
socio Member (ordinario), socio Family (per le famiglie), e socio Junior per i ragazzi sotto i 16 anni. Il junior non riceverà il kit riservato ai member, ma avrà comunque pieno diritto a partecipare a tutte le iniziative senza problemi”.
Negli ultimi anni, e soprattutto nel 2016, i risultati della Ferrari in F1 non sono stati convincenti. Questo ha comportato una diminuzione degli iscritti, anche esternamente alla vostra sede?
“E’ una bella domanda. Nonostante il 2016 non sia stato soddisfacente dal punto di vista dei risultati, abbiamo registrato un aumento di iscritti. Questo fenomeno non riguarda soltanto noi, perché lo stesso fatto si è verificato anche a livello globale. Tenete presente che a Caprino Bergamasco siamo passati da circa 930 soci a 1.019 nel giro di un anno. Anche all’inizio del 2017 abbiamo registrato un boom di tesseramenti che non ci aspettavamo”.
Quanti Fan Club Ferrari sono presenti in Italia?
“Sono circa 150, ma molti di questi sono considerati “dormienti”, nel senso che sono poco attivi o contano pochi soci. Per essere ufficialmente riconosciuti dall’azienda bisogna raggiungere una quota minima di 50 iscritti”:
Avete già in programma iniziative per il 70° anniversario della Ferrari?
“Noi non possiamo organizzare nulla per l’anniversario e non possiamo utilizzare il logo ufficiale dedicato all’evento, che è a disposizione solo della Ferrari. Per il momento, comunque, l’unica iniziativa in programma si terrà l’11 settembre a Maranello, e in qualità di fan club siamo invitati all’evento”.
Siete famosi per l’enorme scudo del Cavallino Rampante che esponete tutti gli anni a Monza, sotto il podio. Sarete presenti anche quest’anno? Ci sono altri eventi in cui lo utilizzate?
“Lo scudo è la nostra carta d’identità, e posso confermare che saremo presenti anche quest’anno a Monza. Con molta probabilità lo porteremo anche a Monte Carlo, dove assisteremo al gran premio. In ogni caso lo abbiamo utilizzato anche per iniziative extra-sportive. Con quello ci siamo recati a Nizza in occasione dell’inaugurazione della piazza intitolata a Jules Bianchi, e saremo presenti anche il 4 giugno a Monza per il “4° Tributo a Michael Schumacher e Jules Bianchi”, dove sono invitati tutti i possessori Ferrari. In questo tributo a Michael in passato abbiamo realizzato altre coreografie, come ad esempio la scritta “Go Michael” fatta con tutte le auto parcheggiate sul rettilineo di partenza. Per quest’anno abbiamo in mente altri progetti, ma ci vedrete senz’altro al Gran Premio d’Italia.”
A proposito di Monza. Lei era più preoccupato o fiducioso per il rinnovo nel calendario di Formula 1?
“Su questo aspetto sono sempre stato molto fiducioso. Io ed il presidente Magni siamo anche consiglieri dell’associazione “Amici dell’Autodromo e del Parco di Monza”, e ci arrivavano spesso notizie molto attendibili da una fonte vicina all’ACI Milano. La volontà di rinnovare c’è sempre stata, e quindi non eravamo particolarmente preoccupati. Non si può lasciar morire un circuito storico come Monza, però è anche vero (e lo dico da tifoso) che bisogna mettersi al lavoro per migliorare o ripristinare i servizi dell’autodromo. Non è facile, perché le nostre iniziative sono ostacolate dai “Verdi”, ma sono certo che troveremo un accordo. Preservare la storia è importante, ma c’è anche la necessità di rinnovare e rendere l’impiantistica di Monza più moderna. Oggi è uno degli autodromo più indietro sotto questo punto di vista. Mi è capitato di girare altri autodromi come quello di Barcellona, e posso assicurare che è molto più avanzato dei nostri circuiti”.
Lei ha parlato di Monza e di altri tracciati. Questo vuol dire che organizzate trasferte anche all’estero, ma dove in particolare?
“Oltre a Monza le nostre mete più gettonate sono Spagna (Barcellona) e Monte Carlo. Quest’anno tenteremo anche la trasferta di gruppo in Austria, al Red Bull Ring, ma ci sono alcune complicazioni legate ai costi. Vedremo!”
(Laura Di Nicola) – Quali personaggi celebri del mondo Ferrari avete incontrato? Ci può raccontare alcuni aneddoti o situazioni rocambolesche?
“Ci sono state talmente tante situazioni che potrei scrivere addirittura un libro! Per quanto riguarda i personaggi del mondo Ferrari posso dire che ne abbiamo incontrati un po’ tutti. Ho parlato con Montezemolo, Gianni Agnelli e quasi tutti i piloti, ma il ricordo più incredibile è quello legato a Michael Schumacher. Parlarne oggi mi fa venire ancora la pelle d’oca. Chi lo ha definito freddo e scontroso è completamente lontano dalla realtà. Quando sta lavorando vuol dire che sta lavorando, ma al di fuori del lavoro si è sempre dimostrato un uomo eccezionale. E’ anche per questo che nutriamo ancora tanto affetto nei suoi confronti.
Per quanto riguarda la situazioni, c’è stata la rivoluzione dei Fan Club già citata con Todt nel 2000/2001, quando la nostra causa ci mandò anche in televisione.
Poi vi fu uno scontro abbastanza furioso contro Andrea Agnelli. Nel 1998/99 circa, Agnelli fece uno stage a Maranello, ed ebbe l’idea di voler creare un unico fan club generale con sede in Svizzera. Quando seppi di questa proposta rimasi molto deluso e mi arrabbiai. In quel caso reagì d’impulso a causa del mio carattere a volte vulcanico, e decisi di scrivere una lettera ad Autosprint, nella quale mi sfogai inserendo alcune provocazioni. La lettera venne in seguito pubblicata sulla rivista, la quale riportava in prima pagina il titolo “Il club degli arrabbiati”. La cosa non piacque a Maranello, tanto che ricevetti una telefonata per incontrare Montezemolo. In un primo momento, quando lo vidi, era molto nervoso per le mie dichiarazioni, ma quando capì che non avevo cattive intenzioni ed avevo scritto tutto in buona fede, ci fu subito un chiarimento, e nacque anche un’amicizia tra di noi con il dovuto rispetto dei ruoli.
Sempre per protesta, nel 2002, tesserai in diretta tv Juan Pablo Montoya sul palco dei “Caschi d’oro”. Lo feci in segno di contestazione per il famoso sorpasso di Schumacher su Barrichello nel Gran Premio d’Austria, quello del famoso ordine di scuderia. La Ferrari non si presentò alla premiazione, e per dispetto consegnai sul palco la nostra tessera a Montoya. Il momento fu immortalato con una foto, la quale venne pubblicata in prima pagina ancora su Autosprint. Seguirono polemiche anche in quel caso, ma grazie all’intervento diplomatico di Stefano Domenicali la questione si risolse senza troppi problemi.
Più recentemente, infine, abbiamo incontrato e tesserato anche Papa Francesco in occasione di una nostra visita in Vaticano”.
Se la sente di fare un pronostico per quest’anno?
“La Ferrari indubbiamente c’è quest’anno. E’ ovvio che la Mercedes non starà li a dormire, però ho molta fiducia. Questo sarà un duello a due, poi si aggiungerà anche la Red Bull secondo me. La Red Bull manca di motore, ma mi viene difficile pensare che uno come Adrian Newey possa aver completamente sbagliato il progetto della vettura. La Ferrari comunque sta facendo bene, e non nascondo che quest’anno, prima della presentazione, nutrivo un po’ di scetticismo. Non pensavamo ad una vettura così competitiva sin da subito. A Barcellona però, durante i test, ho notato persone sorridenti, tranquille e rilassate nel paddock, compreso lo stesso Arrivabene.”
Ha condiviso la filosofia del silenzio della squadra durante questo inverno?
“Direi di si, soprattutto dopo le figuracce del 2016. Eventuali dichiarazioni sbagliate avrebbero potuto danneggiare l’azienda, soprattutto ora che quest’ultima è quotata in borsa. Ha fatto comunque bene Marchionne a non rilasciare frasi euforiche prima del tempo”.
Lei ha fondato il club nel 1995, qualche anno dopo la scomparsa di Enzo Ferrari. Non lo ha mai incontrato?
“Prima di fondare il club lavoravo come camionista, e mi capitò di vederlo uscire più volte dalla fabbrica a Maranello. Allora ero molto timido, e non ho mai avuto il coraggio di avvicinarlo. Questo è un rammarico che mi porterò dietro per sempre. Era una persona molto seria, ed incuteva un po’ di soggezione. Per questo, oltre alla mia timidezza, non ho mai avuto la sfrontatezza di avvicinarmi per chiedergli un autografo, o più semplicemente per stringergli la mano. Non ho mai avuto la forza nemmeno di scrivergli una lettera.
Se ci fosse stato il club con Ferrari ancora vivo, le possibilità di incontrarlo probabilmente sarebbero state diverse. In ogni caso, qui a Caprino Bergamasco c’è una piazza dedicata ed intitolata a lui, e noi tesserati ci teniamo tanto per tenerla sempre pulita e curata. Inoltre, in occasione del suo anniversario di morte, ogni anno ci rechiamo al cimitero di Modena per portagli fiori e per dedicargli una preghiera. Quest’anno lo faremo con un emozione maggiore, soprattutto dopo i recenti fatti di cronaca nera (il tentativo di trafugare la salma di Enzo Ferrari, ndr) che ci ha lasciato tutti basiti”.
In breve, per concludere, che cosa significa essere ferraristi?
“Significa sentire quell’adrenalina in più ogni volta che c’è una gara. Ricordo ad esempio il primo mondiale vinto da Schumacher nel 2000. Eravamo a Maranello e guardammo il gran premio in auditorium. Quando vinse l’entusiasmo ed i festeggiamenti furono talmente grandi che bloccammo alcune strade di Maranello, compresa via Abetone. E’ stata una gioia indescrivibile, e quando arrivarono i Carabinieri fummo addirittura scortati, e ci consentirono di festeggiare in totale sicurezza.
Quello che posso fare è ringraziare il Signore di avermi creato ferrarista”.
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