Ogni GP che si rispetti è caratterizzato da un copione che fa emozionare tutti gli appassionati: le vetture lasciano la griglia per il giro di ricognizione. I piloti scaldano le gomme, i freni, e verificano per l’ultima volta l’eventuale presenza di problemi sulle rispettive monoposto.
Poi rallentano, in prossimità della griglia di partenza, e vanno a posizionarsi nella rispettive caselle per uno dei momenti più esaltanti di questo sport: la partenza.
Si accendono i semafori rossi, e al tempo stesso si apre un concerto di motori pronti a sprigionare tutta la loro potenza in un singolo, determinante istante: il passaggio dalla luce rossa a quella verde. E poi via, la gara ha finalmente inizio. La regolarità e l’ordine del giro di ricognizione si trasforma in un manicomio di vetture zigzaganti, governate da piloti che tentano in tutti i modi di guadagnare posizioni fino all’insidia della prima curva.
In Formula 1 ogni campione sa che una partenza perfetta può fare la differenza. Ma per scattare più veloci di tutti gli altri, occorrono tante qualità che vanno ben oltre il singolo talento alla guida: nervi saldi, concentrazione, pazienza, e saper cogliere il momento giusto per premere sull’acceleratore, sfruttando i propri riflessi felini. Nella “ricetta” dello start esemplare c’è inoltre un ingrediente fondamentale, utilissimo per balzare in testa al gruppo o per emergere brillantemente dalle sabbie mobili: l’arte di saper aspettare.
Secondi interminabili in attesa del semaforo verde, per poi reagire in millesimi di secondo e sbaragliare la concorrenza. La partenza è uno degli esercizi più emozionanti per i tifosi, ma anche uno dei più complicati per ogni pilota. A volte si assiste a start fallimentari, ma in altre occasioni ci si stropiccia gli occhi di fronte a partenze fulmicotone, tanto da chiederci come abbia fatto quel determinato pilota a scattare così bene.
In tutta la storia della F1 sono stati molti gli start che ci hanno fatto credere di essere immersi in un videogioco, con la modalità “facile” che permette di volare in testa con semplicità mentre gli altri concorrenti procedono lentamente. In questo speciale viaggio nel tempo, rivivremo le 10 partenze più belle mai viste. Perché l’attesa, a volte, può dare frutti meravigliosi.
GP Giappone F1 1999 – Hakkinen vola alla conquista del titolo
Il penultimo appuntamento della stagione 1999 si disputa in Giappone, a Suzuka, in una tappa che potrebbe risolvere matematicamente la lotta per il titolo mondiale tra il finlandese Mika Hakkinen ed il nordirlandese Eddie Irvine, rispettivamente al volante di McLaren e Ferrari.
Entrambi i contendenti però, devono arrendere in qualifica a Michael Schumacher, che conquista la pole position. Hakkinen si deve accontentare del 2° posto, mentre Irvine non va oltre il 5°.
Se nel corso della sua carriera Hakkinen è stato soprannominato il “Finlandese volante”, un motivo ci sarà stato. E così, il pilota della McLaren fa valere tutto il suo valore, onorando il suo titolo con una partenza perfetta.
All’accensione della luce verde Hakkinen è protagonista di un riflesso spaventoso, che gli consente non solo di volare in testa, ma anche di prendere già metri di vantaggio sugli inseguitori all’ingresso della prima curva. Il n°1 della McLaren conserverà la leadership del GP fino alla bandiera a scacchi, garantendosi così il suo secondo ed ultimo titolo mondiale, replicando il successo del 1998.
GP Gran Bretagna F1 1973 – Lauda si fa notare in grande stile
Niki Lauda è stato uno dei massimi esponenti della storia della Formula 1, ed i suoi tre titoli di campione del mondo non sono altro che la conferma più emblematica del suo talento cristallino. Esploso nella seconda metà degli anni ’70 al volante della Ferrari, gli esordi dell’austriaco avvennero proprio all’inizio di quel decennio, militando dapprima con la March e poi con la BRM, prima del passaggio a Maranello.
Fu con la BRM, nel 1973, che Lauda lasciò tutti di stucco in occasione del GP di Gran Bretagna (in una gara ricordata anche per una carambola che segnò la fine della carriera in F1 per Andrea De Adamich).
Pur scattando dalla 9° posizione, a Silverstone l’austriaco fu protagonista di una partenza a dir poco sensazionale. Cogliendo il momento perfetto, Lauda superò in un colpo solo tutti i piloti di fronte a lui, arrivando addirittura ad insidiare alla prima curva la leadership dello svedese Ronnie Peterson, l’unico a resistere al furioso attacco di Lauda. Nel corso della gara, Lauda scivolerà dal 2° alla 12° posizione finale, ma quella partenza fulmicotone convinse tutti gli addetti ai lavori sulle potenzialità dell’austriaco, destinato di lì a poco ad una carriera ricca di trionfi.
GP Europa F1 1996 – Coulthard schiva tutti al Nurburgring
Nel 1996 la Benetton, orfana del campione del mondo in carica Michael Schumacher, non riesce a replicare il livello di altissima competitività dei due anni precedenti, passando così il testimone alla Williams, spinta dal motore Renault.
La dimostrazione della fase di declino del team italo-inglese si verificò alla partenza del GP d’Europa 1996, quando le vetture di Alesi e Berger furono artefici di uno start disastroso, riconducibile al malfunzionamento del sistema manuale di blocco dei freni anteriori.
Mentre tutti gli altri piloti scattano senza problemi, le due Benetton restano quasi ferme in griglia, perdendo posizioni.
In tutto questo, chi sfrutta al meglio la pessima partenza di Alesi e Berger è lo scozzese della McLaren David Coulthard. Partito dalla 6° posizione, Coulthard azzecca il momento perfetto, riuscendo a schivare Alesi (davanti a lui in griglia) con una manovra spettacolare ed insidiando addirittura la prima posizione di Damon Hill.
L’inglese (che diventerà campione del mondo proprio in quella stagione) riuscirà poi a difendere la sua leadership, ma lo scatto di Coulthard rimane uno dei più spettacolari mai visti.
GP Germania F1 1985 – Senna emerge dal gruppo a salta in testa
Il nome di Ayrton Senna, più che per la sua abilità nelle partenze, verrà sempre associato alla figura di uno dei più grandi campioni mai esistiti (a detta di molti addirittura il migliore di sempre). Abilissimo e grintoso, il brasiliano faceva del giro secco in qualifica la sua arma migliore. Ma quando non si presentava l’appuntamento con la pole position, specialmente nei primi anni della sua carriera, Senna era in grado di programmare la sua rimonta come pochi altri, e spesso riusciva a realizzare i suoi piani.
Uno degli esempi più concreti si verificò nel 1985 al Nurburgring. Il brasiliano, al volante della Lotus, delude in qualifica, classificandosi 5° (in pole invece, per la prima volta nella sua carriera, si piazza l’italiano Teo Fabi).
Il vero e proprio capolavoro di Senna va però in scena alla partenza: con il suo inconfondibile casco giallo, Senna scatta alla perfezione dal gruppo, sfruttando anche i tempi di reazione più lenti dei suoi diretti avversari. Alla prima curva, il brasiliano passa in uno solo colpo dalla 5° alla 1° posizione, concludendo però la gara anzitempo per noie al semiasse.
GP Italia F1 1996 – Alesi fa impazzire il pubblico di Monza
Dopo la bellissima partenza di Coulthard, la stagione 1996 riservò agli appassionati un altro grande start. A Monza il pubblico italiano attende con entusiasmo il primo acuto di Schumacher al volante della Ferrari, ma in qualifica le speranze vengono infrante dalla superiorità delle due Williams-Renault, che monopolizzano la prima fila con Damon Hill seguito da Jacques Villeneuve.
Il tedesco ha comunque la grande occasione per sopravanzare i diretti concorrenti alla partenza, favorito anche dalla 3° piazza guadagnata in qualifica. E infatti, all’accensione del semaforo verde, le due Williams sono protagoniste di uno start lentissimo, con i due piloti che fanno slittare più del dovuto le gomme.
In questa circostanza non sarà però Schumacher ad approfittarne. Più indietro, infatti, un altro pilota amatissimo dal pubblico italiano come Jean Alesi, scatta alla perfezione dalla sua 6° posizione. Il via del francese di origini siciliane è talmente grandioso che, alla staccata dell’ex prima chicane brianzola, la sua Benetton riesce a piazzarsi addirittura in testa alla classifica.
La folla di Monza esplode di gioia, e non sarà l’unica volta che questo accadrà. Entrambe le Williams, artefici di una prestazione da dimenticare, lasciando spazio allo stesso Alesi e a Schumacher. A prevalere sarà quest’ultimo, che verrà accolto dal delirio di Monza per la prima volta da pilota Ferrari. Ad Alesi, invece, il tripudio di Monza gli dedicherà comunque un caloroso tributo per un 2° posto da incorniciare.
GP USA F1 2004 – A lezione da Fernando Alonso
Nel 2004 il dominio delle Ferrari di Michael Schumacher e Rubens Barrichello è schiacciante. In pochi riescono a tenere il passo delle vetture di Maranello, tanto che coloro che provano ad insidiare la leadership di Schumacher, in rari casi riescono nel loro intento.
Tra gli outsider compaiono le due Renault di Jarno Trulli e di Fernando Alonso, con quest’ultimo che convince sempre più, gara dopo gara.
Una delle dimostrazioni più emblematiche del suo talento (che esploderà del tutto nel 2005 con la consacrazione del titolo mondiale), avviene in occasione del GP degli Stati Uniti. Ad Indianapolis, lo spagnolo non va oltre il 9° posto in griglia di partenza, ma in gara sarà protagonista di uno start incredibile.
Al via infatti, l’asturiano scatta al momento giusto, scavalcando con agilità la BAR di Jenson Button, alle prese con qualche difficoltà.
Sul rettilineo del traguardo lo spagnolo è 5°, alle spalle di Kimi Raikkonen e di Takuma Sato. Alla staccata della prima curva, Alonso compie il capolavoro: ritarda all’ultimo la frenata e passa all’esterno sia il finlandese che il giapponese, passando così dalla 9° posizione iniziale alla 3° in un colpo solo, alle spalle delle Ferrari.
La grande manovra, purtroppo, si rivelerà inutile per le sorti della gara: qualche giro dopo infatti, Alonso è costretto al ritiro per una foratura, ma la sua partenza resterà una delle più belle mai realizzate nel corso della sua carriera.
GP Belgio F1 2008 – La meraviglia di Trulli rovinata da un contatto
Nel 2008 l’entusiasmante lotta tra Ferrari e McLaren si ripresenta anche sul maestoso tracciato di Spa-Francorchamps, che ospita il GP del Belgio. In una gara in cui non mancheranno le polemiche, le vetture sono costrette a partire in condizioni meteorologiche incerte, con la pista già umida.
Chi si aspetta di vedere una partenza caratterizzata dal duello ravvicinato tra McLaren e Ferrari, deve invece ricredersi sullo scatto magistrale di un outsider: Jarno Trulli.
L’abruzzese, al volante della Toyota, scatta dall’11° posizione in griglia. Eppure, allo spegnimento del semaforo rosso, Trulli vola, come se la sua Toyota stesse gareggiando in condizioni di pista asciutta.
A ridosso della prima curva, che dista non lontana dallo schieramento, Trulli è addirittura in 4° posizione. I suoi sogni di gloria vengono però frantumati dalla Toro Rosso di Sebastien Bourdais, che manda in testacoda il pilota italiano alla “Bus stop” con un contatto.
Se non fosse stato per quell’incidente, oggi avremmo ricordi più chiari di quella partenza impeccabile.
GP Portogallo F1 1985 – Il pauroso azzardo di Bellof
Il GP del Portogallo 1985 verrà ricordato per la prima vittoria in Formula 1 di Ayrton Senna, “favorito” anche dalle condizioni di pista bagnata che tanto esaltavano le qualità del brasiliano.
Eppure, in quella gara all’Estoril, ci fu un altro episodio da brividi, firmato da un altro compianto pilota: Stefan Bellof.
Il tedesco, al volante della Tyrrell, non parte con i favori del pronostico. Costretto a partire dalla 21° posizione, Bellof sarà però protagonista di una partenza memorabile. Non tanto per le posizioni guadagnate al via, ma quanto per il suo straordinario coraggio unito ad una prontezza di riflessi fuori dal comune.
Al via infatti, tutti i piloti scattano senza problemi dallo schieramento, tranne la Williams di Keke Rosberg, che resta pericolosamente ferma sulla terza casella mentre viene sfilato da gruppo.
Bellof, già impegnato con i sorpassi, si ritrova la sagoma della Williams improvvisamente davanti a sé, in piena velocità e con gli spruzzi d’acqua provenienti dalle vetture davanti. Ma mentre tutti i concorrenti sfilano Rosberg all’interno, il tedesco decide invece di affiancare la Williams all’esterno. La Tyrrell passa in piena accelerazione in uno spazio strettissimo, tra Rosberg ed il muretto dei box.
Incredibilmente, Bellof riesce alla perfezione nella sua manovra, dimostrandosi uno dei piloti più coraggiosi e con gli attributi. La sua partenza verrà premiata con un ottimo 6° posto finale.
GP Austria F1 1979 – Il capolavoro di Villeneuve
Un altro pilota passato alla storia per il suo coraggio e per la totale assenza di timore nel compiere manovre rischiose, è stato un uomo che ancora oggi è nei cuori di tanti tifosi ferraristi: Gilles Villeneuve.
Soprannominato “l’Aviatore” per i suoi incidenti spettacolari, il canadese era anche dotato di una classe innata, alimentata dalla sua capacità di mettere la monoposto con successo in posti dove altri piloti non osavano rischiare.
Uno degli esempi più concreti del suo coraggio avvenne nel 1979, in occasione del GP d’Austria. Le Renault, spinte dall’innovazione del motore Turbo, si qualificano nei primi tre posti, lasciando al ferrarista Villeneuve soltanto la 5° piazza.
Alla partenza però, sia René Arnoux che Jean-Pierre Jabouille partono malissimo, lasciando ad Alan Jones uno spiraglio per passare in testa.
Ma la gioia dell’australiano dura pochissimo: dietro di lui infatti, Villeneuve scatta ancora meglio, passando le Renault e Niki Lauda all’esterno, rischiando lo “stritolamento” contro il muretto dei box. E invece, la Ferrari del canadese schizza indenne figlio agli scarichi di Jones, sopravanzandolo all’ingresso della prima curva e piazzandosi in testa.
Alla fine la Williams dell’australiano avrà la meglio, ma la splendida partenza del canadese consentirà a Villeneuve di salire sul secondo gradino del podio.
GP Austria F1 2001 – Irvine in modalità sciatore
22 anni dopo la partenza incredibile di Villeneuve, lo stesso circuito austriaco si rivelò il palcoscenico di un’altra partenza davvero pazzesca.
Il protagonista, questa volta, fu Eddie Irvine, pilota che ha legato anch’egli il suo nome alla Ferrari. Nel 2001 però, il nordirlandese è in forza alla Jaguar, team appena entrato nel circus e con ben altre ambiziosi rispetto alla Ferrari.
Non a caso, sul circuito dell’A1-Ring, Irvine parte dalla 13° posizione in griglia, davanti al compagno di squadra Pedro de la Rosa.
Allo spegnimento del semaforo rosso, le due Jordan, la McLaren di Hakkinen e la Sauber di Nick Heidfeld restano pericolosamente ferme alla partenza, proprio davanti ad Irvine.
Quest’ultimo, pur essendo già ruota a ruota con la BAR di Villeneuve, riesce miracolosamente a schivare le Jordan di Frentzen e Trulli, passando indenne fino alla 6° posizione.
Come nel caso di Bellof, anche Irvine dimostrò di essere un pilota a cui non mancarono riflessi felini.