La Formula 1 va oltre i 21 GP e le 20 auto in griglia, oltre i tempi sul giro, oltre i trofei; la F1 è il pinnacolo della tecnologia, e sin dall’inizio quest’ultima ha sempre avuto una forte influenza sul mondo al di fuori del Circus, forse oggi più che mai. In che modo?
SULLA STRADA
La prima cosa che viene in mente non può che essere l’attuale V6 Turbo-ibrido utilizzato in F1 dal 2014, un vero gioiellino della tecnologia, nonché il motore più efficiente sul pianeta. Tanto per fare un paragone, queste power unit producono il 20% di potenza in più e il 26% in meno di CO2 rispetto ai V8 aspirati utilizzati fino al 2013.
Parlando di performance motoristiche, anche per quanto riguarda le auto stradali, uno dei dati più importanti è la cosiddetta “efficienza termica”. In parole povere, parte dell’energia generata dalla combustione viene dispersa come calore, e l’altra parte fa effettivamente muovere la vettura; l’efficienza termica esprime, in percentuale, la seconda parte. Mentre i “vecchi” V8 arrivavano al 29%, le PU introdotte nel 2014 portarono il dato al 40%, e grazie a questi 6 anni di sviluppo siamo arrivati ormai ad oltre il 50%.
Non deve sorprendere, insomma, che questa tecnologia sia arrivata sulle strade: esempi lampanti sono la Mercedes AMG Project One, un’hypercar spinta da un 1.6 turbo-ibrido derivato da quello usato in F1, e l’Aston Martin Valkyrie, che utilizza un versione tutta sua dell’ERS (Sistema di recupero dell’energia, una delle 6 parti di una power unit odierna) e che è stata progettata dal grande Adrian Newey.
Spostandoci dal settore delle hypercar, basta dire che il sistema delle palette del cambio dietro al volante, ormai comune su molte auto a cambio sequenziale, nacque in F1 fra gli anni ’80 e gli anni ’90. Il KERS (sistema introdotto nel 2009 che accumula l’energia generata in frenata e la “trasforma” in potenza elettrica) si è diffuso su parecchie auto ibride e sui bus, con l’obiettivo di ridurre l’inquinamento nelle città; tuttavia, sull’isola di Eigg (appartenente al Regno Unito, ma non allacciata alla sua rete elettrica) lo stesso sistema viene addirittura utilizzato per portare l’elettricità in case e uffici!
PERFORMANCE SPORTIVA
In F1 ci sono, indubbiamente, i migliori tecnici al mondo in campo aerodinamico e telaistico. La tecnologia utilizzata nel Circus in questi ambiti è stata ripresa in molti altri sport, in particolare la vela e il ciclismo. Ad esempio, la McLaren ha collaborato con la Specialized, noto brand di biciclette, per creare la “Venge”, una bici da corsa ultraleggera in fibra di carbonio che ha già vinto svariate gare. Nel mondo della vela, invece, Adrian Newey (ancora lui!) e l’ex boss McLaren Martin Whitmarsh hanno più volte fornito le loro conoscenze ad alcuni team dell’America’s Cup, sfruttando la somiglianza fra aerodinamica e idrodinamica.
CITTA’ IN EVOLUZIONE
Anche il trasporto pubblico beneficia degli sforzi dei team: la McLaren Applied Technologies ha sfruttato una tecnologia derivata dalla F1 per sviluppare un’infrastruttura del 5G che connettesse strade, ferrovie e trasporto suburbano. Un altro esempio? I sensori e gli strumenti di analisi dei dati, nati in F1, sono utilizzati nella Metropolitana di Singapore e non solo: sono utilizzati anche dai controllori del traffico aereo per prevedere quali voli hanno la più alta possibilità di subire ritardi, alla partenza o all’arrivo. Potrà sembrare fantascienza, ma effettuando migliaia di simulazioni al secondo sui voli riescono ad ottenere una previsione abbastanza accurata, che permette di evitare la congestione dell’aeroporto e di ridurre le emissioni.
SALVARE VITE UMANE
Spesso si paragona il rapporto fra il pilota e il proprio ingegnere di pista a quello fra il paziente e il medico. Che ci crediate o meno, il sistema di dati della McLaren è usato addirittura negli ospedali per monitorare in maniera continua i pazienti in terapia intensiva. Inoltre, mentre operano, i chirurghi possono posizionarsi sul gomito dei sensori derivati da quelli usati in F1, che permettono di ricevere un feedback estremamente specifico durante l’intervento.
Anche gli ormai velocissimi pit-stop effettuati in F1 hanno avuto ricadute positive in campo medico: un’équipe dell’Ospedale Universitario del Galles ha analizzato i pit-stop della Williams nel 2016 per migliorare la coordinazione fra medici, infermieri e anestesisti. Alcune aziende, invece, hanno effettuato una simile analisi per rendere più veloce ed efficiente la catena di montaggio: è il caso della britannica GlaxoSmithLine, che ha così raddoppiato la produzione annua di dentifricio.
EMISSIONI MINIME
La tecnologia usata in F1 arriva a influire sui nostri portafogli e sulle nostre tavole: i supermercati hanno iniziato ad implementare nei frigoriferi delle vere e proprie alette sviluppate dalla Williams Advanced Engineering. Queste alette permettono alle unità di disperdere meno aria fredda, il che vuol dire che viene usata meno energia e che i corridoi sono più caldi e accoglienti per i clienti.
La spinta tecnologica è una costante della F1: lo sforzo immenso per guadagnare quel decimo, decimo e mezzo di secondo che può fare la differenza è fra gli aspetti più spettacolari di questo sport. Le innovazioni che nascono da questa corsa alle armi stanno cambiando il mondo in vari modi, molti dei quali impensabili e sorprendenti, e ciò è di fondamentale importanza in un momento storico in cui l’umanità ha finalmente capito che bisogna progredire sì, ma in maniera sostenibile, e che bisogna fare tutto il possibile per contrastare il cambiamento climatico: la F1 non può esimersi dal partecipare attivamente a queste battaglie.