Il COVID-19, il tanto temuto coronavirus, sta tenendo sotto scacco il mondo intero. Anche lo sport, inevitabilmente, sta facendo e dovrà fare i conti con la pandemia in atto, non solo dal punto di vista della salute degli addetti ai lavori ma anche prettamente organizzativo. Le settimane trascorrono e i calendari vengono sempre più stritolati e compromessi.
La Formula 1, parimenti a tutto il motorsport, è ferma, in attesa degli eventi. Tra Gran Premi già annullati e rinviati o in fase di rinvio a data da destinarsi, il campionato gestito da FIA e Liberty Media si è resa protagonista di un teatrino affatto edificante in quel di Melbourne: la cancellazione del GP d’Australia, infatti, è stata deliberata in modo colpevolmente tardivo.
Non è la prima volta che lo sport si ferma a causa di fattori esterni: guerre, scioperi, crisi internazionali vere o presunte. Nel 1968, la 24 Ore di Le Mans si disputa tra il 28 ed il 29 settembre: originariamente prevista — come tradizione — in giugno nei giorni 15 e 16, la corsa sarà posticipata a causa dei disordini sociali che sconvolgono la Francia.
Nel 1974, a seguito della cosiddetta “crisi energetica”, vengono totalmente annullate (in modo alquanto allarmistico e frettoloso) la 24 Ore di Daytona e la 12 Ore di Sebring, all’epoca facenti parte rispettivamente del Mondiale Marche e IMSA GT Championship.
Indubbiamente, tuttavia, nulla è paragonabile ad una interruzione delle attività sportive causata da una guerra mondiale. La Seconda Guerra Mondiale, in tal senso, costituisce un autentico spartiacque tra due epoche, storiche e sportive: i Grand Prix prima della guerra, i Gran Prix dopo la Guerra.
Le tensioni politiche, in Europa e nel mondo, non nascono certamente nel 1939. Benché venti di guerra aleggino evidenti e minacciosi, nel Vecchio Continente e nel resto del mondo (in alcuni Paesi la guerra è già in atto), ben prima del 1939 e, in modo particolare, della fatidica invasione della Polonia del settembre del medesimo anno (la Polonia, è bene ricordare, è invasa da Ovest dalle truppe tedesche — 1 settembre — e da Est da quelle sovietiche — 17 settembre), le corse automobilistiche procedono.
Il 2 gennaio 1939 si disputa il V South African Grand Prix (Prince George Circuit, East London) riservato alle “Voiturette 1500cc”, il 14 gennaio — ancora in Sudafrica — va in scena il III Grosvenor Grand Prix (Cape Town), ancora riservato alle “Voiturette 1500cc”. Il 2 aprile 1939 è la volta dell’importante e ambito Grand Prix de Pau, dominato dalle Mercedes-Benz W154 condotte rispettivamente da Hermann Lang e Manfred von Brauchitsch. Il 10 aprile si corre a Brooklands per il Road Championship.
La stagione dei Gran Prix e delle “Voiturette 1500cc” procede, incredibilmente, senza eccessivi scossoni, tra corse blasonate e altre di minor caratura. Il 7 maggio vanno in scena tre corse: il prestigioso XIII° Gran Premio di Tripoli (Autodromo di Mellaha), la Coupe de Paris (Montlhèry) e il VII Eläintarharajo/Djurgårdsloppet (Eläintarharata, Finlandia).
Tra le corse più importanti disputate nei mesi antecedenti allo scoppio ufficiale della guerra, menzioniamo il XVI ADAC Eifelrennen (Nürburgring, 21 maggio 1939), il VII Grand Prix de Belgique (Spa-Francorchamps, 25 giugno 1939), il GP di Bucharest (25 giugno 1939), il XXV Grand Prix de l’Automobile Club de France (Reims-Gueux, 9 luglio 1939), il XII Großer Grand Prix von Deutscland (Nürburgring, 23 luglio 1939), il VI Grosser Preis der Schweiz (Bremgarten, 20 agosto 1939) e il I Beograd City Park Race/Beograd GP (Kalemegdan Park, Belgrado, 3 settembre 1939).
In Italia e nel resto d’Europa, anche le corse riservate alle “Voiturette 1500cc” proseguono; tra le più rinomate, ricordiamo il Grand Prix de l’Albigeois (Les Planques-Albi, 16 luglio 1939), la XIX Coppa Ciano (Livorno, 30 luglio 1939) e la XV Coppa Acerbo (Pescara, 13 agosto 1939).
Le tensioni internazionali sembrano non avere apparenti ricadute sulle corse automobilistiche: il 30 maggio 1939 va in scena la 500 Miglia di Indianapolis, in giugno — nei giorni 17 e 18 — la 24 Ore di Le Mans. Con l’Europa già in guerra (l’Italia, tuttavia, si getta nel conflitto solo all’indomani del 10 giugno 1940), la Mille Miglia continua la propria imperterrita marcia: è il 28 aprile 1940.
Pochi, a conti fatti, le corse cancellate nel 1939: il GP di Monaco previsto per il 16 aprile, il Masaryk Grand Prix (23 settembre), il Donington Grand Prix (30 settembre) e lo Zürich Grand Prix (8 ottobre). Medesima sorte spetta al Wien Grand Prix (26 agosto) e al Grand Prix de Liege (siamo ancora in agosto), corsa riservata a vetture Sportscar ed interrotta dopo il primo giorno di prove. Altri quattro Grand Prix sono vittime della guerra, pertanto mai corsi benché in programma: il Grand Prix di Bangkok (10 dicembre), il La Baule Grand Prix (3 settembre), il Gran Premio di Londra (7 ottobre) e il Brooklands Autumn Meeting (14 ottobre).
Il Grand Prix di Belgrado è, di fatto, l’ultima importante corsa disputata prima che la guerra — peraltro già ufficialmente in atto da un paio di giorni — ponesse definitivamente fine all’attività agonistica nell’Europa devastata dal conflitto. Una corsa — disputata di fronte a 50,000 persone — che da un lato vede la partecipazione di Auto Union Type D, Mercedes-Benz W154 e Bugatti T51, dall’altro palesa uno schieramento di appena cinque vetture: le Mercedes-Benz W154 di Hermann Lang e Manfred von Brauchitsch, le Auto Union Type D di Tazio Nuvolari (vincitore della corsa) e Hermann Müller e la Bugatti T51 condotta da Bosko Milenkowitsch. Nell’Europa in guerra, anche solo organizzare e partecipare ad una gara automobilistica è, ormai, un’impresa.
Un lungo, buio silenzio si abbatte, dunque, sull’Europa. Il musicale rombo dei motori delle auto e delle moto da competizione lascia il posto al rombo dei motori degli aerei da combattimento, dei carri armati, dei mezzi militari di terra, aria e acqua, al fragore dei proiettili e delle bombe.
Solo l’Italia — per i primi mesi del 1940 — continua ad organizzare corse automobilistiche: il 23 maggio 1940 si disputa la 31° Targa Florio, edizione che segue a quella andata in scena il 14 maggio 1939.
Il 12 maggio 1940, frattanto, si era disputato il XIV Gran Premio di Tripoli, il quale, come sempre, fa incetta di partecipanti e gloria. Il 29 dicembre si corre a Gávea (Rio de Janeiro) per il III Circuito de Gávea Nacional, corsa che va in scena anche nel 1941 (28 settembre, Grande Prēmio Da Cidade De Rio de Janeiro). Sempre nel 1941, il 23 novembre, si corre il II Gran Premio de Buenos Aires (Circuito Retiro). Più in generale, corse automobilistiche di respiro nazionale vengono disputate in quei Paesi sì ufficialmente in guerra (Brasile, Nuova Zelanda, Australia, USA, tutti facenti parte del blocco Alleato) ma non direttamente interessati da rilevanti azioni di guerra sul proprio territorio metropolitano. Si tratta, soprattutto, di gare in salita.
Al cessare delle armi, si ritorna lentamente ma inesorabilmente alla normalità. Nel 1946, le corse automobilistiche riprendono. Il 22 aprile si disputa il V Grand Prix de Nice (Nizza, Francia), vinto da un ormai brizzolato Luigi Villoresi su Maserati 4CL. Appena due giorni dopo, Nizza è il teatro di una seconda, nuova corsa automobilistica, la Coupe de la Mediterranée. Il 13 maggio 1946, a Marsiglia, va in scena il V Grand Prix de Marseille: di fronte ad un pubblico delle grandi occasioni e voglioso di respirare svago e libertà, Raymond Sommer (Maserati 4CL) si aggiudica la finale (gara disputata su due manche + finale).
Di rilevante importanza storica, il III Gran Premio del Valentino (1 settembre 1946, circuito del Valentino, Torino). Si impone Achille Varzi su Alfa Romeo 158 #46, al 2° posto la “Alfetta” #52 affidata a Jean-Pierre Wimille. È ancora l'”Alfetta” condotta da Varzi a trionfare, il 30 settembre 1946, in occasione del III Circuito di Milano. Al 2° posto, un’altra Alfa Romeo 158, quella condotta da Carlo Felice Trossi.
All’alba della istituzione della Formula 1, è l’Alfa Romeo 158 a rappresentare l’apice tecnologico della nuova categoria di vetture da Grand Prix. Essa si impone anche in occasione del I Grand Prix des Nations (Ginevra, Svizzera, 21 luglio 1946): Wimille precede l’altra 158 di Varzi e la Maserati 4CL di Villoresi. Sarà proprio la Alfa Romeo 158 a conquistare il primo titolo Mondiale Piloti grazie a Giuseppe Farina. Siamo nel 1950. Un titolo bissato, nel 1951, dalla Alfa Romeo 159 e da Juan Manuel Fangio.
Il 30 maggio 1946, la 500 Miglia di indianapolis riapre i battenti; la 24 Ore di Le Mans, invece, riprenderà a scrivere la propria storia solo nel 1949.
Gradualmente, le macerie della guerra lasciano il posto alla ricostruzione, materiale, economica e morale, dei Paesi afflitti da anni di guerra.
Lentamente (solo se sapremo attenerci alle regole…), anche il COVID-19 dovrà arrendersi alla voglia di motori e benzina. E di Formula 1.