Tanti anni sono trascorsi da quel 25 aprile 1953, giorno della inaugurazione ufficiale del tracciato di Imola.
Il “circuito del Castellaccio”, come veniva chiamato all’epoca, inizia la sua lunga e gloriosa storia. Una storia che, il prossimo 18 aprile, aggiungerà un nuovo capitolo: la Formula 1, infatti, torna sulle rive del Santerno per il “GP del Made in Italy e dell’Emilia Romagna”, appuntamento che bissa quello del 2020.
L’originario circuito di Imola sfrutta le strade quotidianamente adibite al traffico urbano. Il circuito permanente nascerà solo negli Anni ’60 e, in via ulteriormente definitiva, a fine Anni ’70.
Il 21 aprile 1963, il circuito del Castellaccio ospita, per la prima volta nella allora sua breve storia, una competizione riservata a vetture di Formula 1. La denominazione ufficiale è “IV Gran Premio Shell”. Si tratta di una corsa non valevole per il Mondiale Piloti e Costruttori di F1. A far da cornice, anche una corsa di Formula Junior, denominata “Prima Coppa A.C. Bologna”.
Quindici le vetture che animano l’appuntamento imolese. Non tutte, però, prenderanno parte alla gara. Günther Seiffert — al volante della Lotus 24-BRM V8 schierata dalla scuderia facente capo a Wolfgang Seidel — e Giancarlo Baghetti (Lotus 21-Coventry Climax L4, Scuderia Filipinetti) non riescono a qualificarsi. Il primo viene escluso dai commissari in quanto autore di tempi cronometrati eccessivamente lenti, Baghetti diserta in quanto non a proprio agio sulla vettura messagli a disposizione dal team svizzero.
Prendono parte alla corsa, dunque, i seguenti 13 piloti, qui elencati secondo lo schieramento di partenza:
- Jim Clark, Lotus 25-Coventry Climax V8, Team Lotus
- Trevor Taylor, Lotus 25-Coventry Climax V8, Team Lotus
- Jo Bonnier, Cooper T60-Coventry Climax L4, Rob Walker Racing Team
- Jo Siffert, Lotus 24-BRM V8, Scuderia Filipinetti
- Lorenzo Bandini, Cooper T53-Maserati L4, Scuderia Centro Sud
- Robert Hugh Fearson “Bob” Anderson, Lola MK 4-Coventry Climax V8, DW Racing Entreprises
- Jo Schlesser, Brabham BT2 (la famosa Brabham Junior)-Ford L4, Inter Auto-Course
- Carel Godin de Beaufort, Porsche 718 F4, Ecurie Maarsbergen
- Jack Fairman, Porsche 718 F4, Ecurie Maarsbergen
- Ernesto Prinoth, Lotus 18-Coventry Climax L4, Scuderia Jolly Club
- Bernard Collomb, Lotus 24-Coventry Climax V8
- Carlo Maria Abate, Cooper T51-Maserati L4, Scuderia Centro Sud
- Gaetano Starrabba, Lotus 18-Maserati L4
La Scuderia Ferrari diserta il GP, benché John Surtees risulti inizialmente tra gli iscritti. Un autentico peccato: del resto, erano state vetture Ferrari condotte da Alberto Ascari, Giannino Marzotto e Luigi Villoresi a collaudare il circuito di Imola negli Anni ’50.
Come si può ben notare, al IV GP di Imola partecipano tanto grandi nomi della Formula 1 quanto piloti di secondo piano e che hanno avuto modo di affacciarsi solo in poche occasioni al mondo dei GP iridati.
Ernesto Prinoth ha, al proprio attivo, solo una non qualificazione in occasione del GP d’Italia 1962 (Lotus 18-Climax, Scuderia Jolly Club). Il francese Bernard Collomb prende parte a 3 GP di Germania (1961, 1962, 1963) e ad un GP di Francia (1961), al volante di Cooper T53 (Francia ’61, Germania ’61 e ’62) e Lotus 24 motorizzate Climax. In altri due appuntamenti — Monaco 1963 e 1964 — manca la qualificazione al volante della Lotus 24-Climax
Gaetano Starrabba, dal canto suo, partecipa ad un solo GP iridato di F1: è il GP d’Italia 1961, la vettura è la Lotus 18-Maserati. Carlo Maria Abate, infine, non prenderà mai parte ad alcun GP iridato di F1.
La corsa vede trionfare, come da pronostico (salvo imprevisti), Jim Clark. Il campione del mondo scozzese completa i 50 giri (circuito di 5,018 km) pari a 250,900 km in 1h 34m 07s.
In seconda posizione si classifica un altro nobile volto dell’automobilismo sportivo, Jo Siffert, distaccato di oltre 1 minuto. Al terzo posto, doppiato di 1 giro, ecco Bob Anderson.
Alle spalle di Schlesser, 4°, troviamo doppiato di 1 solo giro un ottimo Abate, capace di risalire la classifica e mettersi alle spalle Godin de Beaufort ed il veterano Jack Fairman. Non classificati risultano Ernesto Prinoth e Trevor Taylor (la cui veloce Lotus è ben presto rallentata da problemi al cambio). Starrabba (acceleratore), Bandini (motore), Collomb (accensione) e Bonnier (motore) costituiscono la “pattuglia” dei ritirati.
Occorrerà attendere il 16 settembre 1979 per tornare e vedere le monoposto di F1 sfidarsi, in gara, sull’allora tracciato Dino Ferrari di Imola. Nel 1970, infatti, il circuito viene intitolato al figlio del “Drake”, scomparso in giovane età. È proprio Enzo Ferrari il deus ex machina del “GP Dino Ferrari”, corsa non valevole per il Mondiale di F1, e del ritorno della F1 in pianta stabile sul tracciato del Santerno.
Con il GP Dino Ferrari vinto da Niki Lauda su Brabham BT48-Alfa Romeo, Imola intraprende una nuova era, quella legata alla Formula 1. Nel 1980, il circuito ospita il GP d’Italia, quindi — dal 1981 al 2006 — 26 edizioni del GP di San Marino.
Da Jim Clark a Lewis Hamilton, dalla Lotus alla Mercedes. La storia continua…