Chiuso il capitolo Ungheria, è tempo di sfruttare la sosta estiva per farsi qualche giorno di vacanza.
Da buoni italiani dovevamo per forza trovarci un gioco balneare, di quelli da settimana enigmistica, da completare in spiaggia sotto l’ombrellone.
Forse per passare il tempo o forse per esorcizzare l’ennesimo pasticcio Ferrari, con Rueda e compagni che anche a Budapest sono rimasti appesi al muretto come salami ungheresi, cestinando l’ennesima occasione stagionale.
Bene, si parte! L’idea è quella di provare a chiederci come sarebbe il mondiale 2022, senza il suo leader, Max Verstappen.
Mettiamo che in un universo parallelo Max non esista, non esistano i suoi 80 punti di vantaggio né la sua costante e cinica perfezione, decidiamo proprio di escluderlo dalla classifica, di non considerarlo affatto.
Tolto uno, l’ex numero 33 olandese ne restano 32… o meglio 32 sono i punti che racchiudono un folto pacchetto di 5 piloti, nell’ordine: Leclerc (178), Perez (173), Russell (158), Sainz (156) ed Hamilton (146).
Numeri alla mano staremmo parlando di un mondiale spaventosamente combattuto, con tre scuderie e cinque piloti a contendersi il titolo iridato. Weekend dopo weekend, una mole immensa di sorpassi e controsorpassi sia in pista che in classifica. Niente di delineato quindi, se non il motivo scatenante di questa calca, ovvero il cambio di regolamento.
In questo incerto mondiale dei secondi, l’unico vincitore indiscusso è proprio la Formula Uno. O meglio, i motivi di questa classifica così serrata sono da ricondurre alla nuova veste regolamentare cucita dalla federazione sulle spalle di questo sport. L’introduzione delle nuove regole ha generato una serie di ostacoli e variabili che vanno dall’adattabilità della guida, all’affidabilità della vettura passando per l’attenzione del pilota.
ADATTABILITÀ
Queste vetture sono nuove, acerbe e abbiamo visto quanto il rendimento dei piloti sia variato nelle diverse fasi del mondiale. Perez, ad esempio, si è imposto come sorpresa di inizio stagione, così come Russell, quasi sempre davanti a Lewis Hamilton. Poi arrivano i primi aggiornamenti delle vetture e cambia tutto, piloti come Sainz e Hamilton iniziano ad entrare in sintonia con le rispettive vetture e risalgono la china, ribaltando le gerarchie. Mentre chi era partito bene, come Perez, inizia a perdere l’abbrivio magico di inizio stagione.
AFFIDABILITÀ
La possibilità di disegnare da zero vettura e motore cercando di chiudere il gap con gli avversari, ha portato scuderie come la Ferrari a fare il passo più lungo della gamba. Sacrificando l’affidabilità all’altare delle performance. Se da un lato il team di Maranello è riuscito a creare una macchina molto competitiva, dall’altro i problemi alla power unit, specie quelli occorsi a Charles Leclerc (Barcellona e Baku), hanno costretto il monegasco a ritrovarsi imbottigliato ad agosto in questa trafficata classifica.
C’è chi al contrario ha scoperto nel fattore affidabilità un leale alleato, come la Mercedes, che nonostante pecchi di performance rispetto ai rivali, riesce a sopperire alle proprie lacune tramite la costanza e l’integrità del mezzo.
ATTENZIONE
Con la nuova variabile degli inseguimenti ravvicinati, il fiore all’occhiello di questo nuovo regolamento, ci vuole tanta attenzione da parte dei piloti. Quest’anno se una vettura ha il passo per inseguire quella che la precede può farlo direttamente francobollata agli scarichi, senza distruggere le mescole. Questo ci porta a circostanze come quella del sorpasso di Russell su Perez a Le Castellet, dove basta un attimo di disattenzione e gli inseguitori ti infilano. Siamo ben lontani dai tempi in cui si poteva vincere un Gran Premio su tre ruote, vedi Hamilton a Silverstone 2020.
Questo mondiale 2022 non è altro che la proiezione riuscita di un regolamento capace di rendere più avvincenti le battaglie sia in pista che in classifica.
Detto questo, purtroppo si è fatta sera, è tempo di chiudere sdraio e ombrelloni e ricordarsi a malincuore che Max Verstappen non solo esiste, ma domina la classifica piloti con un sonoro +80.