La vittoria numero 39 di Max Verstappen, successo che lo rende il pilota più vincente della storia della Red Bull Racing, arriva propio tra le curve del principato. Già la pole leggendaria ottenuta il sabato, andando a sfiorare muri, banchine e portoni sotto casa di Leclerc, aveva lasciato presagire che per gli altri non ci sarebbe stato troppo margine la domenica. Ma l’arrivo della pioggia in gara e una pista dove Red Bull non poteva sfruttare il super potenziale del Drs lasciava pensare a un possibile rimescolamento delle carte, invece nulla. Max ha controllato, condotto e infine dominato la gara in ogni condizione.
Dietro all’olandese una fila indiana di naufraghi. Frustrati, lenti e demotivati. Compreso il compagno di merende di Max, Perez. “L’artista di strada” questo weekend ha lasciato una sola pennellata, ma nulla di artistico, una botta sul muro in Q1, che ha compromesso ogni sogno di gloria domenicale del messicano.
Le nobili decadute, Ferrari e Mercedes, continuano gara dopo gara a scambiarsi le posizioni in pista senza capire il reale potenziale delle rispettive vetture. Mercedes ha portato la versione B della W14 tra le vie di Monaco, ma poco si è compreso (in una pista così atipica) riguardo il potenziale di questi aggiornamenti. Ferrari ha pronto un pacchetto per il GP di Barcellona, ma nel weekend monegasco, la rossa si è dimostrata addirittura e drammaticamente la quinta forza in campo, complice una strategia infelice e alcuni errori individuali dei piloti. Insomma la grande chance di Montecarlo è sfumata, le aspettative sono state totalmente disattese, ragion per cui i proclami, d’ora in avanti è meglio lasciali agli altri. Come diceva Arrivabene: “testa bassa e pedalare” e di lavoro a Maranello non ne manca affatto.
Ma nel naufragio qualche superstite c’è e prende il nome di Fernando Alonso, che da buona formichina continua a racimolare scorte senza sbagliare un colpo, e che pian piano con la sua Aston Martin sta iniziando a insidiare la seconda posizione in classifica di Perez. Non male. Così come non è stata male la gara di Oscar Piastri, che con la decima piazza di Monaco sta iniziando a rispondere alle aspettative di un talento in cui credono in molti. Nel vuoto di potere alle spalle di Max si è inserito pure Ocon, partito terzo e arrivato terzo con un’Alpine di gran lunga inferiore ad altre vetture in pista.
Insomma nuovi e vecchi volti di un campionato a protagonista unico e indiscusso. A dimostrazione, come magra consolazione, che dietro di Max il mondiale c’è ed è vivo. Forse più che mai.