Dopo la gara inaugurale in Bahrain, il Circus della Formula 1 farà tappa in Arabia Saudita per il secondo appuntamento del mondiale F1 2024. Anche il circuito di Jeddah, come quello di Sakhir, metterà a dura prova i freni delle monoposto.
Una settimana dopo il GP del Bahrain, la Formula 1 resta in Medio Oriente ma si trasferisce nella nazione più estesa della regione, l’Arabia Saudita, caratterizzata da oltre 2,1 milioni di chilometri quadrati, anche se la popolazione non raggiunge i 37 milioni. Sede della gara il Jeddah Corniche Circuit, situato ad una trentina di chilometri dalla storica città di Jeddah, posta sulle sponde del Mar Rosso.
Secondo i tecnici Brembo il Jeddah International Circuit con 6.174 metri di lunghezza e 27 curve rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 4, malgrado la presenza di soltanto 7 frenate: 6 di queste sono però della categoria Hard poiché richiedono una forza G superiore a 4 e necessitano di un carico sul pedale del freno di oltre 125 kg.
Jeddah, un circuito altamente impegnativo per i freni [ VIDEO ]
La curva più dura di Jeddah
La curva più dura del Jeddah International Circuit per l’impianto frenante è la prima, per effetto di una decelerazione di 209 km/h da 325 km/h a 116 km/h: nei 2,26 secondi necessari i piloti esercitano un carico massimo di 139 kg, sono soggetti a una forza di 4,5 g mentre la potenza frenante è di 2.401 kW. Nel frattempo la monoposto percorre 115 metri.
Tre vincitori diversi in altrettante edizioni
Le 3 edizioni del GP Arabia Saudita hanno visto salire sul gradino più alto del podio 3 piloti differenti: nel 2021 vinse Lewis Hamilton, nel 2022 Max Verstappen e nel 2023 Sergio Perez. All’appello manca ancora la Ferrari, nonostante due anni fa Charles Leclerc sia stato in testa per 30 giri, più del vincitore. L’anno scorso invece Fernando Alonso fu in testa per 3 giri, i suoi unici giri al comando finora con l’Aston Martin. Invece sono molteplici i GP vinti con i freni Brembo, dei quali peraltro si è pure servito per vincere la 24 Ore di Le Mans.