Va in archivio una delle gare più intense e spettacolari di questo mondiale di Formula 1, che consegna alla storia il primo trionfo in carriera di Oscar Piastri. La McLaren, stavolta, concretizza la netta superiorità, e torna da Budapest con un’eccellente doppietta, non senza patemi. Perché la gestione del duello con Lando Norris vive attimi di panico negli ultimi giri, salvo poi risolversi con il sacrificio (legittimo) del pilota inglese. Completa il podio il sempreverde Lewis Hamilton, che vince il duello versione 2021 con Max Verstappen. L’olandese perde la ragione e, dopo una gara ricca di lamentele e polemiche con il muretto, finisce addirittura 5°, alle spalle anche di Charles Leclerc. Il monegasco raccoglie più di quanto meritato in pista, visto il livello di una Ferrari indecifrabile, che nella fase centrale di gara è stata nettamente la più veloce in pista. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio d’Ungheria.
VOTO 9 A PIASTRI, LA PRIMA NON SI SCORDA MAI
Non avrà il dono della continuità, ma in Ungheria Oscar Piastri veste i panni dell’eroe e coglie la prima vittoria in carriera. Un risultato costruito al via, con una partenza bruciante nei confronti del sonnecchiante compagno di squadra. Da lì gestisce bene e si adegua alle scelte non sempre comprensibili del muretto, che nel finale rischia di complicarsi le cose con l’ennesima gestione altamente discutibile. Lui però non perde la calma, e dopo un enorme lavoro diplomatico del team con Lando Norris, raccoglie la meritatissima gioia del trionfo.
La partenza del Gp di Ungheria [ VIDEO ]
VOTO 8 A HAMILTON, PRONTO A UNA NUOVA GIOVINEZZA
La vittoria memorabile di Silverstone ha riacceso il fuoco dentro a Lewis Hamilton. Anche a Budapest (un altro dei suoi giardini), il sette volte campione del mondo tira fuori una prestazione monstre, superando la Ferrari al via. Poi, inizia un duello da vibes 2021 con Max Verstappen, che porta l’olandese a straripare e superare il limite: contatto decisivo negli ultimi giri, gara compromessa per l’olandese e podio assicurato per il Sir. Si tratta del n. 200 della sua leggendaria carriera, che sembra rivivere una seconda giovinezza.
VOTO 7 A STROLL, CHE CONTINUA A BATTERE ALONSO
Zitto zitto, buono buono, il canadese continua a mettere le sue ruote davanti a quelle del pluridecorato compagno di squadra, lì dove nel 2003 vinse la sua prima gara in Formula 1. Anche a Budapest, Lance Stroll si rivela più veloce di Fernando Alonso sin dal venerdì: più pimpante, più abile ad adattarsi alla rivoluzionata Aston Martin giunta in Ungheria. E in gara, poi, legge meglio tutte le situazioni utili per raggiungere la zona punti. Mentre lo spagnolo si deve accontentare di un pugno di mosche.
VOTO 6 A LECLERC, CHE SFIORA IL PODIO. MA LA FERRARI…
L’incidente nelle FP2 sembrava il preludio a un altro weekend drammatico (sportivamente parlando) per Charles Leclerc. La qualifica, perennemente alle spalle di Carlos Sainz, la sua naturale continuazione. E invece, la gara riserva un buon (e per certi versi sorprendente) 4° posto finale, in perenne lotta con Lewis Hamilton e Max Verstappen per il podio. Lui ci mette del suo, con una gara finalmente solida. Ma tanto più non può fare, specie dopo l’ennesima strategia avventurosa. E con una Ferrari indecifrabile: la Rossa soffre con le gomme medie, ma non appena monta le dure diventa un’astronave, mangiando decimi (addirittura secondi) a tutti i rivali. Qual è la verità?
VOTO 5 A NORRIS, UN TRISTE COPIA E INCOLLA
Come ogni domenica, c’è sempre la curiosità di scoprire in che modo Lando Norris butterà via una gara ampiamente alla portata. Stavolta (come in Spagna), l’inglese cestina una comoda vittoria con una partenza da Bello Addormentato: si fa bruciare dal compagno di squadra. Da lì passa una corsa relativamente tranquilla, a debita distanza da Piastri. Fino al momento della seconda sosta, che cambia le carte in tavola: il team fa rientrare prima lui, agevolando l’undercut sull’australiano. Da lì è una continua preghiera del muretto McLaren di restituire la posizione e ristabilire le gerarchie in pista. Lando allunga, guadagna secondi, ma alla fine cede di fronte al pressing del team, e restituisce la posizione. Un podio dal sapore amarissimo, vista la debacle del leader del mondiale. Ennesima chance sprecata.
VOTO 4 A VERSTAPPEN, CHE PERDE LA TESTA
La versione più brutale di Mad Max torna a farsi vedere in Ungheria. Max Verstappen torna da Budapest con le ossa rotte. E non per il quinto posto finale, figlio più di scelte discutibili del muretto. Ma per uno scontro plateale, sin dal primo giro, con il suo stesso team. Team radio dopo team radio, i dialoghi con il suo ingegnere di pista si fanno sempre più accesi. Fino alla rottura definitiva dopo il contatto con Lewis Hamilton: “Oggi ti stai comportando come un bambino”. Segnali di insofferenza che iniziano a intaccare anche la leadership del mondiale. E, soprattutto, il rapporto con la Red Bull. Toto Wolff spettatore molto interessato…
VOTO 3 A PEREZ, UNO SCEMPIO DIETRO L’ALTRO
Se Atene piange, Sparta non ride. Anzi, stavolta rischia di soccombere definitivamente. Sergio Perez è ormai al passo d’addio con la Red Bull, e le responsabilità sono tutte sue. Ennesimo disastro in qualifica, a causa di un incidente tanto banale quanto violento, che costa un’altra eliminazione nel Q1. Chiaramente, la corsa è una rimonta affannosa, che se non altro lo riporta fino al 7° posto. Ma non c’è da essere soddisfatti, anzi: il rischio concreto che dopo la sosta estiva possa diventare disoccupato aumenta gara dopo gara.