Dopo dieci Gran Premio disputati, la crisi della Ferrari è sempre più evidente. La monoposto non è performante, i piloti sono delusi, il team principal comunica in maniera sempre uguale e ultimamente anche un po’ “scomposta”. La direzione tecnica sembra smarrita, i risultati non arrivano e come uscire dal tunnell sembra sia un qualcosa di ancora non noto! Il problema non è e non può essere solo Fred Vasseur. Analizziamo allora cosa potrebbe servire davvero a Maranello per tornare alla vittoria, prima in pista e poi nei mondiali piloti e costruttori.
Crisi Ferrari: i 5 segnali preoccupanti che arrivano da Maranello
Proviamo a pensare e ad elencare almeno cinque segnali della crisi della Scuderia del Cavallino Rampante.
1. Nessun vero sviluppo in 10 gare sulla SF-25, se non il lavoro sull’ala anteriore per il rispetto della direttiva tecnica sulla flassibilità dei profili alari.
2. Hamilton che dichiara di non sapere se e quando ci saranno sviluppi e si chiede anche, davanti a microfoni e telecamere, perché non ci siano ancora stati degli aggiornamenti sulla monoposto!
3. Leclerc continua a giurare amore eterno alla Ferrari ma il suo volto e i suoi occhi non sono certo quelli del giovane innamorato che ha le farfalle nello stomaco e non vede l’ora di abbracciare la sua rossa dolce metà! Al contrario, il monegasco non riesce più a nascondere tutta la sua frustrazione per l’ennesimo anno, il settimo da quando è arrivato in Ferrari, senza alcun titolo.
4. Il Vasseur pensiero è stato chiaro sin dai test in Bahrain a inizio anno: prima di portare sviluppi alla monoposto, occorreva estrarre tutto il potenziale della SF-25. Ora, le tre giornate di test e ben 10 fine settimana di gara, dovrebbero essere serviti per questo e invece no! La SF-25 continua ad essere una monoposto lenta, critica da mettere a punto, difficile da guidare e ha dimostrato anche di non reggere, né in qualifica, né in gara il ritmo degli avversari, siano essi McLaren, Mercedes o Verstappen.
5. Altro segnale preoccupante è la via smarrita, alla fine di un ciclo tecnico e in pochissimi mesi. Solamente a dicembre 2024 la Ferrari SF-24 era la seconda forza in pista, con prestazioni molto vicine alla McLaren. A fine mondiale, i 14 punti di ritardo dal team inglese campione del mondo erano un ottimo auspicio per il 2025. I cambiamenti radicali ad un ottimo progetto, unito a un salto in avanti di McLaren – diciamolo – hanno fatto il resto. La nuova sospensione anteriore, unita ad un progetto un po’ troppo conservativo e privo di una programmazione degli sviluppi, hanno fatto in modo che che la Ferrari sia passata da seconda a quarta forza, nel giro di pochi mesi. Hai voglia quindi a voler estrarre potenziale e ricercare weekend perfetti quando poi gli altri top team fanno altrettanto e, a questo, aggiungono anche gli sviluppi, come fatto da McLaren, Mercedes e, in minima parte, anche da Red Bull.
Crisi Ferrari: il problema è Fred Vasseur?
La risposta potrebbe essere sì, ma può essere solamente il Team Principal in carica da tre anni, l’unico problema di un team che non vince un mondiale piloti di Formula 1 dal 2007 e Costruttori dal 2008. Va rivoluzionato il modo di lavorare, per poter restare al passo con un Circus della Formula 1 che, in questi anni, è cambiato profondamente. Negli ultimi gioni, dopo l’articolo di Corriere e Gazzetta e le repliche di Vasseur, si è tornati a parlare di un polo Ferrari in Inghilterra, dove c’è un “distretto” molto specializzato e concentrato di scuderie che hanno fatto la storia di questo sport. Ma, è la sostituzione dell’attuale team principal oppure la via inglese la strada per la risoluzione dell’attuale crisi Ferrari? Sicuramente no ma può essere un tassello del mosaico della “Nuova era Rossa”.
Cosa potrebbe servire per tornare a vincere?
Proviamo allora ad elencare cinque punti che potrebbero servire alla Ferrari per tornare alla vittoria, prima in pista e poi nel mondiale piloti e costruttori.
1. Occorre una condivisione chiara degli obiettivi, tra la proprietà e il Team (Principal)
2. Occorre che il Team Principal abbia piena fiducia e un mandato completo ad agire, con poteri chiari e definiti. Non è un caso che questa figura apicale delle squadre, negli ultimi anni, si sia trasformata, andando in un ottica direttiva con poteri più allargati. Sia Toto Wolff che Chris Horner sono sia Team Principal che CEO del loro “Team”. Non è così per Vasseur che, oltre al ruolo di Team Principal, ricopre quello di Direttore Generale, con molte meno deleghe quindi dei suoi diretti “avversari”.
3. Occorre un piano a medio-lungo termine che definisca obiettivi chiari e con la “libertà” di poter intervenire per rispettare tali target, nel momento in cui qualcosa non dovesse andare come previsto. La lentezza nel arrivare a prendere certe decisioni a Maranello, oggi è chiaramente un limite forte.
4. Occorre un’organizzazione chiara e un organigramma altrettanto chiaro e semplice con i ruoli chiave impegnati internamente per il rispetto degli obiettivi.
5. Occorre tornare a lavorare come un “Costruttore di Formula 1”, come una Scuderia Corse e non come un’Azienda dove le sovrastrutture e le troppe procedure possono solo portare allo stallo. Serve “inseguire” un modello di lavoro “agile” dove le decisioni possano essere prese rapidamente in modo che, altrettanto rapidamente, si possano mettere in lavorazione e in macchina dei correttivi.