Che cos’è il bouncing in F1? Probabilmente hai sentito questa parola durante la telecronaca di un Gran Premio di Formula 1 e ora vi spieghiamo esattamente il significato di questo termine.
Il termine bouncing viene spesso utilizzato durante le telecronache dei Gran Premi di Formula 1. Ma che cosa significa esattamente bouncing e, una volta capito questo, come si genera e cosa comporta?
Possiamo dire che il bouncing in F1 sia un saltellamento della monoposto sull’asse verticale. Tale fenomeno, da non confondersi con il porpoising, è provocato, nella maggior parte dei casi, dalla non perfetta linearità del manto stradale. Piccole disconnessioni dell’asfalto, dovute a lievi avvallamenti oppure originate da una parziale riasfaltatura del tracciato, possono provocare il bouncing.
Come sappiamo, con le vetture ad effetto suolo ma non solo, più la monoposto è vicina all’asfalto meglio è in termini di efficienza e carico aerodinamico. Questa estrema vicinanza a terra, unita alla fortissima rigidità delle sospensioni di una moderna vettura di Formula 1, possono portare ad avere fenomeni di bouncing.
Una volta “innescato” il primo saltellamento, soprattutto su lunghi rettilinei o in percorrenza di curve veloci, l’aerodinamica inferiore delle monoposto innescano poi un rimbalzo verso l’alto e poi nuovamente verso il basso della stessa. Questo impedisce di fatto al pilota di poter percorrere quel tratto di circuito con la giusta confidenza.
BOUNCING vs PORPOISING
Come già accennato in precedenza, il bouncing in F1 non va confuso con il porpoising. La differenza è l’origine del fenomeno. Nel primo caso legato alle asperità dell’asfalto, nel secondo invece è strettamente dovuto all’aerodinamica delle monoposto ad effetto suolo e alla conformazione dei canali venturi, unita alla rigidità e al peso del fondo stesso.
I rimedi che gli ingegneri dei team di Formula 1 possono adottare per provare a limitare se non eliminare del tutto il bouncing è quello di lavorare sull’altezza da terra delle monoposto. Anche la rigidità di sospensioni e fondo possono aiutare. La combinazione di tutti questi interventi può permettere di ridurre questo fastidioso problema che impedisce al pilota di avere la giusta confidenza per affrontare al meglio alcuni tratti del tracciato.
Rettilinei, curve veloci e repentini cambi di direzione ad elevata velocità sono i frangenti in cui un elevato bouncing può compromettere la prestazione sul giro secco durante una sessione di qualifica oppure il passo gara durante un intero Gp. E’ per questo che risulta fondamentale trovare una soluzione a questo fenomeno con il quale, quasi tutti i team, si sono trovati a doversi misurare.