Con gli ultimi test disputati questa settimana si è chiusa ufficialmente la stagione 2017 di Formula 1 che ha regalato conferme e sorprese nel primo anno di queste nuove vetture.
Gli interrogativi di inizio anno sono stati risolti, cioè le nuove vetture sono le più veloci di sempre, ma anche i problemi dovuti ai disturbi aerodinamici si sono fatti sentire.
Ci eravamo chiesti come i piloti e le squadre poteva interpretare questa nuova sfida e non soltanto, perché anche alla Pirelli, che fornisce gli pneumatici alle vetture di Formula 1 ormai dal 2011, era stato chiesto di progettare delle gomme completamente nuove e molto più grandi.
La casa milanese ha lavorato duro lo scorso anno ed è riuscita a progettare ben 2 tipi di gomme: la prima era basata sulle gomme del 2016 con l’adattamento alle grandezze richieste, mentre la seconda era una gomma tutta nuova.
La prima gomma era una sorta di “piano B” che sarebbe sceso in pista soltanto in caso di problemi con il nuovo tipo di pneumatico.
Fin dai test di febbraio però ci siamo accorti che le gomme si comportavano molto bene sia a livello di prestazione sul giro singolo e sia a livello di durata su lunghe distanze.
La Pirelli, realizzando questo nuovo pneumatico, aveva utilizzato un progetto che ad oggi possiamo definire un po’ troppo conservativo. Il degrado della gomma è stato minimo e omogeneo in tutti i Gran Premi, anche nei più difficili, e il pilota aveva la possibilità di spingere dal primo all’ultimo giro, ma questo ha portato ad un problema sul numero di mescole usate.
Come ben sappiamo, dal 2016 la Pirelli utilizza ben 5 mescole slick: Ultrasoft, Supersoft, Soft, Medium e Hard, oltre alle 2 mescole per pista umida: Intermedie e Wet.
Avendo creato delle gomme molto consistenti, con il passare dei Gran Premi, ci siamo accorti che due mescole su cinque erano praticamente inutili. La gomma Hard è stata portata soltanto in Spagna, ma nessuno l’ha usata durante la gara perché è stata definita troppo dura, mentre la gomma Medium è stata portata in 10 Gran Premi, ma in alcuni non è stata utilizzata per neanche un giro di gara.
La scelta “conservativa” era stata dettata dal fatto che la casa milanese non aveva idea del livello prestazionale delle nuove vetture e tanto meno i tecnici della Pirelli potevano immaginare fino a che punto sarebbe arrivato lo sviluppo di queste vetture a fine campionato.
Si può dire che il campionato 2017 si è basato prevalentemente su tre mescole, cioè le tre più morbide e i dati raccolti nell’immagine qua sotto confermano questo fatto:
Non tenendo conto dei giri percorsi con le mescole adatte a pista umida, ci rendiamo conto che in totale, le gomme slick hanno percorso 18563 giri di cui 330 (1,77%) con le gomme Medium, 7155 (38,54%) con le gomme Soft, 6846 (36,88%) con le gomme Supersoft e 4232 (22,80%) con le gomme Ultrasoft.
Gran parte del campionato è stato quindi percorso con 3 mescole e proseguendo su questo ragionamento è quasi immediato pensare ad una diminuzione del numero di mescole da asciutto nel 2018.
La Pirelli però ha rotto ogni logica e nel 2018 le gomme “lisce” non saranno più 5, ma bensì 7.
In questa immagine presente sul profilo Twitter della Pirelli Motorsport, vediamo non solo tutte le mescole con le varie colorazioni (che dal 2018 avranno un piccolo cambiamento), ma anche i nuovi nomi di cui quello della Hypersoft è stato deciso da un sondaggio lanciato proprio dall’account della casa milanese.
Ma perché arrivare a sette, quando con tre mescole si può fare un campionato?
Supponendo che il progetto delle nuove gomme sia più morbido rispetto a quello del 2017, possiamo ipotizzare l’utilizzo delle 5 mescole “tradizionali” a cui eravamo abituati, ma aggiungerne altre due complica un po’ le cose.
Tutte queste mescole danno alla Pirelli la capacità di avere ampia scelta per ogni Gran Premio, ma come dice il detto: “il troppo stroppia”. Non si era mai vista un mondiale di Formula 1 con così tante mescole diverse e anche se i colori semplificano il riconoscimento delle varie mescole, per i primi Gran Premi potrebbe esserci un po’ di confusione tra gli appassionati.
Il rischio è anche quello di trasformare la Formula 1 in una sorta di Formula “Gomme” dove lo pneumatico decide il risultato prima ancora dell’inizio della gara, dove quindi non sarà più la bravura del pilota a fare la differenza, ma quella degli ingegneri in grado di mettere in pista una vettura che riesce a gestire bene tutte e 7 le mescole.
Altro dubbio che sorge da questa scelta di ampliare la gamma è dovuto all’utilizzo di alcune gomme. Le Hard non sono mai state usate lo scorso anno, quindi perché introdurre delle gomme ancora più dure? Dall’altra parte però è giustificata la scelta della Hypersoft, perché in alcuni tracciati ci vuole una gomma con un degrado particolare. Tuttavia la scelta più semplice poteva essere quella di togliere la mescola Hard e lasciare le mescole Ultrasoft, Supersoft, Soft e Medium, magari cambiando i nomi per rendere più comprensibile il tipo di pneumatico.
Non la pensa così Mario Isola, Responsabile del settore Motorsport della Pirelli, che ai microfoni della Rai, durante il venerdì di prove libere del Gran Premio di Abu Dhabi, ha parlato del 2018:
“La prima cosa che abbiamo fatto in vista del 2018 è ammorbidire tutte le gomme di uno step, quindi la Soft di quest’anno (2017) sarà la Medium del prossimo (2018), mentre la Hypersoft di colore rosa sarà di ben 2 step più morbida della Ultrasoft del 2017”.
L’ingegnere Giancarlo Bruno, che ricopre il ruolo del commento tecnico ai microfoni della Rai, ha posto una domanda interessante al responsabile della Pirelli, ovvero che cosa è cambiato nella struttura delle mescole del prossimo anno e Mario Isola ha risposto commentando il lavoro svolto: “Sull’anteriore abbiamo ammorbidito un po’ la struttura per migliorare le prestazioni e aumentare il range di temperatura di utilizzo dello pneumatico, mentre sulla costruzione della gomma posteriore sono stati fatti pochissimi cambiamenti perché consideriamo molto buona la struttura di quest’anno”.
Il responsabile della Pirelli sembra molto convinto del lavoro svolto e soprattutto convinto di questa nuova scelta di aggiungere mescole, ma se davvero saranno tutte di uno step più morbide, allora la mescola SuperHard sarà comparabile alla mescola Hard del 2017, quella stessa mescola che non è mai stata utilizzata dai piloti e che la Pirelli stessa ha portato soltanto per un Gran Premio perché considerata troppo dura, quindi perché è stata introdotta questa nuova mescola?
Le risposte arriveranno soltanto dopo i primi test invernali e dopo un paio di Gran Premi, ma nel frattempo in questi test finali ad Abu Dhabi i piloti hanno provato le nuove gomme e sono rilevanti le dichiarazioni rilasciate da Lewis Hamilton e da Kimi Raikkonen alla fine delle giornate di test.
Il pilota inglese campione del mondo ha espresso un suo pensiero molto positivo per la nuova mescola morbida, ma è scettico su quella più dura: “Come prima impressione posso dire che la Hypersoft è la miglior gomma prodotta dalla Pirelli sin dal suo ritorno in Formula 1, invece l’altro compound è un po’ troppo duro per i miei gusti”.
Anche Kimi Raikkonen ha dato un riscontro positivo: “Le nuove Ultrasoft e Hypersoft mi sono piaciute, hanno un grande grip, sono sicuramente pneumatici molto veloci, ma è difficile esprimere un giudizio oggi, perché poi dovremo montarle sulle nuove monoposto e si partirà da zero”.
I piloti sembrano quindi essere molto soddisfatti di queste nuove gomme, ma dobbiamo considerare che il prossimo anno le vetture avranno delle grandi innovazioni non solo estetiche, ma anche a livello di peso e questo può cambiare le carte in tavola.
Se lo scorso anno avevamo terminato la stagione con molti interrogativi in vista della nuova rivoluzione in Formula 1, anche quest’anno chiudiamo chiedendoci sa davvero quella scelta dalla Pirelli sia la strada giusta da prendere, perché fornire gli pneumatici alle vetture più veloci del mondo è un compito delicato in cui si può passare in un attimo dal successo al disastro completo.