Da pochi giorni è trascorso il 1 Maggio, giorno che, per chi segue la F1, fa volgere la mente a quello stesso giorno di 26 anni fa, in cui il destino portò via con se forse il pilota di F1 più amato di tutti i tempi, ovvero Ayrton Senna.
Il campione carioca nell’arco della sua carriera ha conquistato tre titoli mondiali, 41 vittorie e 65 pole position, venendo acclamato come il più grande eroe brasiliano. Un modo per ricordarlo è anche quello di ripercorrere la sua carriera tramite le auto che Ayrton stesso ha guidato, alcune delle quali entrate nella leggenda della F1.
IL DEBUTTO CON LA TOLEMAN NEL 1984
Ayrton Senna approda in F1 ufficialmente nel 1984, a bordo di una Toleman TG184 all’età di 24 anni.
La monoposto con cui Ayrton affronta la sua prima stagione in F1 è progettata da Rory Byrne e Pat Simons, e si distingueva come caratteristiche tecniche per il curioso doppio alettone posteriore. Lo scopo di questa scelta aerodinamica era tentare di recuperare il carico aerodinamico perso con l’abolizione dei canali venturi dell’effetto suolo, per imposizione dalla FIA alla fine del 1982. Il budget del team era modesto, ma nonostante ciò Senna come ben sappiamo seppe mettersi in luce nel diluvio di Montecarlo, ottenendo un secondo posto incredibile. La Toleman disponeva di un telaio monoscocca in fibra di carbonio, spinto da un motore Hart415T con 4 cilindri in linea, e un cambio assiale Howland. Fu l’unica stagione di Senna con questo team, venendo firmando un contratto per le successive tre stagioni con la più blasonata Lotus.
PRIME VITTORIE CON LA LOTUS
La prima Lotus della carriera di Ayrton Senna fu la Lotus 97T del 1985, con la caratteristica livrea nera con inserti dorati per richiamare il main sponsor del tabacco. Con questa monoposto il brasiliano ebbe fra le mani una monoposto in grado di lottare per posizioni di rilievo, e nello stesso anno arriverà la prima vittoria all’Estoril, tanto per cambiare sotto il diluvio. La Lotus 97T era una vettura che utilizzava degli elementi della vecchia Lotus 96T che corse in indycar. A livello aerodinamico la monoposto inglese era molto affinata, e disponeva di ampi deviatori di flusso posti dietro il triangolo della sospensione anteriore per accompagnare il flusso d’aria attorno al corpo vettura. Il motore era il potente Renault Turbo V6.
Per il 1986 la Lotus portò in pista una vettura molto simile a quella dell’anno precedente a livello di telaio e aerodinamica. Tuttavia la Lotus 98T era provvista anche di parti in Kevlar per il telaio, assieme ai classici materiali compositivi in fibra di carbonio. Nuovo era il cambio, a cui venne aggiunta la sesta marcia che tanti problemi di affidabilità portò ad Ayrton quell’anno.
Nel 1987 la Lotus fece uno step evolutivo importante con la 99T: con l’abbandono di Renault, la Lotus si assicurò i motori turbo Honda, che portarono ulteriori cavalli nelle mani di Ayrton. La vettura, progettata da Gérard Ducarouge, introdusse tramite l’elettronica le sospensioni attive ( sistema abbastanza primordiale rispetto alla Williams del 1992), che nonostante l‘aumento di peso portarono comunque buoni risultati. Con questa vettura è arrivata la prima vittoria di Senna a Monaco, e a fine anno il brasiliano lascerà la Lotus per accasarsi in McLaren.
I TRE MONDIALI CON LA MCLAREN – HONDA
Nel 1988 Ayrton Senna arriva in Mclaren, formando una coppia di piloti leggendaria assieme ad Alain Prost. La Mclaren MP4/4 del 1988 è stata una delle monoposto più vincenti ed iconiche nella storia della F1, capace di vincere tutte le gare tranne una. Il dominio della scuderia di Ron Dennis era dovuto a una macchina straordinaria, in ogni settore. Il motore Honda (l’ultimo dell’era turbo) era potente e affidabile, mentre l’aerodinamica della Mclaren premiava l’efficienza con un muso piatto e basso. Alla fine 88′ Senna conquisterà 8 gran premi su 16, laureandosi per la prima volta campione del mondo di F1.
Il dominio dell’accoppiata Mclaren-Honda non si arresterà nel 1989, nemmeno con l’addio dei motori turbo. La Mclaren Mp4/5 era provvista dunque di un motore Honda aspirato, e per sovralimentare il propulsore venne implementato sulla vettura di Senna e di Prost l’air scope, ovvero la presa d’aria che si trova sopra la testa del pilota. Essa permetteva al motore di ricevere una maggior portata d’aria nei coni d’aspirazione, aumentandone la potenza. Il titolo mondiale è stato una questione personale fra i due alfieri Mclaren, e Prost la spunterà sul compagno con il famoso incidente alla chicane triangolo di Suzuka.
Nel 1990 Prost passa alla Ferrari, e la Mclaren spese dunque tutte le proprie risorse focalizzandosi su Senna. I risultati di questa scelta premiarono il team, che vinse con il pilota di San Paolo i titoli del 90′ e del 91′. In questi anni Mclaren dovette confrontarsi a livello tecnico dapprima con la Ferrari, ma soprattutto in seguito con la Williams Renault di Newey, provvista di sospensioni attive. La Mclaren del 1991 dal punto di vista tecnico vide un cambio di filosofia rispetto alle vetture precedenti, con l’adozione di una sospensione anteriore push rod, seguendo le direttive tecniche del pilota brasiliano.
La Mclaren MP4/6 del 1991 fu l’ultima vettura con la quale Ayrton Senna conquisterà l’iride, e a livello tecnico sarà l’ultima monoposto a vincere un titolo dotata di motore 12 cilindri, e cambio manuale.
Nel 1992 e 1993 difatti il dominio della scena passerà dalla squadra di Ron Dennis, a quello di Frank Williams. I bolidi progettati da Patrick Head e Adrian Newey saranno impossibili da prendere, e solo i miracoli di Senna permetteranno a Mclaren di conquistare ancora qualche vittoria. Nel 1993 Honda abbandona Mclaren, che sposa la causa Ford, con un motore V8. Ma anche a livello di motore il V10 Renault montato sulla Williams sarà superiore in affidabilità e potenza. A fine 93′, con il ritiro di Prost dalle corse, il suo sedile vuoto lasciato in Williams verrà preso da Senna, che chiuderà per sempre il suo rapporto con la Mclaren.
UNA WILLIAMS DIFFICILE DA GUIDARE
Nel 1994 Ayrton Senna arriva in Williams, con l’obbiettivo chiaro di tornare al successo. Tuttavia Senna dovrà sin da subito rivedere i suoi piani, in quanto il regolamento tecnico ha messo al bando le sospensioni attive, e tutti gli aiuti elettronici.
I primi test con la monoposto di Frank Williams sono una delusione, e Senna lamenta da subito una vettura difficile da guidare, e un abitacolo davvero troppo stretto, che non gli permetteva di essere efficace alla guida. I regolamenti sembravano aver smontato quel giocattolo super efficiente che era la Williams Renault del 92′ e del 93′. A livello aerodinamico la Williams del 94 era molto simile alla FW15C del 93, e nonostante l’assenza delle sospensioni attive, il motore Renault V10 che equipaggiava la scuderia inglese dava un notevole supporto in termini di potenza.
Nonostante le difficoltà a livello di guida Senna, grazie anche alle sue abilità di guida, conquisterà tre pole position nelle prime e uniche tre gare che riuscirà a fare nel 1994. Il destino purtroppo non ci ha permesso di sapere come lo storia sarebbe andata a finire, portandoci via il tre volte campione il 1 Maggio 1994 a Imola.