Se in Bahrain tutto era filato liscio, in Arabia Saudita ci sono stati diversi episodi controversi. Non sempre queste situazioni sono state gestite dalla direzione gara nel migliore dei modi. Cerchiamo di fare chiarezza.
Il Gran Premio dell’Arabia Saudita ci ha regalato una serata da brividi: una lotta clamorosa in pista, culminata con la vittoria di Max Verstappen, che si è riscattato dopo il ritiro del Bahrain. L’olandese ha battuto Leclerc, dopo una battaglia all’ultimo respiro.
Le Ferrari sono sempre al vertice del mondiale piloti e costruttori. Era dal 2018, GP d’Austria e di Gran Bretagna, che le Ferrari non si piazzavano entrambe sul podio in due gare consecutive.
Al di là di questo, alcuni episodi lasciano l’amaro in bocca alla scuderia di Maranello e a tutti i tifosi della Rossa. In particolare, il nuovo direttore di gara Eduardo Freitas, al debutto in questo campionato, ha più volte “lasciato correre” su alcuni episodi.
GIRO 17/50 – Proprio in pit lane si verifica il primo momento clou della corsa: i meccanici della Red Bull, dopo il pit stop, rilasciano Verstappen proprio un istante prima che sopraggiunga Sainz. Lo spagnolo è costretto a frenare per evitare la collisione. Teoricamente si tratterebbe di ‘Unsafe Release’ e Verstappen avrebbe dovuto essere penalizzato, come ha poi anche dichiarato nel dopo gara il team principal della Ferrari Mattia Binotto: “Oggi ci sono stati tanti episodi, ma uno dei momenti chiave è stato certamente l’unsafe release di Sainz con Verstappen. Personalmente a me dispiace, se Carlos non rallenta finisce addosso a Max. Non so come non l’abbiano penalizzato”.
In questo caso però, la scelta della direzione gara era molto difficile, perché si trattava di una questione di millesimi. Nello stesso giro, in uscita dalla pit lane, Sainz si è poi ritrovato ingaggiato (sempre in regime di Safety Car) in un testa a testa con Perez, che sopraggiungeva dalla pista.
Il messicano mette la sua Red Bull davanti alla Ferrari dello spagnolo. Questa azione è palesemente irregolare e il messicano avrebbe dovuto lasciare la terza posizione a Sainz. La direzione gara comunica a Red Bull di dire a Perez di cedere la posizione al ferrarista, ma lo fa dopo la ripartenza. In questi casi invece la posizione andrebbe restituita già dietro la Safety Car, anche perché la violazione era più che palese. Se gli fosse stata restituita subito la terza piazza, Sainz, nella ripartenza, avrebbe potuto attaccare Verstappen, aggressivo su Leclerc, ma beffato al re-start dall’astuta strategia del monegasco.
VIRTUAL SAFETY CAR – Tra il giro 36 e il giro 38 tre macchine si fermano per problemi di motore: Alonso, Ricciardo e Bottas. Dei tre solo Bottas riesce a tornare ai box, mentre Ricciardo e
Alonso si fermano a pochi metri l’uno dall’altro e in ingresso di pit lane, che viene
chiusa. La direzione gara opta per la Virtual Safety Car (VSC): i piloti devono mantenere le loro posizioni, rallentare e rispettare un delta time fino alla bandiera verde. Alla ripartenza però Verstappen si ritrova con quattro decimi dal leader, accorciando così lo svantaggio.
Oltre a Verstappen anche altri piloti sono stati poi convocati dal direttore di corsa nel post gara perché sospettati di non aver rispettato il delta time. Freitas ha scelto di non prendere provvedimenti per questi piloti.
LINEE BIANCHE – Durante la gara, Verstappen ha segnalato più volte al suo team il superamento della linea bianca di ingresso box da parte di Leclerc, nel tentativo di togliere
all’olandese preziosi metri di scia. Questo è irregolare, anche se è pur vero che in qualifica lo stesso Verstappen ha pizzicato più di una volta la stessa linea bianca. In entrambi i casi, inspiegabilmente, la direzione gara ha fatto finta di nulla.
Come lo scorso anno il circuito cittadino di Jeddah ci ha regalato una gara emozionante, ma con controversie e situazioni al limite che, per il bene e per la credibilità di questo sport, devono essere chiarite al più presto.
Scritto da: Samuele Fortino