Al termine di una gara molto deludente, Charles Leclerc si sfoga e non manda più giù questa Ferrari SF-23 priva di costanza e soprattutto di sostanza.
Charles Leclerc scurissimo alla fine del Gp di Spagna: “Dobbiamo lavorare tanto”
La pazienza del pilota monegasco si riduce sempre di più. Lo si nota chiaramente ai microfoni di Sky in cui appare amareggiato e avvilito al limite della frustazione dopo l’ennesima gara che ha tarpato i suoi sogni. “Siamo estremamente incostanti – tuona Charles – montando lo stesso tipo di gomma durante la gara. Eppure io la porto al limite in modo identico. Su questo aspetto dobbiamo fare un grande lavoro”.
Leclerc punta il dito sulla difficoltà nella gestione delle gomme
Macchina nuova problemi vecchi. Il classico detto si sposa perfettamente con la versione B della Ferrari, confermato ampiamente dalle dichiarazioni del pilota su cui ha scommesso a lungo termine. “Nelle condizioni di oggi è stato molto difficile barcamenarsi con le gomme. I miglioramenti li abbiamo visti con le nuove caratteristiche di questa macchina ma c’è ancora molto da sfruttare a livello di potenziale”.
Quanto potrà resistere ancora Charles Leclerc nella Ferrari di oggi? La domanda è legata ad un doppio filo non con l’efficienza della vettura bensì con quella della scuderia. Perché, in questo momento, il problema della Ferrari è se stessa. Inutile girarci attorno. Se da oltre un decennio Maranello non riesce più a presentarsi al via del Mondiale con un pacchetto tecnico di prim’ordine come fanno e hanno fatto Mercedes e Red Bull, il problema è di chi gestisce, organizza il team e prende le decisioni che contano sulle risorse umane. Così come se puntualmente gli aggiornamenti sfornati da Maranello sulla monoposto di turno producono miglioramenti pari a zero mentre da altre parti funzionano, il problema è sempre di chi gestisce, organizza il team e prende le decisioni che contano sulle risorse umane. I guai che attanagliano le monoposto Ferrari sono sempre gli stessi. Hanno una spiegazione di questo a Maranello? Se da anni e anni non si vincono più titoli evidentemente la qualità espressa dal lavoro svolto a livello gestionale e tecnico è troppo bassa. Realtà nuda e cruda ma è così. Con la conseguenza di tarpare le ali ad uno dei più grandi talenti attualmente in circolazione in F1.